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(Ansa)
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Gli ucraini si ritirano ad est, ma non è la sconfitta totale

Mentre attende gli aiuti degli Stati Uniti, l’Ucraina si ritira dai villaggi sul fronte orientale. Ma chi vede già o soldati di Mosca a Kiev però si sbaglia

La scorsa settimana le truppe russe hanno conquistato o sono entrate in una mezza dozzina di villaggi sul fronte orientale dell'Ucraina evidenziando il deterioramento della situazione nella regione per le forze ucraine in inferiorità numerica e di armi, mentre aspettano gli aiuti militari americani che sono da tempo necessari. «La situazione al fronte è peggiorata», ha detto domenica il generale Oleksandr Syrsky, Comandante in capo dell'Ucraina, in una dichiarazione in cui ha annunciato che le sue truppe si erano ritirate da due villaggi a ovest di Avdiivka, una roccaforte nell'est dl Paese occupata dalla Russia all'inizio di quest'anno, e un altro villaggio più a sud. Alcuni esperti militari sostengono che i recenti progressi di Mosca riflettono il desiderio di sfruttare una finestra di opportunità per portare avanti gli attacchi prima che il primo lotto di un nuovo pacchetto di aiuti militari americani arrivi a Kiev. I finanziamenti militari per l’Ucraina costituiscono la parte più importante del pacchetto, per un totale di 60,8 miliardi di dollari. Una parte significativa «è destinata a ricostituire le scorte di difesa americane» e a finanziare l'acquisto di sistemi di difesa made in USA, considerati essenziali dagli ufficiali ucraini da diversi mesi.

Il disegno di legge riflette da vicino il pacchetto originale del Senato, ma la Camera ha incluso l'obbligo per l'amministrazione Biden di inviare più missili di fabbricazione americana noti come ATACMS a lungo raggio. In precedenza, gli Stati Uniti avevano fornito all’Ucraina una versione dei missili con munizioni a grappolo, dopo che il presidente Biden aveva superato la sua riluttanza a fornire armamenti e aveva permesso al Pentagono di consegnarli di nascosto. Secondo quanto riportato dal New York Times, un'altra disposizione inserita dalla Camera impone al presidente di richiedere il rimborso di dieci miliardi di dollari in assistenza economica, una proposta sostenuta dall'ex presidente Donald Trump, che aveva insistito affinché qualsiasi aiuto a Kiev fosse sotto forma di prestito.

Tuttavia, il disegno di legge autorizza anche il presidente a condonare tali prestiti a partire dal 2026. Biden ha firmato il decreto promettendo di accelerare la spedizione di armi. Ma con questi nuovi armamenti gli ucraini possono sovvertire il corso degli eventi? Lo chiediamo all’analista strategico Virgilio Lo Presti: «Le forniture militari che l’Ucraina riceverà a breve dagli Stati Uniti serviranno a tamponare la situazione sul fronte per circa un anno. Per quanto significativo, questo pacchetto di aiuti non porterà l’Ucraina né a raggiungere la parità con la Russia in termini di artiglieria né tantomeno alla possibilità di attrezzare nuove brigate per eventuali future azioni di contrattacco. Per modificare in modo consistente l’attuale situazione servirebbero future e costanti nuove forniture, ma risulta difficile immaginare che nel corso del 2024 gli Stati Uniti possano fornire all’Ucraina nuovi pacchetti di aiuti, tantomeno delle dimensioni economiche di quest’ultimo, e se nei mesi a venire non dovessero giungere nuovi aiuti l’Ucraina rischia di ritrovarsi nel 2025 con la stessa situazione di difficoltà in cui è oggi».

Ma qual è la principale criticità per Kiev? Per Lo Presti «l’esercito ucraino ha una drammatica debolezza in termini di manodopera. Le brigate al fronte sono sottodimensionate e la mancanza di uomini fa in modo che non ci sia sufficiente rotazione per le truppe in prima linea. La nuova legge di coscrizione varata da Kyiv arriva con grande ritardo rispetto alle necessità militari e le nuove reclute che affluiranno ai reparti dovranno essere addestrate per alcuni mesi prima di poter essere usate con efficacia, al contrario il reclutamento russo continua a funzionare ad un ritmo elevato».

Serhii Kuzan, presidente del Centro ucraino per la Sicurezza e la Cooperazione, un gruppo di ricerca non governativo, ha affermato che «il Comando ucraino ha dovuto fare una scelta tra una brutta situazione e una ancora peggiore e ha deciso di perdere territori piuttosto che soldati». Inoltre, le forze russe sono riuscite a sfondare la parte settentrionale di questa linea difensiva sfruttando un varco nelle posizioni ucraine e avanzando rapidamente nel villaggio di Ocheretyne. Quel villaggio si trova su una strada che porta a Pokrovsk, a circa 30 km a ovest ma non è ancora del tutto chiaro se le forze russe ne abbiano acquisito il pieno controllo. L’ Institute for the Study of War (ISW), un think tank con sede a Washington, afferma che le conquiste della Russia a Ocheretyne «hanno posto il comando russo di fronte ad una scelta: continuare a spingere a ovest verso Pokrovsk, o spingere a nord verso Chasiv Yar, una città che ha ha subito implacabili attacchi russi nelle ultime settimane». Secondo i funzionari ucraini, circa 25.000 soldati russi sono coinvolti nell'offensiva su Chasiv Yar. Chasiv Yar, a circa sette miglia a ovest di Bakhmut, si trova su un'altura strategica. La sua cattura metterebbe la città di Kostiantynivka, a circa 16 km a sud-ovest, nella linea di fuoco diretta di Mosca. La città è il principale punto di rifornimento per le forze ucraine lungo gran parte del fronte orientale. Una spinta verso nord da Ocheretyne potrebbe anche consentire alle forze russe di attaccare Kostiantynivka da sud, con un movimento a tenaglia. «Le forze russe hanno attualmente l'opportunità di ottenere vantaggi operativi significativi vicino a Chasiv Yar e stanno preparando riserve per sostenere uno sforzo offensivo su larga scala previsto quest'estate», ha affermato domenica nel suo rapporto l’ISW.

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Stefano Piazza