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(Ansa)
Economia

Domani i dati inflazione, ma la Bce resta rigida sui tassi

Tanta attesa ma alla fine cambierà poco, soprattutto nella testa di Christine Lagarde

Un’inflazione ostinata e una Bce che continua nella sua politica da falco solo le peculiarità di questi primi mesi del 2024. I mercati si aspettavano mosse più intraprendenti da parte della Bance centrale Europea, già nei primi mesi dell’anno cosa che non è avvenuta. Secondo Martin van Vliet, Global macro strategist di Robeco, ci sono due scenari all’orizzonte. Quello ottimista che vede “un allentamento di 50 punti base nel secondo trimestre (quando si terranno due riunioni, ossia ad aprile e giugno). Questa premessa si basa sull'ipotesi che la stagnazione economica nell'Eurozona e la disinflazione (ipotizziamo che il tasso annuo dell'inflazione core, che a gennaio era del 3,3%, ad aprile si attesterà intorno al 2,5%) saranno in corso”. Lo scenario più pessimista vede invece una Bce prudente che prima di muoversi in materia di tassi preferisce attendere gli accordi salariali in primavera. Ciò significa che “nel 2° trimestre si potrebbe parlare solo di 25 punti base”. La motivazione principale del ritardo sembra essere che la Bce sia preoccupata di iniziare la discesa troppo presto. Dopo non aver visto l’arrivo dell'inflazione nell’estate del 2021 e averne minimizzato la portata tra novembre e dicembre Christine Lagarde, Presidente della Bce, sta sulla difensiva, sperando che questa sua mossa non danneggi eccessivamente l’economia Europea e quella italiana, già provata da anni di tassi alti e prezzi ingestibili.

Inflazione: discesa difficile

L’inflazione in Italia ha leggermente alzato la testa, rispetto a dicembre ma continuiamo a rimanere uno dei paesi europei con il valore più basso. Gli ultimi dati Istat hanno infatti confermato un indice nazionale dei prezzi al consumo, al lordo dei tabacchi che ha registrato un aumento dello 0,3% su base mensile e dello 0,8% su base annuale. L'accelerazione è dovuta principalmente alla dinamica dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +3,7% a +4,2%), dei beni alimentari non lavorati (da +7,0% a +7,5%) e all'attenuarsi della flessione dei prezzi dei beni energetici regolamentati (da -41,6% a -20,6%). Aspetto positivo l’ulteriore rallentamento dell’inflazione di fondo, che è scesa dal +3,1 al +2,7%. Positivo era anche il costo del carrello della spesa che è passato da un +5,4 ad un +5,1%. Italia e Danimarca, a livello europeo sono i paesi che hanno fatto registrare i tassi più bassi. L’inflazione annuale nell’area euro si è infatti attestata al 2,8% nel gennaio 2024, in calo rispetto al 2,9% di dicembre, mentre in Ue è stata del 3,1% a gennaio 2024, in calo rispetto al 3,4% di dicembre.

Dati che fanno presupporre un cammino verso l’allentamento dell’inflazione nei prossimi mesi. Certo, le tensioni geopolitiche rendono il percorso di discesa più impervio, ma la strada è segnata, così come quella del taglio dei tassi della Bce.

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Giorgia Pacione Di Bello