EllY Schlein
(Ansa)
Politica

Conclave, abuso d'ufficio, armi a Kiev. Le tre divisioni in 24 ore del Partito Democratico

Mentre alla Camera il segretario Schlein attaccava a testa bassa la Meloni su Acca Larenzia il NAzareno offriva al mondo politico la solita giornata di caos interno

Non è facile essere del Pd, ammettiamolo. Prendete ad esempio la giornata di ieri che in 24 ore racconta il bene ed il male del Partito Democratico. Alla Camera Elly Schlein ha attaccato con violenza il governo, anzi, più precisamente e direttamente la premier, Giorgia Meloni, per il suo silenzio e la sua mancata presa di distanza dai saluti romani ad Acca Larenzia. Un attacco duro, deciso che avrà riempito di gioia ed orgoglio vecchi e giovani cuori comunisti.

Poi però, nelle medesime ore, succedevano tre cose in cui il Partito Democratico si è diviso, nelle parole e nei fatti.

Primo motivo di rottura interna il voto sulla fornitura di armi all’Ucraina. C’è una parte dei Dem che ha votato a favore, senza se e senza ma; insomma esiste una parte del partito sempre dalla parte di Kiev dal punto di vista politico ma anche militare. Armi comprese. Ma c’è, ad esempio l’ex segretaria Cgil, Camusso, chi ha votato contro, che le armi all’Ucraina non le vuole più dare.

Dagli esteri alla giustizia.

Questa è stata la settimana dell’abolizione in commissione dell’Abuso di Ufficio dove tra l’altro l’opposizione si era rotta dato che Italia Viva ha votato a favore. Il Partito Democratico ha votato contro, come sempre aveva detto. Peccato che alcuni autorevoli esponenti dello stesso partito, sindaci di grandi città, hanno un’idea opposta, forse per il fatto che la questione li interessa in maniera molto più diretta. Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, ha detto che è cosa buona. Beppe Sala, primo cittadino di Milano, si chiede come mai se ai dei questa legge non va bene non abbia proposto e realizzato alcuna modifica negli anni quando era al governo. Per chiudere con Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, che senza mezzi termini ha dichiarato: « L’abolizione dell’abuso di ufficio è una vittoria». Ecco, una vittoria…

Basta? No, perché al Nazareno riescono a dividersi anche sulle cose interne pensate e fatte per loro stessi.

Stiamo parlando del tanto pubblicizzato «Conclave» di Gubbio, la 36 ore di team building del partito da cui dovrebbe uscire la strategia per le elezioni europee e che ha già creato tanta ironia nel mondo politico. Si, perché ieri diversi senatori dem hanno preso le distanze dall’iniziativa. I primi hanno spiegato di essere offesi dato che il conclave è rivolto solo ai deputati e non a chi ha un seggio a Palazzo Madama. Altri invece (forse offesi per il mancato invito) hanno detto che sembra essere una cosa di cui non si capisce il senso…

Tre divisioni interne su tre temi diversi non è poco. Ma la cosa ancor più grave è che non stupiscono più. Siamo talmente abituati alle correnti e divisioni interne nel Partito Democratico che ormai sembra essere tutto normale.

Quando lo scorso febbraio dalle Primarie è uscito il nome di Elly Schlein erano in molti a credere di aver trovato il volto, anzi la persona giusta per rilanciare il Nazareno tarpando le ali alle divisioni interne, vero male degli ex comunisti. Purtroppo si sono dovuti ricredere in fretta. E ieri, dietro gli applausi alla Camera, fuori da Montecitorio si sono sentite le solite crepe e scricchiolii.

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Andrea Soglio