Panorama
Apple TV+ ha condiviso con i fan il teaser della nuova comedy The Studio, con protagonista Seth Rogen, che è anche sceneggiatore, regista e produttore esecutivo insieme al candidato all'Emmy Evan Goldberg. La nuova serie farà il suo debutto il 26 marzo con i primi due episodi (sono 10 in totale), seguiti da un episodio ogni mercoledì fino al 21 maggio.
Trama
Seth Rogen interpreta Matt Remick, il nuovo capo dei Continental Studios in crisi. In un settore in cui i film faticano a rimanere vivi, Matt e il suo team di dirigenti in lotta combattono le proprie insicurezze, mentre si scontrano con artisti narcisisti e con i vili proprietari dell'azienda nella ricerca sempre più effimera di realizzare grandi film. Indossando il vestito buono che maschera un infinito senso di panico, ogni festa, set visit, decisione sul casting, riunione marketing e premiazioni offre loro l'opportunità di un successo scintillante o di una catastrofe che pone fine alla loro carriera. Da persona che mangia, dorme e respira cinema, Matt ha inseguito questo lavoro tutta la vita e ora potrebbe distruggerlo.
Cast
“The Studio” riunisce un cast stellare che comprende anche la vincitrice di Emmy, SAG e Golden Globe Catherine O'Hara, la candidata all'Emmy Kathryn Hahn, Ike Barinholtz e Chase Sui Wonders. Il candidato all'Oscar e vincitore di un Emmy Award Bryan Cranston apparirà invece come guest star.
Prodotta da Lionsgate Television, “The Studio” è creata dai vincitori di più Emmy Peter Huyck e Alex Gregory insieme a Rogen, Goldberg e Frida Perez. James Weaver, Alex McAtee e Josh Fagen della Point Grey Pictures sono anche produttori esecutivi insieme a Rogen e Goldberg.
Il nuovo progetto segue l'ultima collaborazione tra Apple TV+ e Rogen, la comedy Apple Original “Platonic”, recentemente rinnovata, in cui Rogen è protagonista e produttore esecutivo insieme a Rose Byrne.
TUTTE LE NEWS DI TELEVISIONE
Lavoro
Terna: infrastrutture e sostenibilità per la transizione
Impact Awards 2024: Terna
03 December 2024
Nel Piano Industriale 2024-2028 presentato lo scorso 19 marzo, Terna - la società che gestisce la rete elettrica nazionale guidata dall’Amministratore Delegato e Direttore Generale Giuseppina Di Foggia - ha indicato 16,5 miliardi di euro di investimenti nei prossimi cinque anni, i più alti nella storia del Gruppo, il primo operatore di rete indipendente in Europa e tra i più grandi al mondo, con oltre 75.000 km di rete in alta e altissima tensione e 6.200 dipendenti in tutto il Paese. La rilevante somma servirà a migliorare il sistema elettrico italiano, di cui Terna è primaria protagonista, e a supportare la transizione in linea con il Green Deal europeo e il PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima) in tema di decarbonizzazione, che prevede una riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2030 di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990.
I cavi sottomarini più profondi del mondo
Altro tema chiave nel Piano Industriale sono i collegamenti elettrici sottomarini, che prevedono lavori subacquei che sarebbero in grado di meravigliare persino un redivivo Jules Verne: il suo visionario “Ventimila leghe sotto i mari” qui diventa realtà. Attualmente, sono sette i collegamenti sottomarini di Terna in esercizio. Il Tyrrhenian Link, come altri cantieri sottomarini, è in corso di realizzazione. Sarà uno dei più ambiziosi, unirà la Sicilia alla Sardegna e alla Campania. Sono invece operativi il Sa.Co.I. 2 che collega Toscana, Corsica e Sardegna; l’interconnessione tra l’Italia e la Grecia; il Sa.Pe.I. tra il Lazio e la Sardegna; il cavo Sorgente Rizziconi tra la Sicilia e la Calabria; la linea tra Capri e Sorrento; l’interconnessione tra Italia e Montenegro e, in ultimo, il collegamento tra Piombino e l’Isola d’Elba. Per adesso, il più profondo tra i collegamenti in esercizio è il Sa.Pe.I.: tocca i 1.640 metri di profondità. Ma il record di questa vasta rete abissale verrà superato: il Tyrrhenian Link raggiungerà la profondità di 2.150 metri, un livello mai toccato nel mondo. Tali opere colossali richiedono elevati standard tecnologici e ingegneristici, oltre a una progettazione che valuti le caratteristiche geomorfologiche del fondale e dell’ecosistema. Il Tyrrhenian Link, infrastruttura strategica con 970 km di cavi sottomarini e 1.000 MW di potenza, ha ottenuto la necessaria autorizzazione da parte del Mase (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) per entrambi i rami dell’opera. Le stazioni di conversione in corrente continua saranno realizzate a Selargius (Cagliari), Eboli (Salerno) e Termini Imerese (Palermo). Per la posa dei cavi marini Terna ricorrerà all’utilizzo della perforazione teleguidata (Trivellazione Orizzontale Controllata, TOC), che consente di ridurre l’interferenza con la flora marina e l’impatto dei lavori sul litorale.
Dal Sud verso il Nord con energia eolica e fotovoltaica
Altra opera fondamentale è l’Adriatic Link, il cavo sottomarino in corrente continua da 1.000 MW e 250 km di lunghezza che collegherà l’Abruzzo e le Marche. Autorizzata dal Mase lo scorso gennaio, l’infrastruttura consentirà di incrementare lo scambio tra le zone Centro-Sud e Centro-Nord del Paese, aumentando la sicurezza e l’efficienza dell’intera rete elettrica nazionale. L’Adriatic Link avrà un ruolo di primo piano nel trasferimento dell’energia prodotta dai numerosi impianti eolici e fotovoltaici del Sud Italia il Nord. Le stazioni di conversione saranno realizzate a Cepagatti (PE) e Fano (PU). La posa dei cavi raggiungerà una profondità massima di 100 metri.
Il ponte con l’Africa
Tra i progetti di interconnessione di Terna, importantissimo è Elmed, il ponte energetico invisibile tra l’Italia e la Tunisia. Si tratta del primo collegamento elettrico in corrente continua tra Europa e Africa: contribuirà alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico italiano e al raggiungimento dei target fissati in materia di energia. Elmed è uno dei progetti del Piano Mattei per l’Africa. È cofinanziato dalla Commissione europea tramite Connecting Europe Facility (CEF), fondo dell’Ue destinato allo sviluppo di progetti chiave. Per la prima volta fondi CEF sono stati assegnati a un’opera infrastrutturale di uno stato membro e uno stato terzo. L’elettrodotto si snoda tra la stazione elettrica di Partanna, in provincia di Trapani, e quella di Mlaabi, nella penisola tunisina di Capo Bon, per una lunghezza complessiva di circa 220 km (la maggior parte in cavo sottomarino), con una potenza di 600 MW e una profondità massima di circa 800 metri.
Le praterie di Posidonia Oceanica
A conferma del ruolo sempre più centrale della sostenibilità nelle strategie di Terna, per la prima volta il Piano di Sostenibilità del Gruppo è diventato parte integrante del Piano Industriale. La realizzazione della transizione energetica è dunque l’obiettivo strategico di Terna. Coincide con l’affermazione di un modello di business sostenibile e con l’implementazione di una serie di attività con cui il Gruppo si impegna a perseguire una Just Transition: un processo giusto, inclusivo, attento ai possibili impatti su lavoratori, comunità locali e fornitori. Un esempio virtuoso è rappresentato dal nuovo collegamento sottomarino tra l’Isola d’Elba e Piombino per il quale Terna ha trapiantato Posidonia Oceanica in un’ampia area al largo del Golfo di Follonica, tra Livorno e Grosseto. La Posidonia ha la caratteristica di formare praterie sommerse che esercitano una notevole azione nella protezione della costa. L’estesa diffusione della pianta rende la sua tutela uno dei driver per la definizione dei punti di approdo dei cavi sottomarini sulla terraferma e per la progettazione delle infrastrutture. Per il trapianto di Posidonia Oceanica sono stati necessari oltre dieci anni di paziente lavoro. Altre azioni di mitigazione e compensazione sono state pianificate, per opere in programma. Per esempio, Terna ha avviato le attività di trapianto sperimentale di Cymodocea nodosa a Fiumetorto, in Sicilia, in vista del Tyrrhenian Link.
