Houthi
(Ansa)
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L'attacco agli Houthi è un messaggio di Usa e Gb all'Iran

Washington smentisce l'ipotesi di allrgamento del conflitto ma i missili lanciati contro le postazioni dei miliziani filo iraniani segnano un limite per gli Ayatollah

Durante la notte di venerdì, Stati Uniti e Gran Bretagna hanno condotto un attacco contro le posizioni dei ribelli Houthi nello Yemen. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha dichiarato che l'azione militare è stata una risposta diretta agli attacchi senza precedenti degli Houthi contro la navigazione internazionale nel Mar Rosso. Negli attacchi, come scrive il tenente generale dell'aeronautica americana Alex Grynkewich, comandante della componente aerea delle forze aeree centrali e combinate delle forze aeree statunitensi, sono state utilizzate oltre 100 munizioni a guida di precisione di vario tipo: « Questi attacchi comprendevano mezzi di supporto e attacco aereo e marittimo della coalizione provenienti da tutta la regione, inclusi aerei del comando centrale delle forze navali statunitensi e missili di attacco terrestre Tomahawk lanciati da piattaforme di superficie e sotto la superficie». Biden ha annunciato la possibilità di ulteriori misure, se necessario, sottolineando la determinazione a non permettere un ulteriore peggioramento della situazione.

Paesi alleati degli Stati Uniti, tra cui la Gran Bretagna, Paesi Bassi, Australia, Canada e Bahrain, sono coinvolti nell'operazione, fornendo supporto logistico, intelligence e altro ancora. L'obiettivo principale è indebolire gli Houthi in risposta ai continui attacchi, nonostante gli avvertimenti internazionali. Il primo ministro britannico Rishi Sunak ha descritto gli attacchi come mirati, condannando gli Houthi per aver continuato ad attaccare nel Mar Rosso, comprese navi da guerra britanniche e americane. Il Ministero della Difesa britannico ha confermato che le forze alleate hanno individuato importanti strutture degli Houthi, suggerendo che la loro capacità di minacciare la navigazione commerciale potrebbe essere stata colpita.

Il Canale di Suez, vitale per il commercio mondiale, è particolarmente colpito dagli attacchi nel Mar Rosso e a metà dicembre, gli Stati Uniti avevano intensificato la cooperazione con le forze armate regionali in risposta alla crescente minaccia. In risposta all'attacco di questa notte, i ribelli Houthi hanno annunciato "vendetta", dichiarando che Stati Uniti e Gran Bretagna dovranno affrontare conseguenze significative: «Non abbiamo preso di mira nessun paese al mondo tranne Israele, afferma a Al Jazeera- il portavoce ufficiale degli Houthi, Muhammad Abdul Salam. Le forze armate hanno dato una risposta iniziale e la amplieremo molto presto. Continueremo a prendere di mira le navi israeliane dirette verso di loro fino alla fine dell'aggressione contro Gaza».

Gli Houthi, sostenuti dall'Iran, hanno conquistato una parte significativa del nord dello Yemen dal 2014 e controllano la capitale Sanaa. Gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e gli alleati hanno preso questa decisione dopo approfondite riflessioni e sforzi diplomatici, secondo le dichiarazioni ufficiali. La comunità internazionale segue con preoccupazione gli sviluppi nella regione del Mar Rosso, mentre l'Arabia Saudita che con gli Houthi ha iniziato una guerra nel 2014 (ancora in corso seppur a bassa intensità), in una dichiarazione del suo ministero degli Esteri invita all'autocontrollo e ad evitare un'escalation: « Il Regno dell'Arabia Saudita segue con grande preoccupazione le operazioni militari che si svolgono nella regione del Mar Rosso e gli attacchi aerei su una serie di siti nella Repubblica dello Yemen».

Un portavoce degli Houthi ha dichiarato che gli attacchi aerei «non rimarranno senza punizioni o ritorsioni» e secondo la nota diffusa « durante l'azione militare delle forze occidentali nella notte, cinque combattenti houthi hanno perso la vita e altri sei sono rimasti feriti». Ha anche affermato che i ribelli continueranno a ostacolare il passaggio delle navi nel Mar Rosso e nel Mar Arabico. Nelle prossime ore secondo l'emittente iraniana Press TV, è prevista un'ampia manifestazione di sostegno agli Houthi a Sanàa, la capitale dello Yemen, in risposta agli attacchi aerei condotti dagli Stati Uniti e dal Regno Unito nella scorsa notte ha riportato questa notizia. Pronta la reazione di Hamas che attraverso Sami Abu Zohri alto dirigente del gruppo terroristico, ha commentato gli attacchi nello Yemen, definendoli «un’aggressione americano-britannica contro l'esercito yemenita, presumibilmente a causa del suo sostegno a Gaza». Zohri ha suggerito che questa aggressione potrebbe indicare un'intenzione di espandere il conflitto al di là della Striscia di Gaza, con conseguenze significative.

Anche gli Hezbollah hanno condannato l’attacco anglo-americano "contro la sovranità dello Yemen e il suo popolo", sostenendo che ciò conferma "il coinvolgimento totale dell'America nelle tragedie e nei massacri nella regione, in particolare a Gaza". Da Teheran il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanaani, ha condannato fermamente gli attacchi aerei. Cosa può accadere dopo l’attacco punitivo della scorsa notte? Hamas, la Jihad islamica, Hezbollah e gli Houthi non sono che le braccia armate di Teheran e saranno quindi gli ayatollah che hanno lanciato la “jihad globale” il 7 ottobre 2023 con gli attacchi in Israele, a decidere se il conflitto si allargherà. Di certo la scorsa notte non è stato un raid simbolico, bensì un attacco massiccio volto a smantellare la rete che consente agli Houthi di costituire una minaccia per la navigazione internazionale. Quest'operazione rappresenta la più ampia azione condotta dalle forze americane in oltre dieci anni, richiamando alla mente il periodo dell'intervento in Libia contro Gheddafi per trovare un paragone simile. Gli iraniani sono avvisati.

L’Italia ha rifiutato di partecipare agli attacchi americani e britannici contro gli Houthi in Yemen, secondo quanto dichiarato da una fonte governativa alla Reuters. La fonte, che ha preferito rimanere anonima per la delicatezza della questione, ha spiegato che l'Italia opta per una politica volta a mantenere la "calma" nel Mar Rosso. Inoltre, ha sottolineato che il governo avrebbe avuto bisogno del sostegno parlamentare per prendere parte a qualsiasi azione militare, rendendo impossibile un'approvazione rapida. All'inizio della settimana, il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto ha dichiarato a Reuters che gli attacchi degli Houthi devono essere fermati senza innescare una nuova guerra nella regione.

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Stefano Piazza