emiliano decaro
(Imagoeconomica)
Politica

Il caso Emiliano-Decaro mostra chiara la differenza tra centrodestra e sinistra

Abbiamo provato ad immaginare cosa sarebbe successo se invece che il duo del Pd a pronunciare la famosa frase sull'incontro con la famiglia del boss di Bari fosse stato un big della maggioranza

La famosa frase di Emiliano riguardo il famoso incontro con la sorella del Boss di Bari Vecchia (Capriati) sta facendo discutere. Onestamente trovo davvero divertente ascoltare i tentativi della sinistra di minimizzarne il contenuto. Oggi in tv (Agorà, Rai 3) ho sentito un noto scrittore, Gianrico Carofiglio spiegare che «Emiliano sente molto il bisogno di essere protagonista nelle situazioni; gli piace raccontare di se in un certo modo, il piacere di raccontare un aneddoto, a volte modificato, anche per renderlo più gradevole…». Insomma si tratterebbe nella migliore delle ipotesi di una bugia (e questa è la versione di Decaro) oppure di una cosa detta per fare un po’ lo sbruffone sul palco da parte di un politico un po’ guascone….

Ma, per fortuna, non è di queste scuse un poco banali che mi voglio occupare. Il pensiero infatti è stato: ma se al posto di Emiliano e Decaro i protagonisti di questa storia fossero stati due elementi del centrodestra cosa sarebbe successo?

Mettiamo dunque che sul palco invece del governatore del Pd ci fosse stato Matteo Salvini pronto a raccontarci di quella volta in cui accompagnò diciamo Luca Zaia a casa del boss della criminalità organizzata di Verona a cui disse il famoso «Te lo affido…».. Avete idea del DOPO?

Ad accendere i fuochi d’artificio l’immancabile Roberto Saviano che avrebbe fatto la spola tra una trasmissione «amica» e l’altra per raccontarci della vergogna toccata dal governo di questo paese, delle collusioni che la destra da sempre ha avuto con i mafiosi, anzi che forse centrodestra e mafia sono la stessa cosa (ma poco ci manca). Poi via, con una bella manifestazione di piazza, nella città incriminata dove Giuseppe Conte ed Elly Schlein si sarebbero messi in testa al corteo aizzando la folla al grido di «onestà, onestà». per non parlare dei soliti simboli dell’antimafia (giudici e giornalisti) pronti a rifarci la storia della Trattativa Stato Mafia e di altre ossessioni che nella stragrande maggioranza dei casi si sono rivelate inesistenti e frutto forse più della fantasia e dei desideri che di fatti concreti.

Qualche giornalista poi sarebbe risalito ad un viaggio fatto dal boss, incontrato dai vertici leghisti, a Mosca, che in realtà era una semplice visita a San Pietroburgo organizzata dalla locale parrocchia ma che in un amen si è trasformata in oggetto della nuova inchiesta sui rubli russi della Lega che avrebbero quindi anche un legame con chissà quale clan

Inutile dire che sarebbe partita immediata in Parlamento la richiesta di dimissioni, scioglimento del partito per infiltrazione mafiosa e già che ci siamo pure una penalizzazione per il Milan, la squadra per cui Salvini è da sempre tifosissimo, così, tanto per rovinargli anche la vita sportiva oltre che quella politica…

Meno male che invece a dire queste cose, gravissime, sia stato un uomo del Pd, un uomo, anzi due, di punta del Pd e che i partiti della maggioranza si sono limitati a chiedere chiarezza su un fatto gravissimo, senza però dare di matto.

Insomma, meno male che il centrosinistra ha fatto il centrosinistra (cioè si è tirato ancora una volta la zappa sui piedi) e che il centrodestra ha fatto il centrodestra, dimostrandosi di una categoria politica superiore.

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Andrea Soglio