Monitoraggio con la società WSense
Un progetto di innovazione di Terna legato all’ ambito sottomarino ha riguardato la sperimentazione della tecnologia dell’Internet of Underwater Things (IoUT). In questo caso Terna si è avvalsa della collaborazione di WSense, società deep-tech italiana leader nel monitoraggio e nei sistemi di comunicazione per l’ambiente subacqueo. La sperimentazione della tecnologia IoUT si è svolta nelle acque del Mar Tirreno, nel canale di Piombino. In dettaglio, Wsense ha predisposto un sistema di sonde sottomarine, collegate l’una con l’altra in una rete wi-fi subacquea per la trasmissione dei dati. Attraverso questo network sottomarino è stato possibile acquisire in tempo reale, per un periodo di tempo prolungato e continuativo, dati per il monitoraggio dell’ecosistema marino relativi a diversi parametri: rumore subacqueo, correntometria, clorofilla, temperatura e torbidità dell’acqua. Tutti questi meritevoli sforzi aziendali, e la visione chiara del futuro verso il quale andiamo, coniugano efficienza energetica e sostenibilità, con infrastrutture che supportano la decarbonizzazione e la resilienza della rete elettrica italiana. Costruita anche in fondo ai mari.
Lavoro
Molecole verdi, meno emissioni, biodiversità: così la transizione per Snam
Impact Awards 2024: Snam
03 December 2024
Nel mondo si vive un generale rallentamento del percorso (necessario, non c’è altra strada percorribile) verso il Net Zero. Con notevoli differenze rispetto ad aree geografiche ed economiche: se Europa e Italia fanno il loro dovere e diminuiscono le emissioni climalteranti di CO2 e di metano, il resto del pianeta è molto meno virtuoso. Tanto è vero che le emissioni di CO2 hanno raggiunto un nuovo record di 37,4 Gt nel 2023. Va detto che continua a mancare, e va invece favorita, una comprensione profonda della natura fisica, materiale, sistemica della transizione cui è chiamato il Pianeta. Si tratta di una rivoluzione industriale ad altissima intensità di capitale, strettamente dipendente da enormi interventi infrastrutturali e legata a profonde conversioni dei modi di vita e di lavoro di città, aziende, persone. Chiama in causa chi produce l’energia, chi la trasporta, chi la consuma (e quanta ne consuma e per produrre e fare cosa). Solo per il comparto energy significa convertire 60 mila impianti per la produzione o il trattamento dell’energia. Le nostre economie sono ancora oggi incardinate su materiali come acciaio, cemento, plastiche: non possono sparire o essere sostituiti in un battito di ciglia. McKinsey stima che vanno affrontati 12 cambiamenti sistemici complessi, dai quali dipende il 50% delle emissioni globali di CO2. Il ritardo generale ha qualche giustificazione. Forse alcuni obiettivi, decisi in alto, sono troppo sfidanti, fuori dalla realtà, soprattutto con la crisi energetica che ha ridefinito le priorità. Poi il mondo è cambiato: il Green Deal europeo era stato programmato nel “lontano” 2019: prima della pandemia e della guerra scatenata dalla Russia in Ucraina. A che punto siamo? Risponde McKinsey: fatto 100 il percorso che dobbiamo compiere a livello globale, a oggi siamo arrivati a 10. Poco, ma è bastato per toccare equilibri sociali ed economici. Si immagini cosa potrebbe succedere se affrontassimo in modo poco accorto il restante 90% della transizione.
Un Gruppo in controtendenza
Il contesto in cui opera Snam lo abbiamo, a grandi linee, descritto: lasciamo agli esperti di scenari geo-economici lo studio nel dettaglio. Snam è il primo operatore europeo nel trasporto del gas naturale con una rete, in Italia e all’estero, di circa 38.000 km. L’azienda opera anche nello stoccaggio, di cui detiene approssimativamente il 20% della capacità a livello europeo, e nella rigassificazione, con una capacità annua di 13,5 miliardi di metri cubi di gas: saliranno a 18,5 miliardi di metri cubi nel 2025 per l’entrata in esercizio del rigassificatore di Ravenna. Ebbene, un Gruppo così è in controtendenza rispetto ai rallentamenti sopradetti. La strada della transizione l’ha imboccata da tempo e sono agli atti risultati importanti. Nella riduzione delle emissioni climalteranti, oltre che nello sviluppo di un sistema infrastrutturale multi-molecola, capace di trasportare e stoccare non solo gas naturale, ma molecole verdi come il biometano e – in prospettiva – l’idrogeno. Snam è inoltre impegnata nel settore dell’efficienza energetica, al servizio di imprese, pubblica amministrazione e condomìni. E di recente ha inoltre presentato un vero e proprio Transition Plan, roadmap pragmatica e al contempo visionaria, attenta anche a natura e biodiversità.
Venier: coraggio degli obiettivi, concretezza delle azioni
Dice l’amministratore delegato del Gruppo, Stefano Venier: “La transizione è un processo complesso e onnicomprensivo ed esige un’accorta pianificazione. In Snam lo abbiamo declinato con il Transition Plan, a coronamento di un percorso storico sulla sostenibilità entrato anche nel nostro Statuto. Puntiamo al Net Zero su tutte le emissioni entro 2050, e il 2024 ci farà fare un importante passo in avanti. Lavoriamo poi per promuovere la biodiversità, facendo leva sugli oltre 700 cantieri Snam aperti nel Paese. Gli scenari del Transition Plan sottolineano la resilienza dei nostri asset, capaci di trasportare e stoccare anche molecole verdi e CO2 . Il gas è un vero e proprio vettore di transizione: accelera la dismissione del carbone, assicura l’energia necessaria e accompagna lo sviluppo delle rinnovabili, mitigando gli effetti della loro intermittenza”. E Venier prosegue: “Per centrare il Net Zero occorre una sorta di pragmatismo visionario, che coniughi il coraggio degli obiettivi alla concretezza delle azioni. Ecco perché in Snam facciamo massa critica su quelle che incidono davvero. Poi occorrono condivisione e coinvolgimento, perché il Net Zero o è di tutti – Paesi in via di sviluppo inclusi - o non è di nessuno. Fondamentale è anche la trasparenza nella rendicontazione, per catalizzare la fiducia del sistema, essenziale per arrivare a meta”. Gli obiettivi fondamentali del Gruppo, dunque, sono la carbon neutrality sulle proprie emissioni dirette entro il 2040 e il Net Zero su tutte le emissioni (fornitori e associate inclusi) entro il 2050. E in aggiunta l’impatto positivo (Net Positive Impact) sugli ecosistemi attraversati dalle proprie opere già dal 2027. I punti salienti del Transition Plan, minuziosamente descritti, occupano stampati un centinaio di pagine. Una sorta di libro del futuro più verde e sostenibile, valida guida per team di comando e dirigenti, ma anche di normali dipendenti. Il Gruppo investe risorse per andare sempre più avanti verso un’economia a bassa intensità di carbonio, per la decarbonizzazione delle proprie attività e del Sistema Paese, nonché per la tutela del territorio, della natura e della biodiversità. Si tratta di una roadmap solida - con target a breve, medio e lungo periodo - e al contempo flessibile, nata per essere aggiornata ogni due o tre anni. Per fare il punto sui risultati raggiunti e riorientare la strategia, in accordo con lo sviluppo tecnologico.
26 miliardi per la transizione e la sicurezza energetica
Qualcuno dirà: ma con quali risorse? Dal 2023 al 2032 sono previsti 26 miliardi di euro in investimenti (in transizione e sicurezza energetica, precondizione irrinunciabile). Così divisi: 11,5 mld per il piano 2023-2027 e 14,5 mld per il piano 2028-2032. Rispetto agli 11,5 mld compresi tra il 2023 e il 2027, 4,3 sono allineati alla Tassonomia Europea e 7,1 agli SDGs dell’ONU. Fra i progetti infrastrutturali di maggior impatto si segnalano: il SoutH2 Corridor, corridoio di 3.300 km (derivante per il 60% dal riutilizzo di condotte esistenti) per il trasporto dell’idrogeno verde prodotto in Nord Africa verso Italia, Austria e Germania. Realizzato insieme ad altri TSO europei (aziende omologhe di Snam), sarà operativo dal 2030 e potrà coprire fino al 40% dell’intero target europeo di importazione di idrogeno verde; Ravenna CCS (Carbon Capture and Storage), progetto realizzato in joint venture con Eni di cui è partita a settembre la fase 1: prevede cattura e stoccaggio della CO2 nei giacimenti esauriti di gas situati nelle acque antistanti Ravenna. Ha l’obiettivo di decarbonizzare i processi produttivi delle industrie energivore (cementifici, ceramica, vetro, fonderie ecc.) che non possono essere elettrificati. Si candida a diventare il polo CCS di riferimento per l’area del Mediterraneo. La roadmap riporta le attese in riduzione delle emissioni di CO2 del 20% nel 2024 rispetto al 2022 (erano del 10% l’anno scorso), e indica le prossime tappe. Ossia una riduzione del 25% al 2027, -40% al 2030, -50% al 2032. Previsti interventi di efficientamento ed elettrificazione per l’alimentazione delle centrali di spinta del gas, che assorbono la maggior parte dei consumi di Snam. Per le emissioni di metano, già ridotte del 57,5% nel 2023 sul 2015 (risultato che è valso la quarta riconferma consecutiva del Gold Standard di Unep), si arriverà a -72% al 2030 (e ricordiamo che attualmente il gas disperso è poca cosa, non supera lo 0,03% di quello immesso in rete). Il tutto grazie soprattutto a progetti, altamente tecnologici, per individuare, monitorare e contenere le cosiddette “emissioni fuggitive”.
