truppe nato ucraina
(Ansa)
Difesa e Aerospazio

Truppe Nato in Ucraina, il segreto di Pulcinella

Fin dall'inizio dell'invasione russa tecnici, istruttori, intelligence di vari paesi occidentali sono a Kiev, come sempre

Dopo l’affermazione poco attenta del presidente francese Macron, che ha ipotizzato l’invio di truppe in Ucraina, ora anche il ministro degli Esteri polacco Radek Sikorski, venerdì scorso, ha affermato che la presenza di militari dell’Alleanza è una realtà: “I soldati della Nato sono già presenti in Ucraina. E vorrei ringraziare gli ambasciatori di quei paesi che hanno corso questo rischio. Questi paesi sanno chi sono, ma non posso rivelarli. Contrariamente ad altri politici, non elencherò questi paesi", ha detto Sikorski.

La realtà è che l’Ucraina sta perdendo terreno sotto gli attacchi russi ed è a corto di uomini e munizioni, o almeno questo vuole fare apparire da quando il Congresso degli Stati Uniti sta trattenendo gli aiuti inizialmente promessi. La gaffe più grande è stata quella del cancelliere tedesco Olaf Scholz, che cercando di arginare la volontà dei suoi politici (opposizione e centro-sinistra) di inviare a Kiev i missili da crociera Taurus a lunga gittata ha anche detto che ad addestrare le truppe ucraine a usarli devono essere inglesi e francesi, certificando così un segreto di pulcinella, ovvero che è da due anni che istruttori militari appartenenti a nazioni Nato agiscono dal territorio ucraino. Non soltanto: è noto che esiste un certo numero di volontari di nazionalità occidentale che si sono uniti alle truppe ucraine, che combattono insieme con i contractors (mercenari), e già nel 2022 se ne stimavano 30.000. Così come è evidente che per insegnare alle truppe ucraine l’uso di sistemi d’arma o elettronici che non avevano mai visto prima, perché di produzione occidentale, sono stati inviati tecnici specializzati e ovviamente consiglieri militari.

Stando ai comunicati di Kiev, alcuni di essi sono stati feriti ed anche uccisi in bombardamenti e scontri a fuoco. Poi ci sono i cosiddetti “aiuti indiretti”, ovvero truppe Nato di diverse nazionalità schierate al di fuori dei confini ucraini, che però utilizzano droni e satelliti passando le informazioni agli ufficiali di Kiev. E non è affatto scontato che nei loro confronti la Russia mantenga sempre un atteggiamento prudente e tollerante, anche se colpirli rappresenterebbe un attacco diretto alla Nato. In tutto, secondo gli analisti occidentali, i tecnici sono circa 3.000 persone, ma il numero è giocoforza approssimativo. Ben altra cosa sarebbe, invece, inviare reparti regolari che combattano insieme agli ucraini agli ordini dei loro generali, fatto che, come ha avvertito il Cremlino, renderebbe inevitabile un conflitto tra l’Alleanza Atlantica e la Russia, portando dritti verso “la guerra nucleare globale”. Putin ha sempre detto che l’impiego delle armi nucleari sarebbe stato contemplato soltanto se fosse stata in gioco la sopravvivenza della Russia, fatto che con un eventuale ingresso di truppe Nato in Ucraina diverrebbe realtà. Phillips O’Brien, professore di studi strategici all’Università di St. Andrews (Scozia), scrive sulla testata specializzata Defence News: “La questione dell’invio di forze europee per aiutare l’Ucraina non è mai stata da ignorare: è sempre stata una possibilità, in effetti la situazione è diventata ancora più accentuata da quando gli Usa hanno fatto un passo indietro sugli aiuti militari. L’Europa si trova ora di fronte a un terribile dilemma: guardare l’Ucraina potenzialmente a corto di munizioni, o intervenire e aiutare l’Ucraina in modo più diretto”.

Ma mentre nel caso di Macron l’idea di andare in Ucraina è legata a future possibilità di forniture militari e di allargare la partecipazione francese alla ricostruzione del Paese, per la Polonia la situazione è molto differente: è, infatti, il membro della Nato lungo il fianco orientale dell’Alleanza e ha come confinante l’Ucraina. Inoltre, Varsavia in passato è stata sotto il controllo russo e sono forti i timori che se la Russia dovesse vincere in Ucraina potrebbe prendere di mira altre nazioni. Certamente dopo la pubblicazione da parte russa dei 38 minuti di conversazione tra gli ufficiali tedeschi, tra i quali il Capo di Stato maggiore Ingo Gerhartz, il generale Frank Graefe e due colonnelli, tutti hanno saputo che ad aiutare gli ucraini a usare i missili Storm Shadow sono militari inglesi e Mosca ne ha avuta ulteriore conferma. Gerhartz non è un genio della comunicazione e già nell’estate 2022 aveva esternato parole poco prudenti, in quel caso alludendo alla prontezza nucleare occidentale e alla necessità di avvertire il presidente russo Vladimir Putin a “non scherzare” con la Nato. Siccome i russi sono molto attenti alle comunicazioni Nato, sanno perfettamente che la Germania sta aiutando la Polonia a equipaggiare con gli Storm Shadow dei vecchi Su-24M che Varsavia ha aggiornato a questo scopo. Invece, nel perfetto stile “nessuna scusa, nessuna spiegazione” riguardo gli inglesi presenti in Ucraina, l’ex ministro della difesa Ben Wallace ha dichiarato: “Il comportamento di Scholz ha dimostrato che è l’uomo sbagliato per la sicurezza europea, facendo la cosa sbagliata al momento sbagliato”. Del resto, un portavoce del governo britannico aveva precedentemente chiarito che “l’uso da parte dell’Ucraina del sistema missilistico a lungo raggio Storm Shadow e il processo di selezione degli obiettivi sono responsabilità delle forze armate ucraine”.

Ovvero come ammettere che a parte pagare, scegliere il bersaglio e premere il grilletto, tutto il resto lo permette la Nato. Meno male che dopo l’uscita poco attenta di Macron il governo Meloni ha subito ribadito il fermo sostegno all’Ucraina ma anche specificato che esso non contempla la presenza sul territorio ucraino di truppe di Stati europei o Nato. E lo stesso hanno fatto Svezia, Spagna, Polonia e Repubblica Ceca, Croazia, Bulgaria, Olanda e Lituania, alle quali si è unito il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg con la dichiarazione: “Non ci sono piani per l’invio di truppe della Nato in Ucraina”. Purtroppo, il presidente Zelensky, rifiutando le trattative con la Russia per non dover rinunciare a territori e al futuro ingresso nella Nato, è disposto a tutto. Mentre l’Occidente europeo non lo è affatto e, soprattutto è in ,mano a gente come Ursula Von der Leyen, troppo schierata pro-Zelensky, a Scholz e a generali poco attenti anche alle reti WiFi alle quali si connettono.

TUTTE LE NEWS DI DIFESA

I più letti

avatar-icon

Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

Read More