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(Ansa)
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Gli ospedali militarizzati di Gaza

Quello scoperto dai soldati di Israele è la dimostrazione di quanto Tel Aviv pensava: Hamas usa qualsiasi mezzo, compresi i malati, come strumento di guerra

Gli ospedali nella Striscia di Gaza sono diventati il principale punto di contesa sulla scena internazionale mentre continua l’operazione israeliana nell'enclave gestita da Hamas. Questo perché la prima linea dei combattimenti ha ormai raggiunto molte di queste strutture mediche. Israele accusa Hamas -prove alla mano- di utilizzare le persone presenti in queste strutture, e i civili di Gaza in generale, come scudi umani oltre ad aver implementato nei sotterranei degli ospedali comandi operativi e depositi di armi e missili.

Questa notte l’IDF (Israel Defense Force) è entrato all’interno dell’ospedale di al-Shifa con le forze speciali Sayeret Matkal e unità dell’89esima Brigata Commando, appoggiate da carri Merkava e mezzi corazzati Namer ma contrariamente a quanto detto da Hamas non ci sono stati scontri armati all’interno, tanto che l’IDF ha consegnato attrezzature umanitarie che sono state posizionate all'ingresso dell'ospedale. Prima dell'ingresso l’IDF ha reso noto che «in un'area specifica dell'ospedale al-Shifa di Gaza i militari si sono imbattuti ed hanno neutralizzato 4 terroristi». A proposito dell’operazione in corso ad al- Shifa per l’ennesima volta la BBC che dall’inizio del conflitto si è attestata su posizioni filopalestinesi, si è scusata per aver creduto alla propaganda palestinese che ha raccontato di bombardamenti sull’ospedale. Il portavoce dell’IDF ha dichiarato che all’interno dell’ospedale sono state trovate delle armi e altre strutture di Hamas e ha specificato che «l’operazione sta andando avanti in un’area specifica dell’ospedale e senza che ci siano stati scontri con il personale medico o i civili».

Mentre scriviamo si apprende Hamas ha accettato le linee generali di un accordo con Israele –mediato dal Qatar e dagli USA - che prevede il rilascio di circa 50 ostaggi israeliani in cambio di una tregua di tre giorni a Gaza. Oltre ad interrompere temporaneamente le operazioni militari nella Striscia, Israele dovrà anche rimettere in libertà alcune donne e bambini palestinesi attualmente nelle carceri israeliane e aumentare la quantità di assistenza umanitaria consentita a Gaza.

Di sicuro l’idea di utilizzare le strutture sanitarie come centri di comando e depositi di armi e missili è stata diabolicamente azzeccata dai leader di Hamas perché così ogni volta che gli israeliani entrano in queste strutture scatta il piagnisteo amplificato dalla propaganda di al-Jazeera e dai social network. Secondo Ynet «ci sono sei ospedali e 25 strutture sanitarie nel nord della Striscia di Gaza e Israele li aveva invitati a evacuare. La maggior parte di loro ha rifiutato».

L’ospedale al- Shifa è al centro di gran parte delle preoccupazioni a Gaza perché è il più grande ospedale dell’enclave costiera. La CNN ha riferito domenica notte che «le ostilità intorno all'ospedale sabato non si sono fermate» citando per l’ennesima volta il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, secondo cui l'ospedale era sotto assedio. «Il personale e i pazienti non sono stati in grado di lasciare l'ospedale al-Shifa», ha scritto il ministero. Il rapporto cita il direttore generale del ministero, il dottor Munir al-Bursh, che ha fatto diverse affermazioni risultate false. Il portavoce israeliano dell'IDF, il contrammiraglio Daniel Hagari, ha replicato: «C’è stata molta disinformazione da Gaza, quindi voglio chiarire i fatti. Non c’è assedio, ripeto nessun assedio, all’ospedale al-Shifa. Il lato est dell’ospedale è aperto per il passaggio sicuro degli abitanti di Gaza che desiderano andarsene». Come scrive Seth J. Frantzman analista del Foundation for Defense of Democracies (FDD): «La struttura moderna di al-Shifa fu costruita quando Israele controllava Gaza e la struttura, che ha ottenuto riconoscimento internazionale e attirato notevole attenzione, è stata progettata da architetti israeliani. Le sue radici risalgono a molti decenni fa. Originariamente una caserma dell'Esercito britannico, fu convertita ad uso medico nel 1946, ampliata dall'Egitto dopo la crisi di Suez del 1956, presa da Israele durante la Guerra dei Sei Giorni e rinnovata da architetti israeliani negli anni '80. Dopo che Israele lasciò Gaza nel 2005 e Hamas prese il controllo nel 2006, le aree sotterranee dell'ospedale sarebbero diventate un centro di comando e controllo per il gruppo terroristico. L’ospedale ha tra i 700 e i 1.400 posti letto, a seconda della fonte riferita, e uno staff di oltre 1.400 persone. Un altro rapporto stima che il numero dei dipendenti del complesso, che si estende su diversi acri, sia di 4.000». L'ospedale si trova vicino alla costa, a sud del campo profughi di Shati e vicino al porto turistico di Gaza City. In quanto tale, è vicino a Rashid Road, la principale arteria nord-sud che corre lungo la costa. Questa strada adesso è il centro delle attività di due divisioni dell’IDF, una a sud di Gaza City e l’altra a nord. Pertanto, si dice che l'ospedale sia vicino agli scontri sul fronte vicino al campo di Shati e altrove ed è anche vicino ai quartieri Rimal che costituiscono i dintorni dell'ospedale. La completa distruzione di Hamas consentirà molte cose buone, ad esempio agli ospedali di poter continuare a curare i malati senza più essere la base per attacchi terroristici o magazzini per armi e munizioni.

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Stefano Piazza