decaro emiliano
(Ansa)
Politica

Bari e la Puglia, l'ex paradiso del Pd diventato ormai incubo

Inchieste, arresti, omicidi, polemiche; ci hanno presentato la città e la regione come «eldorado» d'Italia ma la realtà è ben diversa come racconta la cronaca delle ultime settimane e la rottura del Campo Largo con il M5S per le comunali di Bari

C’era una volta la Puglia “paradiso dem in terra”, modello di onestà e buon governo progressista, terra aperta alla modernità e all’inclusione, marchiata dall’effigie vendoliana arcobaleno prima, e dal decisionismo burbero di Emiliano, poi. Insomma un Eden democratico. Ma oggi?

La realtà si sta incaricando di togliere i lustrini dal Tavoliere, per disvelare uno scenario tragicomico e a tratti inquietante. Stamane sono stati arrestati e messi agli arresti domiciliari Alessandro Cataldo, marito dell'assessore regionale ai Trasporti del Pd, Anita Maurodinoia, e il sindaco di Triggiano, Antonio Donatelli. Lo stesso assessore, meglio nota come “Lady Preferenze”, si è dimessa da tutti gli incarichi. L’accusa? Gli indagati avrebbero messo in piedi un giro di compravendita di voti, che prevedeva una ricompensa di 50 euro per ogni croce sulla scheda. “Un collaudato accordo illecito”, dicono gli inquirenti, in occasione delle amministrative del 2020. L’inchiesta sarebbe partita rovistando in un cassonetto della spazzatura, dove sono stati ritrovati chili di fotocopie di documenti di identità. Un “database” di duemila nomi, un sistema che sarebbe servito a controllare, durante lo spoglio elettorale, l’effettiva corrispondenza dei voti “comprati”. Se fosse vero, sarebbe il peggio che una democrazia può sperimentare.

E poco fa la notizia della rottura del Campo Largo per le prossime elezioni comunali proprio a Bari: «Non ci sono più le condizioni delle primarie» ha tuonato Giuseppe Conte.

Insomma, una scossa di terremoto dopo l'altra. L’ennesima voragine che si apre sotto i piedi dei vertici dem pugliesi, proprio mentre Emiliano e Decaro continuano ad azzuffarsi sulla penosa storia della visita a casa del boss Capriati. “Ricordi male”. “Io non c’ero”. “Non parlare più”. Sono i virgolettati da avanspettacolo che risalgono dalle latitudini baresi in queste ore. Un copione che, se i protagonisti fossero stati iscritti al centrodestra, innescherebbe manifestazioni di piazza e appelli al Quirinale, anziché la sordina di questi giorni. E tutto mentre ancora divampano le polemiche per la procedura avviata al ministero dell’interno per capire se è il caso di sciogliere il comune di Bari, dopo gli arresti di febbraio per associazione mafiosa, estorsione, porto e detenzione di armi da sparo, stupefacenti e turbativa d’asta.

Al di là del merito giudiziario – non resta che aspettare, ispirandosi ai principi del più granitico garantismo – ce n’è abbastanza per delineare una diagnosi politica. Il “modello Puglia” si sta disintegrando sotto i nostri occhi. Sì, quel fiore all’occhiello democratico di regione perfetta, l’Emilia Romagna del Sud, che da Vendola in poi è stata elevata ad Eldorado sinistra, sta cedendo sotto i colpi delle inchieste e degli scivoloni personali degli amministratori locali. Il sindaco Decaro corre alle Europee per decisione del Segretario Schlein: vedremo, da qui alle elezioni, se la scelta sarà lungimirante. Se andiamo avanti così, il rischio boomerang è concreto. Possibile che proprio la Puglia, da sempre descritta come la Svizzera del Pd, si appresti a diventare la Waterloo di Elly Schlein?

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Federico Novella