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(Ansa)
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Le trame del Card. Zuppi per aggirare la Cei e dar soldi al pregiudicato Casarini

Il prete di bordo di Mare Jonio: «Per farci finanziare dalla Caritas è passato direttamente dai cardinali Czerny e Hollerich, geniale». I rapporti con i centri sociali e l’esultanza per le nomine progressiste di Francesco. «Krajewskij è la Carola Rackete del Vaticano»

L’uomo su cui la banda di Luca Casarini puntava maggiormente era l’attuale presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Zuppi. Era lui la loro arma segreta. O perlomeno i Casarini boys si auguravano potesse diventarlo. Con in prima fila don Mattia Ferrari, il cappellano di bordo della Mare Jonio, il rimorchiatore dell’associazione Mediterranea che, a causa di una missione a scopo di lucro, ha portato alla sbarra a Ragusa Casarini, il sodale Giuseppe Caccia e altre quattro persone, accusati a vario titolo per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e violazione delle norme del codice della navigazione. Le chat sequestrate dai militari della Guardia di finanza agli atti dell’inchiesta mostrano la corsa degli esponenti più progressisti della Chiesa a sostenere Casarini. Un signore che nella sua presentazione a candidato del direttivo di Mediterranea, associazione di cui è fondatore, nell’ottobre 2020 si presentava così: «Mi occupo anche dello sviluppo di percorsi politico-spirituali all’interno di alcune strutture della chiesa cattolica, collaborando con i circuiti vicini a Papa Francesco. Sono da sempre arrivista (un lapsus freudiano si potrebbe dire, ndr) dei movimenti di contestazione italiani e non solo e, in seguito a questo impegno politico, ho accumulato 4 anni e 7 mesi di condanne definitive». Un curriculum perfetto per fare da consigliere del Papa, o ghost writer come azzarda l’allegra brigata («Casarini come Scalfari», butta lì Caccia in una chat, facendo riferimento al fondatore di Repubblica, per un periodo compagno di conversari del Pontefice). Già nel gennaio del 2020, due anni prima della nomina, la combriccola è al lavoro: «Probabilmente Bassetti (Gualtiero, allora capo dei vescovi italiani, ndr) darà le dimissioni in primavera e a maggio Zuppi diventerà il prossimo presidente della Cei» ragiona don Mattia. «È chiaro che se lui sarà presidente della Cei per Mediterranea le cose saranno molto più facili. Però non possiamo stare nell’incertezza. Metti che poi a maggio fanno un colpo di mano ed eleggono un altro. A quel punto saremo stati fermi per mesi invano». Caccia, che di politica sa qualcosa, arriva subito al dunque e domanda: «Chi può dare una spinta a Zuppi?». Don Mattia ha già in testa una soluzione che passa per due nomi: «Lorefice (Corrado, arcivescovo di Palermo, ndr) e Montenegro (Francesco, cardinale, ndr)». Ma don Mattia è dubbioso: «Sì sì, infatti dico che non possiamo stare fermi fino a maggio, tra l’altro non è neanche ancora sicuro, anche se è molto probabile, che a maggio Zuppi diventerà presidente. La cosa migliore è che voi in quei giorni vediate Lorefice e Pennisi (Michele, arcivescovo emerito di Monreale, ndr)». L’obiettivo è facilmente intuibile: «Così gli danno la spinta finale», sentenzia don Mattia.

Nei momenti bui l’ancora di salvezza è sempre lui: Zuppi. All’inizio del progetto, Caccia lo afferma senza esitazioni: «Se la situazione finanziaria diventa drammatica, bisogna andare da Zuppi e Lorefice e battere cassa. Loro hanno soldi e personalmente gli arcivescovi hanno sempre una dotazione di cui dispongono liberamente. Dopo tutta la gratuita pubblicità che gli abbiamo fatto...». Casarini sul punto della «pubblicità» è d’accordo e consiglia a don Mattia: «Scrivi, così la vedono tutti, quella considerazione lì». Già quando Zuppi era stato creato cardinale i nostri avevano esultato, in particolare don Mattia: «Devo dire che comunque in questo nostro progetto che stiamo costruendo abbiamo anche un bel po’ di fortuna (o di Provvidenza): Krajewskij accende la luce a Spin time (noto palazzo della capitale occupato dai centri sociali, ndr), costringendo tutti a riconoscere la positività di quello che Spin time e amici compagni (cioè noi) fanno; Francesco crea cardinali Zuppi, Czerny (Michael, ndr) e Hollerich (Jean-Claude, ndr) che sono nostri supporter; il Vaticano si decide proprio ora, finalmente, ad accettare che la Chiesa possa sostenere i movimenti popolari. Insomma abbiamo un incastro perfetto». Zuppi si era in effetti messo a disposizione all’inizio del progetto. In un dossier interno di Mediterranea si legge che «nella sua azione pastorale a Bologna ha costruito un’amicizia sincera e profonda con tutte le persone di buona volontà […] e quindi anche con i centri sociali (abbattendo, va detto, muri secolari)». In una chat don Mattia riferisce i suggerimenti di Zuppi per portare avanti il progetto di una nuova nave e di finanziamenti da parte della Chiesa: «Dice che è ottimo parlarne con Krajewskij, Czerny, Hollerich, sia perché tutti e tre sono molto in gamba, sia perché Krajewskij vede quasi tutti i giorni il Papa, Czerny lo vede spesso, e Czerny e Hollerich lo vedranno quasi ininterrottamente per tutto il mese di ottobre per il Sinodo. Quindi è sicuro che gli parleranno del nostro incontro».

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Giacomo Amadori

(Genova, 1970). Ex inviato di Panorama e di Libero. Cerca di studiare i potenti da vicino, senza essere riconosciuto, perciò non ama apparire, neppure in questa foto. Coordina la sezione investigativa dellaVerità. Nel team, i cronisti Fabio Amendolara, Antonio Amorosi e Alessia Pedrielli, l'esperto informaticoGianluca Preite, il fotoreporter Niccolò Celesti. Ha vinto i premi giornalistici Città di Milano, Saint Vincent,Guido Vergani cronista dell'anno e Livatino-Saetta.

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