vaccino covid
(A. Masiello, Getty Images)
Salute

Le regole per chiedere ed avere il vaccino del Covid

Come, da chi, quando saremo chiamati per avere il vaccino. Domande a cui risponde il Viceministro alla Salute, Sileri

Il 27 dicembre è partita la campagna vaccinale in Italia e nel resto d'Europa ma sono in molti a chiedersi come verrà effettuata dal punto di vista pratico. Ad oggi non è chiaro quali saranno gli strumenti adottati per selezionare chi avrà diritto prima degli altri a fare il vaccino anticovid e quale sarà l'ordine preciso di vaccinazione (e chi lo stabilirà). A rispondere a questa ed altre domande il vice ministro alla salute Pierpaolo Sileri

Il calendario delle vaccinazioni prevede che tutto il mese di gennaio servirà per vaccinare il personale sanitario. Poi sarà la volta degli anziani. Come verranno chiamati? Da chi? Verrano contattati o saranno loro a doversi prenotare magari dal medico di base dato che il vaccino è su base volontaria?

«La campagna di vaccinazione si svolgerà in diverse fasi: i cittadini saranno invitati a effettuare la vaccinazione in un ordine di priorità definito dal rischio per le persone di infettarsi e di sviluppare la malattia con conseguenze gravi. In questi giorni si sta procedendo a vaccinare il personale sanitario, poi sarà la volta del personale e degli ospiti delle residenze per anziani. Le vaccinazioni saranno effettuate dal personale dei servizi vaccinali nei 286 ospedali definiti dal Piano nazionale di vaccinazione COVID-19. Lo stesso personale vaccinatore si recherà nelle residenze per anziani per la vaccinazione. Tutte queste categorie saranno contattate con chiamata attiva, senza quindi l'onere di doversi prenotare».

Al di là dell'età, malati di cancro, chi soffre di patologie cardiovascolari croniche o di altre patologie gravi avranno una sorta di priorità?

«Si certo. Dopo gli operatori sanitari e le Rsa ci sono anziani e categorie fragili, nelle quali rientrano tutti questi esempi.
Chi ha già avuto un'infezione da COVID-19, confermata, deve o può vaccinarsi? La vaccinazione non contrasta con una precedente infezione da COVID-19, anzi potenzia la sua memoria immunitaria, per cui non è utile alcun test prima della vaccinazione. Tuttavia, coloro che hanno avuto una diagnosi di positività a COVID-19 non necessitano di una vaccinazione nella prima fase della campagna vaccinale, mentre potrebbe essere considerata quando si otterranno dati sulla durata della protezione immunitaria».

In tre mesi saranno vaccinate 1 milione e mezzo di persone ma per arrivare all'immunità di gregge ne servono almeno 50 milioni. Che può dirci in merito?

«Con il vaccino Pfizer BioNTech attualmente disponibile, sulla base della ripartizione europea che garantisce all'Italia il 13,5% delle dosi disponibili, nei primi tre mesi prevediamo di effettuare quasi 9 milioni di vaccinazioni, a beneficio quindi di circa 4 milioni e mezzo di persone. Se poi, come sembra probabile, sarà dato a stretto giro l'ok ad almeno altri due vaccini, saremo in grado di vaccinare entro il 31 marzo oltre 13 milioni di persone. L'obiettivo è arrivare a settembre con due terzi degli italiani vaccinati e poter così sviluppare una protezione di gregge. Penso che, con la collaborazione di tutti, ce la possiamo fare».

L'algoritmo dell'Università Bicocca di Milano presentato al tavolo del Ministero è stato studiato per assegnare la priorità sulle vaccinazioni in base all'età e alle patologie. È questo lo strumento che userete per somministrare i vaccini?

«Questa proposta non è stata ancora avanzata al gruppo di lavoro sui vaccini, ma è certamente interessante per la stima a livello territoriale regionale delle persone con co-morbilità, ovvero le persone di ogni età che soffrono di più di una patologia cronica pregressa, immunodeficienze o disabilità. I criteri di priorità che verranno seguiti sono fissati chiaramente nel piano strategico di preparazione e di implementazione della strategia vaccinale, sottoscritto, oltre che dal Ministero della Salute, dalla Presidenza del Consiglio, dall'Istituto Superiore di Sanità, da Agenas e dall'Aifa».

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Linda Di Benedetto