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(Marina Militare)
Difesa e Aerospazio

Quale apporto militare delle navi italiane nel Mar Rosso in caso di operazione congiunta

Più che offesa le nostre navi sarebbero utili per pattugliamento e difesa dai lanci di missili e droni degli Houthi

Con il via libera dei ministri degli Esteri dell'Unione europea diventerà operativa l'operazione Aspis (scudo, in greco), la difesa Ue che ufficialmente ancora non esiste avrà la sua missione nel Mar Rosso per proteggere i mercantili in transito. La proposta di creare Aspis è del Seae, il Servizio per l’azione esterna dell’Unione, attivato su proposta di Josep Borrell, l'alto rappresentante per la politica estera di Bruxelles. E ovviamente la missione dovrà collaborare con quella angloamericana in corso, Prosperity Guardian. Nella zona delle operazioni passa infatti il 12% del mercato mondiale e l'Europa non può permettersi ritardi nelle merci che stanno provocando la chiusura di diverse fabbriche (soprattutto del settore automobilistico), tantomeno l'aumento dei prezzi dei trasporti marittimi. Un dato su tutti: il noleggio di un container del tipo più piccolo è aumentato del 360%.

Le due unità navali italiane nella zona, la fregata Federico Martinengo, incrocia a nord dello stretto di Bab El-Mandeb con 150 marinai a bordo; mentre la Virginio Fasan staziona a sud dello stretto. Non è ancora noto se quest'ultima permarrà nella zona oppure se rientrerà in Italia e sarà avvicendata da un'altra nave, sempre della classe Fremm. La nostra flotta è completata dalla nave appoggio Vulcano, attualmente nel porto egiziano di Al Arish, con a bordo cento marinai tra i quali 50 tra medici e infermieri, recentemente impegnati a curare anche feriti provenienti da Gaza.

Lo stretto di Tiran, tra il golfo di Aqaba e il Mar Rosso, alla stessa altezza geografica di Sharm el Sheikh, è presidiato dai nostri pattugliatori Sentinella, Vedetta ed Esploratore, mentre a Gibuti nella base interforze sono schierati altri duecento uomini tra soldati e carabinieri che stanno operando nella missione in Somalia e nell'addestramento delle forze irachene. Aspis non si limiterà ad agire soltanto nel Mar rosso, ma comprenderà una zona del Golfo Persico poiché la missione integrerà quella già in corso e denominata Agenor (il dio del mare greco), per la quale l'Italia aveva inviato la fregata Luigi Rizzo, ora rientrata, attiva dal febbraio del 2020 ma con centro delle attività nello Stretto di Hormuz, ovvero a sud dell'area attualmente interessata. La criticità sta nel fatto che le unità navali dei Paesi europei, seppure in acque internazionali, dovranno avvicinarsi alle coste iraniane in un momento in cui il Paese sostiene gli Houthi e contrattacca il Pakistan. Aspis potrebbe essere guidata dall'Italia come dalle monarchie del Golfo Persico o anche dall'Egitto, ma non potrà essere del tutto indipendente da Prosperity Guardian, anche perché l'area da pattugliare e mantenere in sicurezza è troppo vasta, ma certamente sarà un esempio di coordinamento europeo giunto a una concretezza in tempi abbastanza rapidi. Lontano dall'essere una prova di Difesa europea, ovviamente, ma un positivo passo in avanti. Le regole d'ingaggio delle nostre unità non sono ancora state comunicate, ma certamente non saremo tra chi bombarda le basi dei ribelli con missili da crociera, poiché violerebbero la risoluzione delle Nazioni Unite, ma potremo sparare per difendere le nostre navi e, almeno così è stato detto finora, anche abbordare imbarcazioni sospettate di traffico 'armi e anche arrestare gli equipaggi.

Le Fremm italiane sono dotate di piazzola per un elicottero del tipo Sh-90, utile per collegamento, azioni mirate e pattugliamento, di missili Aster, utilizzabili per abbattere droni e missili degli Houthi, e ovviamente di un cannone prodiero da 127/64 mm per interdizione navale, obiettivi terrestri a lungo raggio e tiro antiaereo. E' installato anche un cannone poppiero da 76/62 mm, di due mitragliatrici Oto Oerlikon Gbm-aO1 da 25/80 mm. La dotazione missilistica è composta da otto Teseo Mk2/A antinave o per obiettivi terrestri entro i 180 km; 16 celle per missili Aster 15 a corto e medio raggio per l'autodifesa e Aster 30 per la difesa antiaerea e antimissile. Per la lotta antisommergibile (l'Iran ne ha quattro e spesso sono da quelle parti), è dotata di sei tubi lanciasiluri e di un sistema antisiluro Slat. Infine imbarca 2 lanciarazzi Sclar-h. Notevole anche la suite radar e sonar, e quella da guerra elettronica. Normalmente, quando è imbarcato un elicottero Sh-90, sono presenti anche i relativi missili antinave Marte o siluri Mu-90 Impact. Infine, sulla nave è presente anche un battello gonfiabile a chiglia rigida utile per vari scopi. La nave Virginio Fasan ha caratteristiche simili, mentre la nave Sentinella, molto più piccola e di costruzione datata (anni Cinquanta, seppure ammodernata), è dotata di due cannoni da 40/70mm, di quattro tubi lanciasiluri e di 14 mine. Più recente l'unità Vedetta, del 2000, specificatamente equipaggiata per il pattugliamento costiero, della classe Esploratore (la prima di queste unità, del 1996).

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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