Fabio fazio
(Ansa)
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Fazio chiedeva a Casarini &c che domande fare alla Lamorgese

Nuove rivelazioni nell'inchiesta di Panorama e La Verità sui soldi dei fedeli alle Ong

La «banda» in chat rivela che il conduttore ha cercato don Mattia Ferrari e Beppe Caccia per preparare il colloquio con l’allora ministro sui decreti Sicurezza. Il prete: «È un bene che Fabio sia così schierato». E lui per una volta fa una intervista quasi vera.

Luca Casarini è il classico personaggio che piace alla gente che piace. Con quella sua faccia stropicciata, i capelli sale e pepe raccolti in uno chignon, l’orecchino e la parlata venesiàn ispirata. Un pregiudicato per svariati reati, condannato a 4 anni e 7 mesi in via definitiva (lo dice lui nel suo cv, come se fosse la prova del suo impegno) che, evidenzia la Guardia di finanza, al momento dell’inaugurazione della Mare Jonio non sta più negli abiti e pronuncia una frase che inquieta gli investigatori. I quali, nella loro informativa, annotano: «Dopo una serie di ripetuti messaggi inviati nel gruppo in cui si discute dei finanziamenti necessari all’acquisto della nave, della formazione e ricerca dell’equipaggio e dei salvataggi in corso nel Mediterraneo centrale, Luca Casarini afferma testualmente: “Compagni, questa è la nuova Genova”, naturalmente in riferimento al G8 del 2001 in cui lo stesso fu il protagonista delle note rivolte». Giocò a fare la guerra e ci scappò il morto.

Quindi non può non destare preoccupazione che Casarini paragoni i salvataggi in mare al disastro del capoluogo ligure. Ma forse non ha tutti i torti, se il riferimento è alla luce abbacinante dei riflettori che l’ex leader delle Tute bianche riesce ad attirare sulle sue imprese. Tra i suoi tifosi gente come Fabio Fazio, Checco Zalone, Roberto Saviano, Aboubakar Soumahoro e don Luigi Ciotti. Tutti in gradinata a tifare per lui e la sua ciurma. Anche a costo di esagerare un po’. Nonostante cotanti sponsor, fa specie che questa combriccola, apparentemente a nome dell’associazione di promozione sociale Mediterranea saving humans, sia riuscita a infiltrarsi nella redazione di Fazio in veste di suggeritrice quando il conduttore savonese ha intervistato nello studio di Che tempo che fa niente meno che l’allora ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. È un po’ come se ad Al Capone avessero fatto preparare le domande per il ministro delle Finanze americano. Ovviamente, è bene precisarlo, la nostra è un’iperbole. Altrimenti Casarini & C. , che hanno già minacciato querele su tutti i giornali, potrebbero ulteriormente adontarsi.

Ma torniamo al feeling tra l’equipaggio della Mare Jonio e la trasmissione Che tempo che fa, oracolo consultato non certo per prevedere procelle e fortunali. Già a maggio del 2019 l’ex imitatore si unisce a una campagna di Mediterranea e posta un video pro migranti il cui succo è: «Nessuno sceglie dove nascere». Il 25 ottobre dello stesso anno, don Mattia Ferrari, il cappellano di bordo del rimorchiatore, informa la ciurma che il futuro presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Zuppi, sarà ospite della trasmissione. Due giorni dopo don Mattia è in sollucchero sulla chat di gruppo: «Ragazzi, guardate il video di Zuppi da Fazio». Pausa. «Strepitoso. Ha detto delle robe fortissime».

Il 18 dicembre don Mattia annuncia: «Fazio disponibile ad aderire alla campagna per il dissequestro. Domani mattina mi chiama». Questa volta la petizione si intitola «Adesso basta. Basta una firma#Free Mediterranea» ed è stata avviata dopo che la Mare Jonio è stata bloccata in porto e ha ricevuto una multa da 300.000 euro per la violazione del decreto Sicurezza. Il 20 dicembre il prete allega una foto del presentatore e chiosa: «Intanto Fazio mi ha mandato questa». Caccia chiede: «È la nuova campagna “Krajewskij firma l’assegno!”?». L’armatore, con questa battuta, confessa l’ovvio: le catene di Sant’Antonio dei vip servono a fare pressione sulla Chiesa per ottenere i sospirati finanziamenti. Anche Luciana Littizzetto manda uno scatto, suscitando l’entusiasmo dei nostri.

