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(Ansa)
Politica

Le Università della vergogna

Oltre agli studenti che manifestano ora pure un Senato Accademico cede alle pressioni dei pro Gaza. Andando contro la logica, il loro compito e le richieste di Mattarella

La parola università dovrebbe essere al centro di discussioni inerenti alla loro eccellenza, alla formazione, soprattutto quelle italiane, da sempre esempio e modello per molti altri paesi. Purtroppo le cose non stanno così, anzi vanno male come raramente era capitato negli ultimi anni. Tutto è legato dalla guerra tra Israele ed Hamas; fin dall’inizio dello scontro su diversi atenei italiani è spirato un forte vento pro Gaza, vento soffocato poi in azioni burrascose, ultima delle quali il blocco di un evento che aveva come ospite il direttore di Repubblica, Molinari, a cui è stato impedito di parlare (ovviamente in nome della libertà di opinione…quella che è lecita se è identica alla mia ma diventa illegale se è contraria. Come nei regimi…). Ieri siamo andati forse anche oltre.

Durante una seduta del Senato Accademico dell’Università di Torino alcuni giovani aderenti al collettivo «Cambiare Rotta» hanno fatto irruzione per chiedere lo stop alla collaborazione industriale, scientifica e tecnologica con alcuni atenei israeliani. le motivazioni ve le risparmiamo; non c’è infatti nulla di universitario, di tecnologico o legato a formazione o apprendimento: è solo una questione di bandiera. Siccome c’è di mezzo quella di Israele non s’ha da fare. Stop.

Basterebbe questo per imbarazzarsi e provare un po’ di vergogna, purtroppo si è andati molto oltre. Il Senato Accademico infatti ha votato lo stop a questo rapporto di collaborazione, accogliendo così la richiesta dei collettivi.

Perché si tratta di una cosa ancor più grave? Semplicemente perché un conto è la protesta di un gruppo di studenti, gruppi che tra l’altro sono sempre una minoranza del totale degli iscritti, minoranza molto rumorosa e molto visibile, ma pur sempre una minoranza che si auto proclama portatore del pensiero unico e condiviso da tutti… un altro conto è vedere la protesta dei docenti, di chi l’ateneo lo gestisce, cura, controlla, di chi dovrebbe avere più senso di responsabilità e cervello. Sapere che decine di professori hanno sottoscritto la richiesta di stop alla collaborazione e che i vertici dell’ateneo hanno detto si è triste, per non dire altro. Anche perché si tratta di un gesto frutto dello scarso coraggio, del non voler prendere una posizione che avrebbe provocato inevitabili tensioni interne con i collettivi. Così invece di affrontare, discutere, crescere ed educare il Senato Accademico ha scelto di abbassare la testa e farsi gestire (loro) da un manipolo di ragazzi rumorosi e politicizzati.

Serve aggiungere altro? Si, che quella parte mai morta del mondo politico e culturale di sinistra non solo non condanna quanto accaduto ma appoggia soddisfatta il passo indietro dei docenti ed incentivano i ragazzi a protestare ancor, sempre di più. Andando per di più contro a quanto affermato pochi giorni fa dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «Bisogna bandire l’intolleranza dalle Università». Non incentivarla, cari professori.

Ps. Dai documenti risulta che mentre le collaborazioni con Israele sono state bloccate persistono quelle con Russia ed Iran...


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Andrea Soglio