presidio no-vax
Presidio di No-vax a Livorno con bara e corona funebre il 31 agosto 2021 (Ansa).
Salute

La Polizia postale: «No-vax perseguibili solo con querela dei cittadini»

Le loro piattaforme viaggiano per lo più su canali stranieri. La chat su Telegram ha oltre 41.000 iscritti e un migliaio di visualizzazioni a post.

Picchiano i giornalisti, minacciano sotto casa l'infettivologo Matteo Bassetti, manifestano contro lo Stato e aggrediscono a Milano i 5 Stelle. Sono i No-vax. Un piccolo esercito di persone che rifiutano il vaccino reclamando i loro diritti con la violenza. Un'escalation di odio che ha raggiunto il suo livello più basso nella chat Telegram «Basta Dittatura», dove ci sono minacce a politici, medici e giornalisti e la violazione della loro privacy. Questa gente va a caccia dei loro indirizzi per perseguitarli: «Scrivete nei commenti gli indirizzi di case e numeri di telefono di ministri, capi di partito, virologi criminali, presidenti di regione, il Coglione Figliuolo e i giornalisti criminali» si legge nella chat.

Nonostante il clamore di questa notizia però il canale non verrà chiuso perchéTelegram è su un server straniero, russo per la precisione, anche se secondo Adnkronos sarebbe stata aperta un'inchiesta dalla Procura di Torino. Inoltre c'è da dire che gli insulti, le minacce e lo scambio di indirizzi privati se non vengono denunciati dai diretti interessati possono essere solo oggetto di monitoraggio. La chat ha oltre 41.000 iscritti, un migliaio di visualizzazioni a post e massimo 30 persone (tra cui infiltrati tra giornalisti e forze dell'ordine) che interagiscono nei commenti d'incitamento all'odio. Questi personaggi passano le giornate a telefonare a medici e politici che sono a favore dei vaccini con l'intento di spaventarli. Registrano le telefonate per riascoltarle, parlano di proiettili e gridano alla dittatura sanitaria: «Dobbiamo andare a prenderli a casa, facciamoli cagare addosso».

Vogliono essere liberi di non iniettarsi «sieri», divulgando studi senza alcuna evidenza scientifica insieme a minacce ed intimidazioni come se non fossero reati. Tra i loro bersagli c'è l'infettivologo Matteo Bassetti inseguito fuori casa da un No-vax che lo ha minacciato di morte, il ministro della Salute Roberto Speranza e l'infettivologo siciliano Antonio Cascio. Ad aggiungersi oggi alla loro blacklist, l'assessore laziale Alessio d'Amato perchè ha sostenuto di voler mettere le cure a pagamento per i No-vax in caso di contagio Covid e il ministro Luigi di Maio definito «un altro infame da giustiziare» e minacciato con frasi come «È necessario il piombo» e «Devi crepare».

Ma cosa rischiano veramente queste persone e nello specifico che tipo di azioni vengono intraprese dalla Polizia postale? «L'unico modo per perseguire penalmente queste persone è con la querela da parte dei cittadini che si sono sentiti lesi, minacciati, vilipesi, offesi e perseguitati. Senza questa le loro interazioni rimangono semplici espressioni, ma che vengono costantemente monitorate» spiega a Panorama la Polizia postale. Invece nel caso ci siano minacce di morte come intervenite? «Nelle formule dove ci sono minacce di morte reali si procede con delle attività tese a individuare i responsabili per capire la gravità della situazione e se le minacce sono concrete. Ma spesso su una chat come quella di "Basta Dittatura" sono in pochi a interagire e lo scambio resta virtuale. La nostra attenzione è però sempre molto alta».

Quali sono i canali usati dai No-vax? «Il principale è Telegram» prosegue la Polizia postale. «Ma ci sono anche canali sul deep web che sono piattaforme non aperte. Ma Telegram resta il più diffuso insieme ad alcuni gruppi WhatsApp, perché le notizie vengono veicolate più facilmente e si crea maggior proselitismo». Potete chiudere questi canali? «Principalmente queste piattaforme viaggiano su server stranieri per cui è difficile che venga recepita con tempestività un'eventuale richiesta di chiusura di questi canali, perché il diritto di opinione in alcuni stati viene diversamente tutelato. Quindi rispetto ai reati di diffamazione prevale il diritto di tutelare l'opinione del cittadino. Il server di Telegram è all'estero come quello di Facebook. Molte persone che vengono diffamate su Facebook chiedono che vengano chiusi dei profilI e a volte questo non avviene o perlomeno non avviene rapidamente». Quindi cosa fa la Polizia postale? «Monitora costantemente queste persone che usano nickname e viaggiano su piattaforme diverse, pensando che così facendo siano impunibili. Invece sono comunque rintracciabili». Quanti canali ci sono No-vax? «I principali canali sono almeno cinque-sei, che raggruppano migliaia di persone. Nel sottobosco ce ne molti altri piu piccoli, che hanno una valenza diversa. Ci sono anche gruppi Facebook attivissimi in questo senso».

Anche il professor Antonio Cascio non si è lasciato intimidire dai no-vax. «Per il ruolo che istituzionalmente svolgo di professore straordinario di malattie infettive ho il dovere morale di parlare in maniera chiara e semplice alle persone, ricordando che è giusto vaccinarsi e quali sono i vantaggi e gli svantaggi» spiega l'infettivologo palermitano. Io credo che questo ha dato fastidio ai No-vax». Da cosa è scatenato secondo lei questo odio? «L'informazione sui vaccini negli ultimi mesi è stata schizofrenica. Basti pensare alle problematiche del vaccino AstraZeneca. Poi anche le forze politiche non hanno mandato un messaggio chiaro, quindi la campagna vaccinale ha ulteriormente disorientato. Magari le persone avrebbero gradito sentirsi dire dallo Stato che il vaccino è giusto ed è obbligatorio. Lo avrebbero accettato meglio secondo me, invece ora sono spaventate. Lo Stato si deve assumere questa responsabilità». Ha intrapreso azioni legali nei confronti dei No-vax che l'hanno presa come bersaglio in quella chat? «No, al momento no. Non ho fatto querele. Ho parlato informalmente con i Carabinieri e la Digos, spero che la cosa finisca qui e di non dover procedere ad azioni legali» conclude.

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Linda Di Benedetto