L’equipaggio porta in Vaticano un crocifisso con il giubbotto di salvataggio in dono al Papa e Fabiolo ha un attimo di confusione. Poco apprezzato da capitan Caccia: «Quel cazzaro di Fazio è riuscito a dire che il crocifisso al Papa è stato regalato dai profughi di Lesbo». «No, davvero?!» domanda don Ferrari. Che comunica: «Gli mando un messaggio». Caccia annota: «Sta intervistando don Carmelo. Magari dopo la pubblicità rettifica». Il prete ha qualche dubbio: «Ma non so se legge. Comunque gli ho scritto. A lui e all’autrice Monica Tellini». Caccia non sembra apprezzare la puntata: «È spottone per i pranzi di Sant’Egidio». Anche don Mattia boccia il programma: «Mah. Fazio bigotto. Non c’è più religione. A me non piacciono i bigotti». Poi inoltra un Whatsapp: «Grazie Mattia. Lo dico ad autori». E spiega: «Questa la risposta di Monica Tellini, una delle direttrici di Che tempo che fa». Fazio è per i Casarini boys un po’ come Ambra per Gianni Boncompagni. Gli mancano solo auricolare e mossette.

Caccia aggiorna gli amici: «Ha appena rettificato. #DioTiPerdonaDonMattiaNO». Il prete è contento: «Ho fatto bene Beppe?». Replica dell’ex assessore veneziano: «Benissimo. Seduta in prima fila c’era pure Francesca Bazoli». Ossia la figlia del presidente emerito di Banca Intesa San Paolo e loro finanziatrice. Il don spedisce un messaggio penitente di Fazio: «Ho rimediato e scusa». Il prete commenta: «Poveretto. Quando il capomissione Caccia chiama il soldato Ferrari risponde».

A fine gennaio 2020 don Mattia, in occasione dell’uscita di un suo libro firmato con il giornalista di AvvenireNello Scavo, annuncia: «L’1 marzo sono da Fazio. O ci siamo insieme con Nello. Io ho chiesto che si possa far parlare con me qualcun altro di Mediterranea. Mi devono saper rispondere». Caccia lo applaude: «Complimenti Autore! Poi dobbiamo metterci d’accordo per gestione tour di presentazioni». L’8 febbraio arriva il momento di cui abbiamo parlato all’inizio dell’articolo: «Mi ha chiamato Fazio dicendomi che domenica sera avrà ospite la Lamorgese» scrive don Mattia. Caccia non è sorpreso: «Lo so. La redazione mi ha chiesto una consulenza sulle domande da farle». Il prete informa i compagni di aver ricevuto a stessa proposta: «Ah ottimo. Lo ha chiesto anche a me. Allora ci tiene proprio. Se gli hai già risposto tu siamo a posto». Replica di Caccia: «No, devo parlare domattina con il suo autore, Arnaldo Greco. Sentiamoci prima, così concordiamo su quali punti insistere». Don Mattia è soddisfatto delle loro cheerleader: «Comunque bene che Fazio e i suoi autori siano così schierati». È utile ricordarlo, con i soldi del servizio pubblico. «È un’ottima cosa» chiosa. Il Viminale dà visibilità all’intervista sul proprio sito: «Immigrazione e sbarchi, sicurezza e percezione della sicurezza: il ministro Lamorgese ospite di Rai 2». Il brain storming equosolidale sembra dare qualche risultato. Fabio-Ambra quasi subito piazza una domanda che ha la risposta incorporata: «Secondo lei i decreti sicurezza (quelli che hanno bloccato la Mare Jonio, ndr) sono da modificare o da cancellare?». Tertium non datur (ovvero il loro mantenimento). Fazio sfoglia gli appunti. E poi sornione chiede, riferendosi ai migranti recuperati da una Ong: «Quindi non le viene in mente di non farli sbarcare?». La Lamorgese accenna un sorrisino complice e risponde secca: «No».

continua: laverita.info

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Giacomo Amadori

(Genova, 1970). Ex inviato di Panorama e di Libero. Cerca di studiare i potenti da vicino, senza essere riconosciuto, perciò non ama apparire, neppure in questa foto. Coordina la sezione investigativa dellaVerità. Nel team, i cronisti Fabio Amendolara, Antonio Amorosi e Alessia Pedrielli, l'esperto informaticoGianluca Preite, il fotoreporter Niccolò Celesti. Ha vinto i premi giornalistici Città di Milano, Saint Vincent,Guido Vergani cronista dell'anno e Livatino-Saetta.

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