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(Ansa
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I «lupi solitari» in giro per l'Italia

Dopo l'allarme terrorismo scattano restrizioni su Schengen e sui rimpatri di persone a rischio terrorismo. Ma forse è troppo tardi

E’ stato espulso ieri Ousman Sillah, 28enne gambiano arrivato clandestinamente in Italia alla fine del 2016. Il suo nome come riferisce l’Agenzia Nova, era emerso all’attenzione degli investigatori durante le indagini su un suo connazionale arrestato nel 2018 per terrorismo nell’ambito di una operazione congiunta della Digos e dei Ros. Durante gli approfondimenti si è scoperto come Sillah avesse frequentato in Libia un campo di addestramento dello Stato islamico. Con questo provvedimentosalgono a 712 le espulsioni eseguite dal 2015 ad oggi di soggetti ritenuti pericolosi per la sicurezza nazionale. Nonostante si cerchi di minimizzare (almeno pubblicamente) i rischi per l’Italia, l’attenzione degli apparati di sicurezza è massima e gli alert diramati dal ministero sono continui. Un clima di alta tensione, nel quale si inserisce la decisione dell’Italia del ripristino, dal 21 ottobre scorso, dei controlli di frontiera al confine Schengen con la Slovenia. Una decisione, come ha dichiarato il premier Giorgia Meloni, che «si è resa necessaria per l'aggravarsi della situazione in Medio Oriente, l'aumento dei flussi migratori lungo la rotta balcanica e soprattutto per questioni di sicurezza nazionale, e me ne assumo la piena responsabilità». Ieri in Lussemburgo si è svolta la riunione straordinaria dei ministri dell’Interno tutta dedicata sull’antiterrorismo.

Tra gli altri, al tavolo erano presenti Belgio, Olanda e Francia. «Oggi la Svezia, ha spiegato il ministro dell’Interno svedese Gunnar Strommer, ha invitato diversi Paesi dell’UE a discutere su come intensificare gli sforzi comuni per combattere il terrorismo e l’estremismo violento». A margine dell’incontro il ministro degli Interni Matteo Piantedosi ha dichiarato: «Per conto dell’Italia ho sottolineato che si tratta di una misura che si ripromette di essere temporanea e proporzionata. Ho anche preannunciato che ci siamo sentiti con i colleghi di Slovenia e Croazia, per vederci a breve a Trieste, probabilmente il 2 novembre, per concordare insieme le modalità di una collaborazione che possa rendere sempre più ponderata questa misura». Nella sua recente informativa al Parlamento Piantedosi aveva richiamato l’attenzione sulla « costante pressione migratoria cui l’Italia è soggetta, via mare e via terra con 140 mila arrivi sulle coste italiane, +85% rispetto al 2022. Nella sola regione del Friuli Venezia Giulia dall’inizio dell’anno sono state individuate 16 mila persone entrate irregolarmente sul territorio nazionale». In Italia sarebbero una cinquantina i radicalizzati alcuni dei quali italiani convertiti all’islam che sono sorvegliati dalle autorità preposte. Dall’inizio del 2023, secondo i dati del Viminale, sono già 54 gli espulsi per motivi di sicurezza dello Stato. Ora dopo il caso dell’attentatore radicalizzato di Bruxelles che era irregolare dal 2011 senza peraltro essere mai esssere stato espulso, la Commissione Ue ha annunciato che presenterà una proposta per rendere i rimpatri obbligatori in caso di minaccia alla sicurezza, mentre oggi sono a discrezione di singoli stati membri. Proposta tardiva ma meglio tardi che mai.

Visto il momento di grande tensione sono state rafforzate su tutto il territorio nazionale le pattuglie con l’intento monitorare i luoghi più sensibili, non solo quelli religiosi, ma anche quelli dove si concentrano più persone e in generale tutti i luoghi simbolo dell'occidente. Attenzione anche ai palazzi istituzionali e alle strutture che possono diventare un obbiettivo dei terroristi. Stadi, palazzi dello sport e musei fanno parte di questa lista e qui il controllo è stato aumentato sulle persone che entrano ed escono con borse e cappotti. Grande attenzione a tutti i luoghi legati alla religione ebraica sui quali sono stati intensificati i controlli degli apparati di sicurezza visto anche l'allarme bomba nel quartiere di San Salvario (Torino), dove c’è una sinagoga. Sempre nel medesimo quartiere lo scorso 16 ottobre un uomo di trent’anni, di origini nordafricane, era stato fermato dalla polizia in via Galliari, nei pressi della sinagoga. L’uomo era in possesso di un coltello e aveva scatenato il terrore tra i passanti, gridando frasi incomprensibili in arabo, tra cui “Allah Akhbar”. E nell'ultimo comitato per l'ordine e la sicurezza in Prefettura sono stati individuati anche nuovi siti considerati a rischio dove saranno posizionati jersey e i cosiddetti panettoni in cemento per ridurre il pericolo di attentati con i veicoli.

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Stefano Piazza