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(screenshot da Prime Video)
Calcio

Lo scandalo del Bernabeu conferma che il calcio non può più stare senza Var

Il finale polemico della sfida tra Real Madrid e Bayern Monaco, gli errori dell'arbitro Marciniak (numero uno al mondo) e la tecnologia decisiva... se la si lascia lavorare

Non che ce ne fosse bisogno, ma il caotico finale della sfida tra Real Madrid e Bayern Monaco che ha spedito gli spagnoli a Wembley a giocarsi la Champions League, ha dimostrato ancora una volta come il calcio del presente e del futuro non possano più fare a meno della tecnologia. Eppure in campo c’era Szymon Marciniak con una squadra di collaboratori eccezionali, la migliore al mondo se è vero che il direttore di gara polacco ha fischiato (tra mille altre cose) la finale del Mondiale 2022 Argentina-Francia, quella della Champions League 2023 a Istanbul (Manchester City-Inter) e del Mondiale per Club successivo. Insomma, il top assoluto sia per la Fifa che per la Uefa.

Ebbene, il miedo escenico del Bernabeu, quel senso di paura che attanaglia avversari e non solo quando si trovano sul prato verde di Madrid – definizione presa in prestito da Jorge Valdano a Gabriel Garcia Marquez – ha colpito anche Marciniak e collaboratori e solo l’esistenza del Var ha fatto sì che alla storia passasse una semifinale non devastata dagli errori arbitrali ma polemica per l’unica occasione in cui la tecnologia non ha potuto porre rimedio. Per colpa di un errore umano, l’ennesimo della serata, non riparabile secondo protocollo e logica.

Se non ci fosse stato il Var, al Real Madrid sarebbe stato concesso un gol nato da un evidente fallo in area di rigore non visto dalla terna ma rilevato davanti al video. E sarebbe stato cancellato quello successivo degli spagnoli per un fuorigioco di Joselu che, invece, era in posizione regolare di almeno un metro. Linee tracciate dal computer, ricostruzione tridimensionale e cambio di decisione. Tutto liscio, perfetto. Il calcio moderno che tanto dispiace ai nostalgici delle scazzottate dialettiche nei salotti del post-partita.

La vittoria del Real Madrid passerà alla storia per quella nata dallo scandalo del Bernabeu, ma qui il Var non ha colpe. Anzi, è vittima incolpevole e di fatto è stato messo in condizione di non poter sanare lo scivolone di campo. Sull’ultimo assalto dei tedeschi, assistente e arbitro hanno interrotto il gioco per un offside tutt’altro che chiaro (c’era?) un istante prima che De Ligt scaraventasse il pallone in porta. Imperdonabile nell’era in cui l’azione si lascia proseguire anche in presenza di certezze ben maggiori di quella del Bernabeu solo per poter consentire al Var di fare il suo mestiere.

Un pasticcio gravissimo che macchia la qualificazione del Real Madrid. Inutile fare dietrologie: se gli arbitri avessero voluto favorire gli spagnoli a tutti i costi non avrebbe combinato prima l’errore sul fuorigioco. Semplicemente hanno tradito spirito e norma del protocollo rendendo visibile a tutti come non si possa più fare a meno della tecnologia. Ai tifosi italiani era già successo nell’estate 2023 dopo un osceno Italia-Francia agli Europei Under 21 con precipitosa retromarcia della Uefa a inserire al volo il Var che non era stato previsto.

Dalla storia del Bernabeu, invece, si esce solo con un esercizio di chiarezza. L’errore di Marciniak e dei suoi è stato grave e irreparabile. La Uefa ha il dovere di scusarsi con il Bayern Monaco e di rendere pubblica la ricostruzione del fuorigioco dello scandalo. Trasparenza e coraggio di ammettere le conseguenze di uno sbaglio. L’unica via che a Nyon possono decidere di intraprendere.

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Giovanni Capuano