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(Ansa)
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Condannati, pericolosi, professionisti della protesta. Ecco la «bella gioventù» della Sapienza

Tra chi protesta (una minoranza assoluta) nell'ateneo romano anche figure conosciute alle forze dell'ordine alla caccia di proseliti per le loro pericolose battaglie

Chi sono i ragazzi che da settimane protestano in diverse Università d'Italia? Chi è che gestisce, organizza, coordina questi gruppi di studenti poco numerosi, rispetto alla maggioranza, ma molto rumorosi e soprattutto che godono di una visibilità mediatica senza pari? certo, gli studenti non mancano ma stando alla cronaca e soprattutto alle analisi della Digos di diverse questure italiane si tratta (come ha detto il rettore dell'Università Oriente di Napoli) di poche persone e sempre delle stesse facce.

Di fatto veri e propri professionisti della protesta alla ricerca di nuovi seguaci nelle aule e nei cortili di questa o quella facoltà, come nel caso di Jehad Othman, che era presente nella recente manifestazione pro-Palestina presso l'Università La Sapienza di Roma.

Non stiamo parlando di uno studente straniero fuori sede, o di un meritevole ricercatore; stiamo parlando di un pericoloso pregiudicato, un uomo potenzialmente pericoloso. Othman è stato arrestato nel 1984 per l’agguato al viceconsole degli Emirati Arabi Uniti, Mohammed al Sowaidi, ferito da un colpo d’arma da fuoco mentre si trovava in auto sulla Cassia a Roma. Nell’attentato è stata uccisa la giovane iraniana Noushine Monteseri, e l’azione è stata rivendicata dall’organizzazione terrorista “Brigate rivoluzionarie arabe”. Othman ha scontato una condanna a 24 anni di carcere in Italia.

Una presenza che si è unita alla protesta insieme a quella di altri anarchici che non hanno nulla a che fare con il mondo accademico, cosa che sta suscitando grossa preoccupazione tra gli investigatori della Digos. Oltre a Othman c'è un'altra storia molto simile, quella di uno degli arrestati, Albarq Mohammed Ali Jummah, studente di economia di origini libiche, militante dell'Udap, l’Unione Democratica Arabo Palestinese.

Anche lui estraneo al mondo accademico della Sapienza, è stato arrestato con l’accusa di danneggiamento ai beni dello Stato per essere salito su una volante della polizia e aver gridato slogan a favore della Palestina.

Insieme a Jummah ad essere arrestata anche Stella Boccitto, 29enne, laureata in cooperazione internazionale con 110 e lode, è la figlia del giornalista del Manifesto Marco Boccitto e della ex direttrice della Accademia nazionale di danza Enrica Palmieri, oggi in pensione che hanno dichiarato che la figlia era lì perché aveva accompagnato un amico.

I due, entrambi incensurati, andranno a processo a maggio.

Di sicuro la Polizia è in allerta certa che, come da sempre accade, dietro e dentro le proteste universitarie si forma quel terreno perfetto per far crescere nuovi e più decisi militanti di questa o quella organizzazione. Il caso di Jehad Othman, un ex-terrorista coinvolto in un attentato e militante dell'Udap , non è quindi casuale e nemmeno un caso isolato. Ma parte di una strategia volta a cavalcare ben definite onde di protesta (non a caso sempre contro l'occidente) per formare nuovi addetti e seguaci.

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Linda Di Benedetto