Migliorare gli ecosistemi
Ma il Gruppo è impegnato in prima linea sul fronte della “biodiversity strategy”, che significa non solo impatto zero sugli ecosistemi attraversati da lavori dell’azienda, ma impatto positivo (net positive impact), migliorandoli, a partire dal 2027. È infatti necessario, è la convinzione di Snam, uscire dalla “carbon tunnel vision”, dall’idea che sia sufficiente occuparsi della sola, ancorché importante, riduzione delle emissioni climalteranti. Prima azienda a livello globale esclusivamente dedicata al business delle infrastrutture ad aderire al nuovo Corporate Engagement Program di SBTN (Science Based Targets for Nature), Snam ha messo la propria capillare presenza sul territorio nazionale al servizio dei suoi ecosistemi. I cantieri stanno così diventando presidi dell’equilibrio idrogeologico, faunistico e vegetazionale del Paese.
L’importanza della finanza sostenibile
Nel 2020 era al 40% del funding di Snam, nel 2023 all’80% e ha oggi raggiunto l’84%, soglia prossima all’obiettivo dell’85% per il 2027. Già oggi, il 50% del funding è legato a obiettivi di riduzione delle emissioni, impegnando Snam a fare sul serio. Altro fulcro è l’innovazione trasformativa: Snam ha digitalizzato tutti i propri asset e fa ampio ricorso all’intelligenza artificiale e alla sensoristica, puntando non soltanto sull’innovazione consolidata (proven innovation) ma anche sull’open innovation: dal 2021, Snam ha generato oltre 300 idee e ha esaminato più di 2.500 start-up, finanziando progetti come la cattura, l’utilizzo e lo stoccaggio della CO2 biogenica. Il Transition Plan è un grande impegno: è la guida di un’azienda moderna che deve guardare avanti, con forza e fiducia.
Lavoro
La Cascina: la persona al centro del nostro futuro
Impact Awards 2024: La Cascina
03 December 2024
In principio, nel 1978, fu il suggerimento di un sacerdote, Don Giacomo Tantardini, che convinse alcuni studenti romani e fuorisede ad aprire una mensa universitaria, servizio allora non previsto, a supporto dei colleghi, soprattutto di quelli fuorisede. L’iniziativa ebbe anche il contributo di 70mila lire, donate dall’allora cardinale Albino Luciani, futuro Papa Giovanni Paolo I, e attirò fin da subito le simpatie di molte persone. Oggi, 46 anni dopo, quell’idea originaria è diventata La Cascina Cooperativa, una holding di primaria importanza, con sede centrale a Roma e sviluppo capillare in tutta Italia, operante - attraverso le controllate Vivenda SpA, La Cascina Costruzioni Srl e Maranto Srl - nei settori di ristorazione collettiva, banqueting, global service, facility management e costruzioni. I ricavi superano 400 milioni di euro con una clientela pubblica e privata. I lavoratori sono oltre 9 mila, ed i lavoratori sono oltre 7 mila.
Lo spirito di squadra per milioni di consumatori
Le accresciute dimensioni e la vocazione nazionale non hanno cambiato lo spirito di servizio del Gruppo e il valore riconosciuto al territorio. Il ventaglio dei servizi è ampio. Gestione diretta di ristoranti aziendali, interaziendali e free-flow; gestione completa dei servizi di ristorazione per le scuole; gestione di alberghi e residenze universitarie: attività commerciali, catering e banqueting; pulizia e sanificazione, derattizzazione e deblattizzazione; logistica, ausiliariato e piccola manutenzione; gestione delle aree verdi: ricevimento, accoglienza, reception, call center, housekeeping; lavori, opere e impianti. Non si possono svolgere tutte queste attività senza un forte spirito di squadra, indirizzato a soddisfare milioni di consumatori. Proprio per questo il Gruppo destina significativi investimenti nella formazione continua.
Il presidente Gualandri: “Lavoro, un bisogno primario”
Il presidente del Consorzio Gruppo La Cascina dice: “Fin dalle sue origini il nostro Gruppo ha come obiettivo principale la risposta a un bisogno primario: il lavoro. Per questo persegue in forma mutualistica lo scopo di creare nuove opportunità di lavoro alle migliori condizioni economiche, sociali e professionali. Ha attivato forme di partenariato con altre realtà con cui ha in comune la stessa vocazione sociale. Tra queste la cooperativa sociale Medihospes che rappresenta il modello di collaborazione più longevo ed efficace per il suo impegno quotidiano di assistenza, cura, accoglienza verso le persone in stato di fragilità”. Continua Gualandri: “Insieme ai nostri partner prestiamo grandissima attenzione alla parità di genere: in tutte le società la rappresentanza femminile è massimamente tutelata, tanto da raggiungere l’80% nel Gruppo La Cascina e il 74% nella cooperativa Medihospes. Realtà, dunque, a trazione femminile. Oggi le nostre attività devono incorporare sempre più i fattori della sostenibilità coniugandone le tre dimensioni: economica, ambientale e sociale. Da molti anni le nostre imprese adottano politiche di sostenibilità per ridurre l’impatto sull’ambiente o promuovere il benessere delle persone e delle comunità. Altro aspetto essenziale è la trasparenza e comunicazione delle performance ESG ai nostri stakeholder: a dicembre saranno presentati i nostri primi bilanci di sostenibilità in cui racconteremo il nostro percorso di sostenibilità descrivendo le strategie, le politiche, le azioni e gli obiettivi aziendali per contribuire ad una transizione energetica giusta”.
Pasti sani e gustosi
Per un Gruppo che opera nella ristorazione collettiva, dai grandi numeri, l’aspetto della salute è fondamentale. Una sana e corretta alimentazione è dunque un ottimo punto di partenza per la prevenzione di patologie. Così La Cascina offre a chi mangia fuori casa un pasto sano e gustoso, come quello che avrebbero consumato fra le mura domestiche, anche con soluzioni calibrate sulle esigenze dei singoli. Tutto questo viene fatto ottimizzando i costi: il cliente può così concentrare le proprie risorse sul core business ottimizzando e razionalizzando la gestione delle attività non core, quale per esempio è il servizio-mensa di un’azienda. Per cultura e vocazione, La Cascina si è impegnata a trovare una sintesi fra le esigenze di una dimensione imprenditoriale - e il Gruppo ce l’ha, di prima importanza - e la tradizionale apertura all’individuo, tipica delle cooperative. Da una parte si lavora per i risultati, che garantiscono il successo dei progetti, dall’altro si delineano e pianificano strategie rivolte al futuro sostenibile secondo i parametri dettati dall’Agenda 2030 dell’ONU, da un altro ancora si prendono scelte con il passione e la sensibilità di chi ha la responsabilità di orientare e assistere migliaia di persone in una nuova e più moderna concezione della mutualità.
