mar rosso
(Marine National)
Difesa e Aerospazio

Mar Rosso mai così caldo a causa degli Houthi, alleati di Hamas

Continuano gli attacchi yemeniti alle navi nel Mar Rosso. Presa di mira una fregata francese, mentre Washington e Riyadh invitano a reazioni moderate

La fregata francese Languedoc in missione nel Mar Rosso ha abbattuto due droni che si dirigevano verso di essa dalla costa dello Yemen. L’attacco è avvenuto tra le 21 e le 23 ora italiana mentre la moderna unità navale del tipo Fremm, entrata in servizio nel 2017, incrociava a 110 chilometri dalla costa yemenita. La Marina francese ha anche affermato che i droni provenivano dalla direzione di Hodeida, una città portuale yemenita controllata dai ribelli Houthi, ovvero nulla di diverso da quanto accadde la scorsa settimana ad alcune navi israeliane, protette dalla reazione di un incrociatore americano, la Uss Carney. In quel caso la nave aveva abbattuto tutti gli ordigni lanciati tranne uno, che aveva centrato un mercantile romeno provocando lievi danni, e anche un mese e mezzo fa, quando gli Houthi lanciarono diversi missili e droni sulla cittadina israeliana di Eilat.

L'ultimo attacco era però avvenuto mercoledì 6 dicembre, quando Israele aveva abbattuto un missile balistico sul Mar Rosso, mentre sabato 9 dicembre lo Yemen, sostenuto dall’Iran, aveva comunque minacciato di attaccare qualsiasi nave diretta ai porti israeliani, indipendentemente dal fatto che la proprietà e l’armatore fossero legati allo Stato ebraico, a meno che non fossero autorizzate più consegne di cibo e medicine nella Striscia di Gaza. Questo non è però l’unico tipo d’attacco effettuato: a novembre gli Houthi sequestrarono una nave per il trasporto di veicoli collegata a Israele, tuttora ancora in ostaggio dopo un attracco nei pressi di Hodeida. Fino a oggi la reazione occidentale a queste operazioni si è limitata alla neutralizzazione degli ordigni, e per evitare una possibile escalation del conflitto, mercoledì scorso l’amministrazione guidata da Joe Biden aveva esortato Israele a non rispondere, anche se il presidente del Consiglio di sicurezza nazionale israeliano, Tzachi Hanegbi, in un’intervista all’emittente israeliana Channel 12, avvenuta due giorni dopo, ha puntualizzato che se la comunità internazionale non affronta la minaccia rappresentata dagli Houthi nello Yemen, “Israele agirà direttamente”, senza però spiegare quali misure potrebbero essere adottate. Secondo gli analisti internazionali qualsiasi contrattacco israeliano sul territorio yemenita potrebbe scatenare reazioni in territorio occidentale da parte di cellule armate infiltrate in Europa e Usa.

Ecco il motivo per il quale Washington vuole che Israele lasci che siano le forze armate statunitensi a gestire le risposte armate verso gli Houthi. Non a caso la portavoce del Pentagono Sabrina Singh ha evitato di usare un linguaggio che potrebbe suggerire un’imminente ritorsione degli Stati Uniti, e alla domanda dell’inviato dell’agenzia Reuters se gli Usa possono reagire, ha detto: “Se decidiamo di agire contro gli Houthi, sarà ovviamente nel momento e nel luogo di nostra scelta”. Nel frattempo, l’Arabia Saudita ha chiesto agli Stati Uniti di mostrare moderazione nel rispondere agli attacchi, ribadendo che Riyadh sta cercando di contenere le ricadute della guerra Hamas-Israele mediante una politica di espansione e diversificazione dell’economia saudita, anche normalizzando i legami con Teheran, anche per uscire dal conflitto che vede il Paese scontrarsi con gli Houthi – che controllano gran parte del territorio yemenita – e che dura da quasi nove anni. Bisogna però considerare che gli Houthi sono oggi una delle principali forze militari nella penisola arabica grazie a decine di migliaia di combattenti arruolati e un enorme arsenale di missili e droni armati proveniente dall’Iran, dove gli yemeniti avrebbero discusso i loro attacchi con i funzionari della Repubblica islamica durante un incontro a Teheran avvenuto nel novembre scorso, concordando di portare avanti azioni in modo “controllato” che avrebbero contribuito a fare pressione per la fine della guerra di Gaza.

TUTTE LE NEWS DI DIFESA

I più letti

avatar-icon

Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

Read More