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(Ansa)
Politica

Crollano gli arrivi dei migranti, e nessuno ne parla

I dati del Viminale confermano una tendenza già vista nell'ultimo trimestre 2023 ma l'opposizione tace, dopo aver lanciato l'allarme sociale, e nemmeno il governo racconta che le decisioni prese e gli accordi internazionali funzionano

13 settembre 2023, Giuseppe Conte: «La politica del governo sui migranti è un fallimento; gli sbarchi sono completamente fuori controllo». 23 settembre 2023, Elly Schlein: «Sui migranti il Governo è tutto chiacchiere e distintivo». Potremmo aggiungere decine di frasi simili di giornalisti ed opinionisti di sinistra sentite per tutto l’autunno scorso. Il senso era legato ai numeri record di migranti sbarcati sulle nostre coste nel 2023, 158 mila, il 50% in più rispetto al 2022. Critiche che quindi avevano una loro correttezza e fondatezza, ecco, avevano… passato. Perché nel 2024 le cose sono leggermente cambiate.

Ogni tanto diamo una lettura al bollettino quotidiano sugli arrivi che il Ministero dell’Interno pubblica sul suo sito. Ed i numeri parlano chiaro.

I DATI

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Dal 1 gennaio a ieri i migranti sbarcati in Italia sono stati 5859, un anno fa nello stesso periodo erano stati 19.922. Il calo è del 70%, ripetiamo, 70%, più che un calo un vero e proprio crollo. Una cifra inferiore a quella anche del 2022 e che fa tornare l’Italia ai tempi quasi del Governo Conte uno con i famosi decreti sicurezza del Ministro dell’Interno Salvini che aveva introdotto una sorta di blocco navale contro gli arrivi incontrollati.


(Ministero dell'Interno)

E qui bisogna cominciare a fare dei ragionamenti sul silenzio, sul perché questa cosa per mesi al centro delle polemiche politiche oggi sia coperta da una spessa coltre di sabbia, nascosta; c’è il silenzio colpevole del governo che stranamente si è dimenticato di rendere nota una cosa che è un successo evidente e che toglie un’arma dalle mani dell’opposizione e c’è il silenzio della sinistra che, furbescamente evita di far notare progressi e miglioramenti. Le cose sono importanti solo quando sono problemi o non funzionano… Ma ce dell’altro. C’è da capire quali siano le ragioni di questa inversione di marcia cominciata lo scorso novembre.

Abbiamo parlato con dei poliziotti di stanza a Lampedusa, un anno fa luogo quasi infernale dove regnavano caos e problemi. Oggi è tutto tranquillo; il centro semi vuoto e non si intravedono cambiamenti sostanziali nelle prossime settimane.e non date tanto peso a chi prova a giustificare il calo con una complicata e duratura situazione meteorologica; il meteo, giorno più giorno meno, è stato quello dello scorso anno e le statistiche dimostrano che magari l’influenza delle condizioni del vento e del mare ha un senso nei tempi brevi ma nel tempo medio lungo, come i due mesi e mezzo di questo 2024, la cosa è quasi ininfluente. E, allora, cosa c’è dietro? Quali sono le ragioni?

Anche in questo caso i numeri dicono cose interessanti. Fino ad un anno fa il principale paese di provenienza dei migranti era la Tunisia con una percentuale in ceri mesi arrivata al 70%. Oggi siamo al 12%, vero e proprio crollo verticale. Si potrà anche pensare che in Tunisia siano misteriosamente scomparsi i problemi e le ragioni che fino alla scorsa estate spingevano decine di migliaia di ragazzi a scappare rischiando la vita in mare; si potrà anche credere che ora da quelle parti del Mediterraneo vada tutto bene e regnino pace e prosperità. Però forse a qualcosa gli accordi fatti dal Governo con la premier Meloni impegnata in prima persona a cercare una soluzione al problema (difficile, certo, ma non impossibile) sono serviti a qualcosa e chi allora li definiva inutili o carta straccia forse (senza ammetterlo mai, sia chiaro) oggi avrà cambiato idea.

Non è il caso di cantare vittoria, il problema della migrazione è una questione globale, generazionale, per non dire secolare. Ma forse le iniziative messe in campo dall’Italia e, in parte, dall’Europa stanno dando i loro frutti. E salvano vite umane.

È di oggi la notizia di un altro grave incidente nel Mediterraneo con decine di migranti morti in mare; ma anche in questo caso i numeri dei decessi, delle barche alla deriva o affondate sono in diminuzione rispetto al 2023. A conferma di un altro assioma indiscutibile: meno persone partono e meno ne muoiono.

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Andrea Soglio