Progetti e sponsorizzazioni
Attraverso le controllate, il Gruppo opera diverse sponsorizzazioni per eventi e progetti. Ha sostenuto con Vivenda, tra altro, le Mille Miglia (2019), la Notte Bianca di Fiumicino (sempre 2019), i Mondiali canottaggio Juniores a Varese (2022), la squadra femminile di pallavolo Volleyrò, Roma. E tra i progetti: il Ristorante sociale Le Cappellette, i 20mila pasti con Agesci (scout) a Verona. Con Cascina Costruzioni, tra i progetti si contano: la realizzazione del ponte ferroviario sul fiume Bradano, il pastificio all’interno dell’IPM di Roma a Casal del Marmo, la residenza studenti Roma Tre, l’asilo per i dipendenti di AdR (Aeroporti di Roma), i lavori ferroviari sulle linee Bari-Matera e Taranto-Metaponto e molto altro. Con Medihospes si annoverano - tra altri - il progetto dello psichiatra Santo Rullo e della sua Nazionale Crazy For Football; la Casa dell’accoglienza “Enzo Jannacci” di Milano, struttura per l’accoglienza temporanea di persone adulte in grave stato di bisogno, prive di una diversa risorsa alloggiativa in città diventata anche centro polifunzionale, con attività e proposte dedicate a tutta la cittadinanza. E ancora: il Centro diurno Alzheimer S. Giuseppe Sognatore, a Roma. Medihospes, insieme a Linaria e ad altre associazioni del territorio, ha inaugurato il nuovo giardino sensoriale e orto terapeutico di cui potranno beneficiare gli anziani ospiti della struttura. Realizzata in parte con i fondi Unesco, questa nuova area verde è stata pensata per raggiungere diversi obiettivi: favorire la stimolazione sensoriale e la connessione emotiva contribuendo al benessere dei malati di Alzheimer. Degno di rilevanza il progetto AccogliMe, a Messina, che coinvolge dodici migranti - adeguatamente formati - nel ricevimento del crocieristi in arrivo con le navi Carnival e Princess Cruise.
Parlare di Bioman significa indicare uno dei più importanti provider europei della raccolta differenziata, della ricerca sulle energie alternative e, in una parola, della modernità applicata al sistema industriale. Prima di Bioman i rifiuti andavano -un po’ ovunque- in discarica. Che cosa accadesse poi sotto terra e dopo anni di macerazione di centinaia di tonnellate di rifiuti nessuno lo sapeva e ancora oggi nessuno sa indicare l’eredità, purtroppo assai vasta, di quel sistema.
Angelo Mandato, solido ingegnere gestionale di 58 anni, è il grande avversario della discarica. Nel 2025 saranno trent’anni da quando a Este, una bellissima cittadina della bassa padovana, Mandato diede inizio a una rincorsa che oggi lo rende presenza imprescindibile nel settore della migliore tecnologia italiana nel settore dei rifiuti. Due grandi impianti, uno a Este, appunto e l’altro a Maniago, nel pordenonese, salvano il Triveneto, ma non solo, dall’essere invaso dai rifiuti. C’è dell’altro. Negli stabilimenti di Sesa e Bioman si studia, si sperimenta, si applica quanto di meglio esiste nella ricerca di nuove fonti di energia. Quello della ricerca e, quindi, della modernità, è l’asso nella manica del Gruppo dal lontano 1998. Allora si presero in oggetto le migliori esperienze olandesi, oggi tedeschi, americani e canadesi vengono in Italia e precisamente da Bioman a lezione di tecnologia. Il professore, senza dubbio, è Wilbert Smees, che al posto degli alambicchi degli alchimisti rinascimentali, edifica cattedrali che “mangiano” i rifiuti e restituiscono pulizia e potenza energetica. A lavorare in impianti che hanno imparato a non bruciare ma a trasformare gli elementi, sono circa 1200 dipendenti, alcuni dei quali di vasta esperienza e di notevoli capacità.
Del resto, se vogliamo salvare il Continente dal problema, spesso dal dramma, dei rifiuti, dobbiamo imparare, cittadini ed esperti, ad avere grande rispetto dei materiali. Di “tutti” i materiali, compresi quelli che sembrano inutilizzabili o repulsivi. L’umido, per esempio. Ogni giorno le aziende di Mandato operano con personale iperspecializzato sulle piazze del triveneto con raccolte differenziate che sono l’eccellenza in Europa, ma le aziende si occupano anche del trasporto virtuoso dell’umido da Salerno, Roma e di Napoli con mezzi alimentati a biometano, autoprodotto proprio dell’umido trasportato. Proprio così il rifiuto frazione umida, raccolto in città e trasferito in impianto, viene trasformato in energia rinnovabile, che magari diventa biocarburante con il quale i camion Bioman attraversano i territori senza far danni all’ambiente. Qui, tra il Veneto e il Friuli Venezia-Giulia sanno cosa significa lavorare in pace con la Natura. E anche insegnare ai ragazzini e per riflesso alle loro famiglie che cosa si deve fare per una buona raccolta differenziata. Sono tanti e preparati i funzionari Bioman e Sesa che vanno in giro per le scuole e sono numerose le iniziative delle Aziende per informare piccole e grandi comunità di cittadini della nuova Europa, che si sta costituendo sulla scorta delle regole dettate dal Green del buon senso.
Ma occorre tornare alla tecnologia per comprendere fino in fondo il circuito virtuoso e positivo inventato da Mandato e le sue ricadute positive sulla vita dei cittadini. A Este lo stabilimento è specializzato anche per trattare la cosiddetta frazione secca, cioè la plastica e la carta e dal 2000 Sesa, pioniera delle tecnologie, ha introdotto la gestione anaerobica dell’umido, dopo avere acquistato una piccola società che si era specializzata in questo trattamento particolare. Esito della lavorazione: da un metro cubo di frazione organica dei rifiuti urbani, si ricavano circa 180 metri cubi di biogas, composto per circa il 60 per cento da metano e per il restante 40 da CO2 . Un altro impianto divide poi le molecole di metano da quelle di anidride carbonica, processo che consente di produrre il biometano che in parte serve all’azienda stessa per la propria flotta di mezzi per la raccolta differenziata. Una parte del biogas prodotto in impianto alimenta i cogeneratori per l’autoproduzione di energia elettrica necessaria al funzionamento delle strutture aziendali e il calore generato dalla centrale viene recuperato e con una moderna rete di teleriscaldamento alimenta scuole, edifici pubblici e privati con notevoli risparmi di risorse e di costi per la popolazione.
Quando la tecnologia riesce a toccare direttamente il portafoglio della gente, che si riscalda con molti meno soldi, si può dire che il ciclo è diventato davvero virtuoso. Ma non basta, perché dal biometano viene fuori il fuel che fa andare i camion anche di flotte terze sia pubbliche che private e dalla CO2 immessa nel mercato una importante redditività per l’azienda che la rivende sul mercato. Ma che l’impianto faccia bene e sia una risorsa del territorio lo sanno bene le popolazioni di Este e di Ospedaletto Euganeo che usufruiscono della rete di teleriscaldamento che viene messa a disposizione da Sesa con notevole abbattimento dei costi per gli utenti che oltretutto dismettono le vecchie caldaie domestiche e relativi adempimenti. Infine, la parte residua dei rifiuti a fine processo viene trasformata in compost, cioè nel terriccio che compriamo nei vivai e, pensate un po’, il liquido che viene recuperato da tutto questo ciclo di lavorazione con un processo di depurazione biologica diventa acqua potabile che serve per lavare le strade dei comuni e per la pulizia degli impianti dell’azienda.
Due partite vanno ancora definite, quella della bio plastica, cosa assai diversa dalla plastica, e l’altra che riguarda il recupero e l’utilizzo della parte legnosa del rifiuto soprattutto quello che deriva dalle potature per ritrasformarla in pellet. La bio plastica può e deve essere “digerita”, e gli impianti di Sesa e Bioman certamente sono in grado di farlo, motivo per cui Bioman partecipa alla vita del Consorzio Biorepack, assieme alle migliori aziende del settore che stanno lavorando per promuoverne l’utilizzo massivo. Solo così si può sostituire negli usi quotidiani la plastica con un prodotto naturale biodegradabile che è la bioplastica per la salute del pianeta. Sono 52 i comuni del Veneto che conferiscono i propri rifiuti a Sesa, ha ragione Mandato, che da sempre sostiene che non conta quanto si sia grandi, ma quanto si riesce a recuperare. E l’ingegnere è davvero un mago del recupero.
Intervista a Mandato
Ingegnere era così sbagliato il sistema delle discariche?
“Ma certo. Sbagliato e antiquato. Il rifiuto è una ricchezza per tutta la società, non solo un affare per chi mette sottoterra la roba che non sappiamo utilizzare meglio”.
E quindi ha deciso di copiare dagli olandesi?
“Beh, più che copiare abbiamo acquisito la grande esperienza del dottor Wilbert Smeets, che ci ha messo tutti al lavoro e assieme abbiamo inventato un ciclo virtuoso dedicato al recupero dei rifiuti. Oggi, senza falsa modestia Bioman è all’avanguardia nel mondo e ci sarà pure un motivo per cui dal Canada agli Stati Uniti vengono a studiare il nostro modello”.
