gruber mentana
(Ansa)
Televisione

Tutti pazzi per la lite Mentana-Gruber

Da 48 ore il battibecco tra i due volti della tv è diventato caso nazionale (chiuso con un comunicato aziendale) che divide tra i tifosi dell'uno e quelli dell'altro. Ma, perché tanta importanza?

Chissà quali sceneggiate deve avergli fatto al telefono (o via FaceTime?) perché Urbano Cairo non ha retto neanche 24 maledette ore e in tarda mattinata ha risposto a Enrico Mentana con queste poche righe: «La7 sta conseguendo ottimi risultati grazie al contributo di tutti e ad un prezioso lavoro di squadra. Per questo è fondamentale che non venga mai a mancare il rispetto reciproco. Così come è fondamentale che non manchi il rispetto verso un'azienda che ha nei suoi valori fondanti la libertà di espressione e l'autonomia responsabile dei suoi conduttori e giornalisti». Lui ha ribattuto laconico su Facebook: «Sottoscrivo» e pochi minuti dopo è arrivata pure Lilli Gruber: «Condivido da sedici anni la linea e le regole della mia azienda». Insomma, pace fatta e non se ne parli più.

Solo che è da ieri sera che chiunque spende parole in ogni luogo e in ogni lago e usando qualunque social su questo: il litigio in diretta tivù tra Mentana e Gruber, scolaretti attaccabrighe che non si tengono e, a un certo punto, sbroccano. Solo che lui ha 69 anni, lei ne ha 63 e si conoscono praticamente dai tempi felici in cui ti facevano un contratto di lavoro a tempo indeterminato subito, a 25 anni appena compiuti e pazienza se non avevi finito Scienze Politiche. Quindi, a occhio e croce, dovrebbero conoscersi da almeno 38 anni. E ti chiedi, allora: c’era così bisogno di bisticciare in diretta tivù? Ma, soprattutto, perché gli scazzi tra due milionari interessano così tanto che non solo siamo qui a scriverne noi ma perfino la mia zia Franca, 81 anni, questa mattina ha sentito l’urgenza di postare il video di lesa mentanità su Tik Tok? Commento: Esageruma nen. Tradotto: non si capisce perché, anziché mettere in mezzo Cairo, non si sono mandati al diavolo al telefono e ciao.

Troppo facile. Tra primedonne della tivù lo stile è assai più bling bling. Lui pare sia un super permaloso, lei un’ultra rancorosa. In mezzo c’è Francesca Fagnani, la fidanzata-belva, che un giorno raccontò che una «regina del giornalismo» non l’aveva invitata a una festa perché non amava circondarsi di femmine brillanti come o perfino più di lei (già). Dicono questo dispiacere abbia nutrito in Mentana un certo malcelato desiderio di vendetta. Solo che poi non si sono sfidati a duello in una letale assemblea di condominio ma lo hanno fatto in diretta tivù. Ricapitolando.

L’altro ieri Dietlinde esordisce così: «Benvenuti alle venti e quarantasei, non alle otto e mezza, ma insomma l’incontinenza è una brutta cosa». Del resto sembrava Netanyau dovesse entrare a Rafah e, in più, c'erano i sondaggi e l'appuntamento con il Data Room di Milena Gabanelli a giustificare il ritardo. Però poi in pochissimi hanno notato che Lilli per sponsor ha Uro Germin Prostata, integratore alimentare per uomini anziani. Sarà quello che avrà scatenato l’ispirazione di Lilli e la furia di Mentana? Sta di fatto che lui se la prende e, il giorno dopo, innervosito dall’immagine di sé in pannolone, inizia a “bullizzarla” mostrando (sempre su FB) un grafico degli ascolti del suo tg: «Dall'uno al nove per cento in mezz'ora». Sì, alludendo che fa da traino al suo Otto e mezzo, programma che la Gruber conduce da 16 anni, e lamentandosi del di lei giudizio “gravemente sprezzante” nei suoi confronti. Esortando poi una risposta dell’azienda e minacciando neanche troppo velatamente le sue dimissioni. Per dire. O fate una nota sul registro e convocate i genitori, come si fa alle medie, o me ne vado. Ricatto contro sgarbo.

Da qui c’è chi ha immaginato volesse: 1) creare un casus belli per potersene andare alla Nove a fondare il Terzo Polo dell’Informazione; 2) chiedere solo più denaro a La7 a dicembre quando gli scadrà il contratto; 3) dimostrare il suo potere.

Così in Rete è partito il feuilleton in cui c’erano schierate due squadre. La prima, generalista: contro un maschio bianco etero cis piagnone. L’altra per Dietlinde e contro il patriarcato o qualcosa del genere. Una signora ha scritto: «Crocifiggete Lilli in mensa e finiamola qui». Gaia Tortora, vice direttore del Tg di La7, su X ha espresso la sua solidarietà al capo: dimostrando che, tra donne, vince sempre l’altro sesso.

Sarebbe bastato così poco. Chiedere scusa. Per il ritardo. Invece.

I più letti

avatar-icon

Ilaria Bellantoni

Avrebbe dovuto fare la maestra di sci, invece si è messa a scrivere. Duraniana e juventina, è famosa per fare domande imbarazzanti in ognuna delle quattro lingue che conosce. Laureata vanamente in scienze politiche, si occupa da sempre di costume e spettacolo e ha lavorato come caposervizio a Max, Myself, Glamour, GQ e Vogue Italia. Ha due figli (Berenice e Vittorio) e un golden retriever (Rio). Dopo aver pubblicato un libro, Lo chef è un Dio (Feltrinelli), è stata ghost writer di celebrità e politici e porta in giro il Festival della Parola Reloaded. Vive a Milano, ma sogna di trasferirsi in una villa a Ko Phangan. O in una baita a Courmayeur.

Read More