Di che cosa è più soddisfatto di questi trent’anni di lavoro sul recupero e sulla ricerca?
“Del lavoro che facciamo con le scuole. Guardi, se non ci prendiamo cura davvero dei più piccoli, il pianeta non si salverà. Ma devo dire che questi giovani sono molto preparati e che sono permeabili alle novità, anche quando impattano sulla loro vita quotidiana”.
La parola magica è…
“Bioplastica. Aiuta tutti noi, è facilmente recuperabile e completamente riciclabile, e non da controindicazioni né agli impianti, né all’ambiente, anzi. Come le cose utili - e spesso umili- è un po’ maltrattata per via del nome che la accomuna alla plastica, ma davvero è tutt’altra cosa. Conto molto sul lavoro prezioso che fa il Consorzio Biorepack e sulle indiscusse competenze del Presidente Marco Versari”, che ho il piacere di conoscere da molti anni. È un maestro con cui ho condiviso per molti anni l’incarico di consiglieri del Consorzio Italiano Compostatori, promovendo le più importanti battaglie per l’ambiente in Europa fino al riconoscimento legislativo delle bioplastiche nelle differenziate.
Angelo Mandato
Le difficoltà più grandi?
“Direi due: far capire a tutti che ci salviamo solo se impariamo a non demonizzare la bioplastica che è sempre utile e completamente riciclabile e poi far comprendere alle istituzioni che operare sulla educazione al rispetto della natura, è un lavoro che riguarda tutti, Stato e privati, e solo dalla sinergia tra di noi riusciremo a vivere in un mondo migliore”.
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Lavoro
Banco BPM indica La Molisana e Magic Spa
Impact Awards 2024: Banco Bpm, La Molisana e Magic Spa
03 December 2024
L'attenzione dedicata tradizionalmente alle imprese, sia verso le grandi aziende sia al settore delle Pmi, ha permesso a Banco BPM di maturare una conoscenza approfondita della moltitudine di esperienze imprenditoriali che l’Italia esprime. Una conoscenza che ha reso possibile la predisposizione di un modello di servizio rispondente alle esigenze delle aziende e permesso di evidenziare con chiarezza il ruolo che le imprese hanno nel guidare la transizione verso un’economia sostenibile. Coniugare e trasferire nei processi produttivi industriali qualità, innovazione e sostenibilità richiede un mix di competenze, immaginazione e concretezza davvero unico. Proprio il riconoscimento di queste caratteristiche, unite al forte spirito imprenditoriale, ha messo in luce le attività de La Molisana - Gruppo che comprende lo storico pastificio fondato nel 1912 a Campobasso e oggi eccellenza del Made in Italy nella produzione di pasta di alta gamma - e della Magic Spa, azienda di Oleggio (Novara), leader nella produzione di airlaid (tessuto non tessuto, privo di materie plastiche), ovvero di assorbenti nel settore degli imballaggi alimentari, medicali e igienico-sanitari.
Così Banco Bpm sostiene la transizione
La Molisana e la Magic Spa, ciascuna nel proprio campo, hanno saputo tradurre la vocazione all’innovazione sia nei propri traguardi commerciali sia in percorsi virtuosi e di sensibilità verso le tematiche della Sostenibilità. Il riconoscimento a La Molisana e a Magic, vuol anche essere idealmente un tributo a tutte le imprese italiane che innovando, crescendo e facendosi carico delle nuove istanze Esg rendono l’economia del nostro Paese tra le più vitali e resilienti in Europa. In questo orizzonte, per sostenere la transizione verso un’economia sostenibile, Banco BPM ha sviluppato una gamma di prodotti e servizi, finanziari e consulenziali. Con riferimento ai temi climatici, sono stati individuati specifici traguardi in termini di nuove erogazioni di finanziamenti green e alle imprese appartenenti ai settori low-carbon, stabilendo, inoltre, un quadro di iniziative per supportare i clienti nel loro percorso di transizione climatica attraverso consulenza e offerta commerciale dedicate, in linea con la strategia Net-Zero adottata dal Gruppo finalizzata alla decarbonizzazione dei portafogli crediti e titoli del banking book. Infine, è stata confermata la neutralità delle emissioni nette di carbonio del Gruppo.
Pasta di alta gamma dal Molise
“La Molisana produce pasta con l’acqua incontaminata del Parco del Matese e con semola di prima qualità, derivata dal grano, di cui in azienda abbiamo un vero e proprio culto”. Così si legge nel Bilancio di Sostenibilità stilato nel 2022, ancora effettivo nelle grandi linee. Basate su tre parole-chiave: coraggio, radici, follia. Il coraggio è storico, risale al 1910, quando Domenico Ferro lascia la Campania - aveva un’attività avviata - per ricominciare in Molise, creando il primo mulino a palmenti. Suo figlio Giuseppe, farà risorgere il mulino, distrutto dalle bombe durante la seconda guerra mondiale, e lo farà crescere, diversificando gli affari, fino al boom degli anni Ottanta. Far crescere significa avere radici. I figli di Giuseppe, Domenico e Vincenzo, nel 1972 prendono li timone dell’azienda. E la follia (un pizzico)? È quella di Giuseppe Ferro Jr che sogna di acquisire lo storico pastificio di quel territorio in cui la F.lli Ferro è diventata riferimento del settore molitorio. Giuseppe condivide il sogno con la famiglia: Flavio, Rossella e Francesco. E nel 2011 acquistano La Molisana. Una nuova sfida. La Molisana non smette di investire, scrivendo una storia familiare di successo. I numeri della sostenibilità. Eccoli. Packaging di carta senza plastica; 65% dei materiali per il packaging da fonti rinnovabili; 98,7% dei materiali acquistati per packaging e prodotti da fonti rinnovabili; impianto fotovoltaico attivo dal 2024; nuova sede alimentata dal recupero del calore e del freddo; 100% dei rifiuti avviati a riciclo o recupero; oltre 1.600 le tonnellate di scarti freschi e secchi di produzione recuperati per la produzione di mangimi e altro a livello produttivo. In ambito sociale (dati 2022): 300 dipendenti diretti, di cui il 28% under 30 e quasi il 20% donne; tre quarti dei dipendenti sono originari del Molise; 650mila euro e più in sponsorizzazioni con realtà del territorio. La Molisana - proprietà della famiglia Ferro: Vincenzo presidente, Giuseppe ad, Rossella direttore marketing, Flavio direttore pastificio, Francesco direttore molino - si trova in linea con l’Agenda 2030 perché da sempre sostiene un modo di fare business che concilia il profitto con l’impegno etico e culturale. Utilizza grani coltivati in Molise, Marche, Puglia, Lazio e Abruzzo e produce pasta in 21 formati, in varie dimensioni. A Oleggio tra brevetti e imballaggi green E ora andiamo a Oleggio, sede di Magic Spa, altra azienda indicata da Banco Bpm. È leader e ha sviluppato diversi brevetti per materiali airlaid per gli imballaggi, biodegradabili e compost abili, affermandosi come pioniere nell’innovazione sostenibile. Dice l’ad Mara Galli: “Va menzionato il riconoscimento del MiSe - ministero dello sviluppo economico - per il merito di innovazione di Magic nello sviluppo di un pad biodegradabile. L’impegno verso la sostenibilità è tra i fattori che hanno catalizzato l’interesse e l’investimento del fondo Sviluppo Sostenibile gestito da DeA Capital Alternative Funds SGR, contribuendo a rafforzare la leadership dell’azienda nel mercato”. Le novità industriali, le certificazioni ambientali (ottenute da Magic), gli accorgimenti per ridurre l’impatto sul clima di ogni lavorazione, vanno di pari passo, e lo ricorda con passione l’ad Galli, con l’aspetto sociale. L’azienda di Oleggio rispetta i diritti umani, è attenta alle condizioni di lavoro, nonché all’uguaglianza e all’inclusione nel trattamento delle persone, oltre che controllare la catena di fornitura, affinché i fornitori rispettino gli stessi principi.
Il rating legalità
Magic ha di recente ottenuto il rating di legalità, destinato allo scopo di promuovere comportamenti aziendali legali, etici e trasparenti. Il rating di legalità, di particolare attenzione nelle aziende orientate alle tematiche Esg, influenza le scelte degli investitori ed è una bussola per orientare il management nelle scelte di politica societaria che ne implementino il grado di adesione ai valori di sostenibilità. Il rating è promosso e deliberato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), in raccordo con i Ministeri della Giustizia e dell’Interno. Ed è, va detto, indicatore dell’integrità e dello stato di buona salute di una azienda. Di cui gode con certezza Magic Spa, guidata da Mara Galli.
Lavoro
Master e nuovo campus per gli agronomi del futuro
Impact Awards 2024: Gruppo BF Spa
03 December 2024
Progetti formativi e di ricerca nel settore dell’agricoltura e dell’agribusiness: è questo l’impegno, e la ragione fondante, di BF Educational, società appartenente al primo e unico gruppo agroindustriale italiano quotato in borsa (BF Spa). Che è anche - non tutti lo sanno - la più grande azienda agricola del Paese per superficie utilizzabile. Un Gruppo di notevole importanza sullo scenario economico, basato su tre pilastri: terra, competenze, servizi.
BFspa, il più importante gruppo agro industriale italiano quotato in borsa, è attivo nella produzione di cereali, orticoltura, legumi, erbe officinali, frutta (mele e pere), olio Evo. Si occupa di sementi (SIS), di terra (con Bonifiche Ferraresi e BF Agricola), di trasformazione agroalimentare (con, tra altro, i pastifici Fabianelli e Ghigi 1870, o gli integratori del progetto benessere Matt), di agriforniture e servizi (Consorzi Agrari d’Italia), di agricoltura di precisione (con Diagram e Agronica), di distribuzione (NaturaSì), di partecipazioni internazionali (BF International che ha avviato tra gli altri in Algeria il più grande progetto italiano agroindustriale sulla sponda sud del Mediterraneo) e finalmente di formazione. Aspetto strategico nella crescita di ciò che costituisce un polo agro-industriale europeo di eccellenza, al servizio del Paese per capacità produttiva e qualità dell’offerta.
Dall’agrofisica all’Intelligenza Artificiale
Che cos'è esattamente BF Educational? Innanzitutto, promuove l'alta formazione coinvolgendo studenti, professionisti, ricercatori, esperti, imprenditori e agricoltori attraverso la collaborazione con enti di ricerca, università e partner pubblici e privati italiani e internazionali. Ad oggi sono coinvolti oltre 20 partner tra i quali enti, università e centri di ricerca e hanno già coinvolto oltre 200 studenti, impegnati nelle 3.500 ore di corsi. I percorsi - tra cui Master di I e II livello, Agritech Academy, Summer School, Call internazionale e Dottorati di ricerca in coprogettazione - sono in collaborazione con le principali Università italiane. Su temi centrali quali l’agricoltura digitale e sostenibile, la gestione dei dati satellitari, la precision farming, la gestione dei sistemi agricoli moderni e tecnologicamente avanzati per la produzione food e no food, l’uso sostenibile della risorsa idrica e l’analisi dei suoli.
I percorsi prevedono l’applicazione dei più innovativi sistemi di analisi delle Crop Science, dell’Agrofisica, della Genetica, del Remote Sensing, dell’Intelligenza artificiale. La ricerca e l’innovazione partono dalle aule di studio e dai campi per arrivare ai laboratori. In modo di individuare la più efficace applicazione per le tecnologie avanzate dell’agritech e la gestione agronomica sostenibile. L’agronomia e la fisica vengono integrate per studiare le proprietà e i meccanismi delle colture e del suolo, dai principi idrodinamici e biofisici di base alla realizzazione di nuovi rilevatori e sistemi di imaging come la Tomografia a Emissione di Positroni e la Risonanza Magnetica per la rilevazione e la misurazione, in campo aperto, dei nuovi processi funzionali delle colture.
90mila metri quadrati per gli studenti
BF Educational ha avviato un programma di investimenti, che prevede nell’arco di piano 2023 – 2027, di 45 milioni di euro per realizzare un campus di avanguardia che avrà nell’azienda di Jolanda di Savoia (FE) il cuore pulsante. Attraverso il recupero e la rigenerazione di edifici già di proprietà del Gruppo, ma inutilizzati, è in corso la realizzazione - su un’area di 90mila metri quadrati - di spazi dedicati alla formazione, all’ospitalità degli studenti, a nuovi uffici. Nello specifico: 16mila metri quadrati di aule didattiche, una biblioteca di 700 mq, 2500 mq di laboratori su sensoristica e serre automatizzate, 27mila mq per la mensa e le strutture sportive, 900 mq per i nuovi uffici, 4000 mq per l’accoglienza studentesca.
Numeri che fanno ben capire l’imponenza del progetto educativo. Il 26 luglio scorso, nella sede di BF Spa, si è tenuto un convegno dal titolo “AI-Agricoltura Intelligente. Internazionalizzazione dei modelli, competenze e capitale umano, tra sfide reali e opportunità digitali”. Molti i relatori e gli ospiti, tra cui la senatrice Anna Maria Bernini, ministro dell’Università e della Ricerca, il sindaco di Jolanda di Savoia, Elisa Trombin, i rettori di primarie università italiane e il presidente di Bf Spa Michele Pisante.
In quel consesso, l’amministratore delegato del Gruppo, Federico Vecchioni, ha dichiarato: “L’agricoltura, attraverso la ricerca scientifica e le attività di formazione, saprà e dovrà agire da protagonista nei due ambiti fondamentali per il futuro del pianeta: un migliore approvvigionamento alimentare a per quantità e qualità e la transizione energetica. Con il piano industriale 2023-2027 e l’aumento di capitale di 300 milioni di euro, BF Spa ha dato vita, proprio con questi obiettivi, a due società specifiche e destinate ad affrontare queste importanti tematiche: BF International e BF Educational. L’internazionalizzazione e la formazione sono due ambiti che procederanno sempre in modo integrato in tutte le aree del mondo nel quale opereremo creando le premesse di nuova occupazione altamente formata che permetterà di migliorare la qualità della vita delle comunità con cui collaboreremo”.
Strategia condivisa dal presidente di BF Educational, Giovanni De Gennaro, che nello stesso convegno ha dichiarato: “Attraverso le costanti attività di ricerca portate avanti da BF Spa negli ultimi 10 anni, oggi BF Educational può mettere a sistema la grande e approfondita conoscenza in ambito agritech e offrire percorsi formativi di altissimo livello sia alle giovani generazioni che stanno costruendo il loro bagaglio di esperienze sia a professionisti affermati che devono adeguare le loro conoscenze ai nuovi contesti del settore agricolo. Il fattore umano unito alle innovazioni tecniche è il binomio vincente per affrontare le sfide del futuro”.
Il bando è aperto fino al 30 dicembre
Adesso, novembre 2024, terminata la prima edizione del Master di II livello in “Progettazione e gestione di sistemi colturali moderni, sostenibili e tecnologicamente avanzati”, nato dalla collaborazione tra l’Università degli Studi di Bologna e BF Educational, con il supporto di Fondazione Alma Mater, sono aperte le iscrizioni alla seconda edizione. La scadenza del bando è fissata per il 30 dicembre 2024, i corsi partiranno a gennaio 2025. Il Master, che consente di ottenere 60 crediti formativi, si articola intorno a un’offerta formativa da 252 ore di didattica frontale e 300 ore di stage/ project work. L’obiettivo è permettere agli studenti di acquisire un adeguato know-how e maturare competenze tecnico-pratiche tramite l’esperienza diretta sul campo.
Le lezioni si svolgono nel moderno Campus di BF Educational a Jolanda di Savoia (FE) e, grazie all’erogazione di borse di studio, i costi di vitto e alloggio saranno interamente coperti. Il Corso di studi post laurea è rivolto alla qualificazione professionale di agronomi esperti in grado di progettare e gestire sistemi colturali all’avanguardia e sostenibili, orientati alla produzione di materie prime destinate prevalentemente all’industria non alimentare, inclusi i biocarburanti avanzati.
Crescita professionale e umana. La partnership con Treccani Accademia
Un’altra importante collaborazione è quella con Treccani Accademia, istituzione di eccellenza nell’ambito della formazione. In particolare, BF Educational è diventata partner del Master Agribusiness di Treccani Accademia, partito il 25 novembre. Un percorso formativo - rivolto a tutti coloro che intendono intraprendere una carriera nel settore agricolo e agroindustriale - capace di fornire le competenze manageriali necessarie, con un focus particolare sulla sostenibilità e sull’adozione di tecnologie innovative. Nell’ambito di questa collaborazione BF Educational ha messo a disposizione dodici borse di studio a copertura totale. Francesco Pugliese, Amministratore Delegato di BF Educational ha commentato affermando che “Le collaborazioni avviate sottolineano ancora una volta il nostro impegno nel promuovere l’innovazione e le competenze tra i giovani, rendendo l’agricoltura un’opzione sempre più allettante per le nuove generazioni di imprenditori. Crediamo che investire nel capitale umano sia fondamentale per guidare la transizione verso un’agricoltura moderna e sostenibile.”
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"Sostenibili oggi per garantire un futuro domani”. Ha l’incisività di uno slogan, ma slogan non è: si tratta della linea programmatica del Gruppo Ascopiave, uno dei principali operatori nazionali nella distribuzione del gas naturale, società per azioni partecipata, tramite la controllante Asco Holding S.p.A., da 77 comuni e 9 soci privati, quotata in Borsa Italiana dal 2006, che gestisce il servizio in 301 comuni del Nord Italia, ha una rete distributiva di oltre 14.700 km e raggiunge circa 870.000 utenti. Una realtà che se decide un percorso sostenibile lascia il segno, eccome.
In una lettera agli stakeholder, il presidente e amministratore delegato, Nicola Cecconato, scrive: “Consapevole del significativo contributo che il Gruppo può dare nella costruzione di un futuro migliore, Ascopiave continuerà a perseguire il miglioramento continuo degli obiettivi raggiunti, per un successo aziendale davvero sostenibile”. E in un altro punto: “Il Bilancio di Sostenibilità 2023 costituisce uno strumento di rendicontazione. Descrive i risultati e gli obiettivi strategici del Gruppo e si pone in linea con le sfide globali anche in ambito di sostenibilità, sviluppando progetti, risorse e competenze per un futuro inclusivo e rispettoso dell’ambiente. Poiché, come dice qualcuno, There is no planet B” (non c’è un altro pianeta dove vivere). Vediamo dunque cosa contiene il Bilancio di Sostenibilità, vera e propria guida per i dirigenti, per i dipendenti e gli stakeholder di Ascopiave.
Per Ascopiave la sostenibilità non è una moda, ma è il vero acceleratore di crescita. L’azienda vede l’ESG (acronimo di Environmental, Social e Governance) come valore fondante per un business responsabile ed etico. Per esempio: Ascopiave, che distribuisce gas naturale, ha iniziato a diversificare verso le rinnovabili, in sinergia con gli obiettivi della transizione green. L’approccio ESG guida ogni livello dell’organizzazione e dimostra come il Gruppo affronti le sfide globali.
Trasparenza, Integrità e Responsabilità
Un modello di governance robusto assicura che l’azienda operi con integrità, responsabilità e trasparenza a beneficio degli stakeholder. Già nel 2021, l’assemblea degli azionisti di Ascopiave deliberò - in anticipo sui tempi - una modifica nello statuto. Introdusse il concetto di “successo sostenibile”, inteso come creazione di valore a lungo termine a beneficio degli azionisti, tenendo conto degli interessi degli altri stakeholder rilevanti per la società.
Il Codice Etico di Ascopiave è la bussola per management, dipendenti e stakeholder; dà priorità alla sostenibilità e al rispetto e valorizzazione del personale.
Nel 2022, il CdA ha adottato - su suggerimento del Comitato Sostenibilità - le “Linee di Indirizzo per il perseguimento del successo sostenibile”. E la strategia economico-finanziaria del Gruppo ha integrato gli obiettivi ESG: il CdA ha approvato il “Piano Strategico 2024-2027” nel rispetto dei principi fissati nelle suddette “Linee di indirizzo”. Che sono: crescita nei core business; diversificazione in settori sinergici; efficienza economica e operativa; innovazione.
La creazione di valore
Il Gruppo mira a una stabile creazione di valore per gli azionisti e degli stakeholders. Il sistema di controllo interno e di gestione dei rischi risponde alle best practices di settore, grazie all’aggiornamento dei modelli di organizzazione, gestione e controllo delle società del Gruppo. Il coinvolgimento degli stakeholder, che punta a implementare la fiducia, ha portato alla creazione di un database periodicamente aggiornato. Il Gruppo Ascopiave ha identificato oltre 700 stakeholder, raggruppati per macrocategorie. Per ciascun portatore d’interesse sono stati associati nominativi e recapiti, così da permetterne il coinvolgimento attraverso diverse modalità, tra cui questionari. Ascopiave fa parte di quelle società che per prime dovranno implementare la Direttiva n. 2022/2464/UE riguardante la rendicontazione societaria di sostenibilità (Corporate Sustainability Reporting Directive, CSRD). La nuova disciplina richiede alle aziende dettagli più completi su questioni ambientali, sociali e di governance. E introduce l’obbligo di comunicare dati prospettici, la valutazione degli impatti lungo la catena del valore e la misurazione degli effetti di attività aziendali sul clima e sulla società. Obiettivo: aumentare la trasparenza.
L’importanza delle persone
Il valore non è solo economico, è anche l’impatto positivo sulle persone. Il benessere, la piena e stabile occupazione, la crescita professionale dei dipendenti sono priorità strategiche. Richiedono investimenti in formazione e aggiornamento, per potenziare le competenze e garantire un ambiente di lavoro sicuro, inclusivo, motivante. La sicurezza sul lavoro si ottiene con misure preventive. Inclusione e pari opportunità, parole quantomai attuali, sono punti cardine della cultura aziendale, con attenzione alla diversità e valorizzazione dei talenti, nonché alla conciliazione tra vita privata e lavorativa dei collaboratori. Ma l’impatto sociale di Ascopiave non si ferma qui: l’azienda è partner attivo per le comunità locali, collaborando con amministrazioni e enti senza scopo di lucro per sostenere progetti di miglioramento della qualità della vita.
Il Gruppo privilegia i fornitori con certificazioni ambientali, di qualità, salute e sicurezza, che operino in linea con le scelte sostenibili di Ascopiave. E la prevalente presenza di fornitori locali contribuisce a mantenere il livello di occupazione sul territorio.
Ambiente e transizione energetica
Ascopiave non accetta compromessi. Per l’ambiente, ridurre l’impatto è un impegno fattivo. La distribuzione del gas naturale avviene con tecnologie all’avanguardia nel monitoraggio delle reti. Il Gruppo, grazie a infrastrutture moderne, sta diminuendo le emissioni di gas serra. Ampliata l’attività nelle rinnovabili: idroelettrico, fotovoltaico, eolico e biometano riducono il ricorso ai combustibili fossili. E nei prossimi anni è previsto maggiore impiego di energie pulite per sostenere la decarbonizzazione. Il risparmio riguarda anche la vita interna aziendale, a partire dal servizio mensa, con l’adozione di pratiche dell’economia circolare, che riducono al minimo l’impatto ambientale. Nella sede aziendale, viene garantita la produzione di energia green da impianti fotovoltaico e geotermico. Inoltre, gli spazi verdi sono dotati di un sistema di irrigazione e di raccolta di acque piovane per ridurre i consumi d’acqua (c.d. water foot print).
Riduzione emissioni CO2
Ascopiave ha in corso progetti volti alla riduzione nella CO2. Nel settore della distribuzione del gas sono stati realizzati 30 impianti di ottimizzazione dei sistemi di preriscaldo nelle cabine REMI che consentono un risparmio di circa 200 t/anno di CO2 (nel 2023 la riduzione di CO2 è stata pari a 171 t di CO2). Altri quattro progetti sono in lavorazione e allo studio. È stata ampliata la tecnologia innovativa CRDS (Cavity Ring-Down Spectroscopy) per il monitoraggio preventivo delle condotte e l’individuazione delle dispersioni. Nel 2022, i sistemi hanno coperto circa 1.800 km di rete, nel 2023 ben 8.000 km. Ascopiave ha iniziato l’introduzione di veicoli a propulsione elettrica ed ibrida nella propria flotta. Altri progetti riguardano la realizzazione di impianti di tubo espansione cogenerativa in grado di recuperare energia dalla decompressione del gas nelle cabine.
Infine, quest’anno è stata eseguita un’analisi che ha valutato positivamente il prossimo utilizzo di tubazioni in polietilene prodotto da fonti non fossili. Queste tubazioni, al 100% compatibili con biometano, idrogeno e blend di gas rinnovabili, oltre a ridurre la produzione di rifiuti e le possibili contaminazioni di terreni e falde acquifere, riducono l’impronta al carbonio del prodotto finale.
È così forte l’impegno per la riduzione della CO2 che la politica di remunerazione in Ascopiave lega una parte della componente variabile della remunerazione dell’amministratore delegato e dei dirigenti con responsabilità strategiche agli obiettivi di performance sostenibile.
Impegno per un futuro sostenibile
Con una governance solida, attenzione per il benessere delle persone e un modello ambientale a basso impatto, Ascopiave dimostra di avere una visione a lungo termine per un futuro sostenibile. Il Gruppo con base a Pieve di Soligo (TV) riesce a combinare profitto e sostenibilità, contribuendo a un’economia più equa e rispettosa del pianeta.
E continuerà a investire nelle persone, nella tecnologia e in soluzioni innovative, confermandosi un player affidabile e impegnato nel panorama energetico italiano.
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Lavoro
Transizione ecologica, una scelta di competitività sostenibile
Impact Award 2024: A2A
02 December 2024
“Guardiamo al 2035 con un Piano che coniuga generazione di valore sostenibile, decarbonizzazione, innovazione e contributo all’autonomia energetica del Paese. Sono scelte strategiche che indirizzano i nostri business e trovano conferma nel Rapporto Draghi per il rilancio della competitività europea. La nostra visione di lungo periodo ci ha consentito di essere solidi di fronte alle incertezze geopolitiche ed economiche di questa fase storica, e di ottenere ottimi risultati, superiori alle previsioni. Per questa ragione abbiamo potuto fare nuovi investimenti anticipando cantieri e rivedendo al rialzo i dividendi per i nostri investitori”: è così che l’ad di A2A Renato Mazzoncini presenta l’aggiornamento del Piano Strategico della società.
Il Gruppo è il primo player in Italia nell’ambito dell’economia circolare e il secondo operatore energetico nazionale: quotato in Borsa, con oltre 13mila dipendenti, è impegnato a realizzare infrastrutture sui territori per promuovere la crescita sostenibile del Paese, garantendo l’eccellenza delle proprie performance operative attraverso continui investimenti in ricerca, innovazione e digitalizzazione. Con l’aggiornamento di Piano, il Gruppo conferma la centralità di transizione energetica ed economia circolare, i due pilastri strategici a cui sono destinati 22 miliardi di euro al 2035, con la consapevolezza di aver tracciato un percorso che nel tempo si è dimostrato virtuoso. In un contesto in cui l’Italia deve fare i conti con un basso livello di indipendenza energetica e con la scarsità di materie prime, A2A, infatti, ha posto tra i suoi obiettivi primari lo sviluppo delle rinnovabili valorizzando le fonti autoctone (acqua, sole, vento, rifiuti) con nuovi impianti, la realizzazione di progetti che favoriscono l’elettrificazione dei consumi e il recupero di materia (come nel caso delle batterie al litio e la creazione di nuova “materia prima seconda” da riutilizzare nei processi produttivi).
Leadership nel settore ambientale
La transizione avviata dal Gruppo parte dalle città in cui sono previsti oltre il 50% degli investimenti in arco piano: grazie alla loro densità e alla loro efficienza intrinseca, nei centri urbani si generano infatti economie di scala che li rendono ecosistemi ottimali perché gli interventi siano più efficaci, sia da un punto di vista ambientale che economico. Dei 22 miliardi di euro di investimenti previsti dal Piano di A2A 6 sono dedicati all’economia circolare e 16 alla transizione energetica e grazie ad essi il Gruppo prevede di traguardare il 2035 con un EBITDA (un indicatore utilizzato per rappresentare la redditività di un’azienda) di 3,3 miliardi di euro e un utile superiore al miliardo. La società punta a mantenere una posizione di leadership nel settore ambientale con oltre 7 milioni di tonnellate di rifiuti trattati al 2035 in oltre 70 impianti, di cui 11 attualmente in cantiere, che aiuteranno a ridurre il gap impiantistico nazionale e a promuovere la valorizzazione dei rifiuti attraverso il recupero di energia e di materia. Grazie a queste attività saranno trasformate in prodotti e materie prime seconde oltre 1 milione di tonnellate di scarti al 2035. Completa l’impegno del Gruppo nell’economia circolare l’investimento di mezzo miliardo di euro nel ciclo idrico per ridurre le perdite di rete e realizzare nuovi depuratori.
La transizione energetica per fornire energia pulita al sistema
Grazie agli investimenti previsti nelle reti di distribuzione, volti a rendere queste infrastrutture ancora più solide ed efficienti, e all’acquisizione di nuovi asset nelle province di Milano e Brescia prevista per fine 2024, il Gruppo accompagna concretamente il processo di elettrificazione dei consumi del Paese e mantiene saldo l’impegno per la transizione energetica. Inoltre, attraverso la realizzazione di nuovi impianti per produrre energia a costi competitivi, l’obiettivo di A2A è di raggiungere i 5,7 GW di capacità rinnovabile installata entro il 2035 diversificando le fonti (idroelettrico, solare, eolico). Gli investimenti che il Gruppo ha destinato a questo ambito contribuiscono a far aumentare la produzione di energia da fonti pulite e renderla più diffusa, accessibile e meno sensibile alla volatilità di mercato, anche grazie ad accordi di lungo termine e meccanismi incentivanti. Nei primi 9 mesi del 2024 la quota di produzione di energia verde ha superato il 50% sul totale. Tra i progetti più recenti rientrano i nuovi impianti eolici e fotovoltaici trapanesi di Matarocco e Mazara del Vallo, strutture di ultima generazione inaugurate a fine ottobre, e l’avvio nel corso dell’anno di un’operazione per la costruzione del più importante parco fotovoltaico del Nord Italia, che metterà a disposizione del territorio e del suo tessuto produttivo ulteriore energia green contribuendo a favorire il percorso di decarbonizzazione di un’area di grande dinamismo industriale. Anche nel segmento di mercato il Gruppo punta a consolidare il suo ruolo di operatore di primo piano in Italia, mettendo a disposizione dei clienti, in continua crescita, soluzioni innovative, capaci di creare valore nel lungo periodo e di rispondere alle diverse esigenze di cittadini e imprese. Oltre al potenziamento dei canali di contatto più moderni, il Gruppo ha in programma l’apertura di 120 store entro il 2030 in tutta Italia, garanzia di vicinanza e affidabilità. Ai guidatori elettrici sono inoltre dedicate infrastrutture e soluzioni di ricarica pensate sia per la mobilità urbana che per quella extra-urbana.
Decarbonizzazione e calore pulito
Un ulteriore fattore per la decarbonizzazione dei contesti urbani è il teleriscaldamento. A2A guarda allo sviluppo di un teleriscaldamento di nuova generazione, che sostituisce alle fonti fossili i cascami termici, ossia il calore di scarto dei grandi impianti industriali, termovalorizzatori, acciaierie, per riscaldare e rinfrescare le abitazioni senza produrre ulteriore CO2. In questo senso anche i data center hanno un ruolo sempre più centrale. Queste strutture che gestiscono un’elevata mole di dati necessari ai sistemi informatici hanno bisogno di tantissima energia e il loro fabbisogno è destinato ad aumentare per sostenere gli sviluppi tecnologici legati all’intelligenza artificiale. Allo stesso tempo i processi di raffreddamento delle loro componenti rilasciano grandi quantità di calore decarbonizzato che andrebbe disperso se non valorizzato. A2A ha identificato due progetti su Milano e Brescia per portarlo nelle case dei cittadini attraverso la sua rete di teleriscaldamento.
I dipendenti diventano azionisti
L’impegno in ambito ESG (Environmental, Social, Governance) rimane al centro del Piano Strategico, con iniziative concrete di riduzione delle emissioni e target misurabili. Il Gruppo sta anche sviluppando un Piano di Transizione Climatica e un piano d’azione per la tutela della biodiversità che saranno completati entro il 2025, insieme a iniziative per promuovere diversità, equità ed inclusione sul posto di lavoro. L’attenzione verso le proprie persone è testimoniata dai diversi progetti che la società ha avviato.
“Dopo aver destinato importanti risorse per un ampio piano di welfare a supporto della genitorialità a favore dei dipendenti del Gruppo, abbiamo deciso di proporre alla prossima Assemblea degli Azionisti un Piano di Azionariato Diffuso”, afferma Renato Mazzoncini, che nel mese di marzo aveva presentato A2A Life Caring, un programma da 120 milioni di euro al 2035 per aiutare concretamente i dipendenti impegnati nel percorso di crescita dei figli, anche attraverso contributi economici differenziati per fasce di età e fino al compimento dei diciotto anni. “Vogliamo coinvolgere tutti i colleghi nel percorso di crescita dell’azienda e condividere con loro i risultati di un lavoro costruito insieme”, continua il Ceo. Con questa nuova iniziativa, che prevede un pacchetto azionario iniziale senza esborso, “diamo la possibilità a dipendenti di investire loro stessi con un meccanismo di premio inversamente proporzionale al ruolo aziendale. È anche un meccanismo di educazione finanziaria importante”.
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