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Gli Usa chiedono agli alleati una posizione chiara sulla Cina, mentre per la Ue la priorità è l’Ucraina

Divisioni alla vigilia del vertice Nato di Madrid al via oggi

Alla Nato sono tutti d’accordo sul fatto che la Russia sia una minaccia, tanto che la decisione di costituire una nuova forza di intervento rapido in Europa, aumentando il numero di truppe in prontezza a oltre 300.000 unità, è stata approvata. Altro non si può dire riguardo la Cina, potenza militare che alcuni paesi dell'Unione non considerano un avversario. Con i problemi di Taiwan e l’espansionismo nel Pacifico, gli Stati Uniti vorrebbero espandere il loro sistema di alleanze, ma è difficile stabilire una nuova Nato in Asia: la cultura, la storia, i valori e altri fattori dei paesi dell'area asiatico-pacifica rendono difficile ignorare l'influenza cinese. Inoltre, Pechino persegue una politica estera indipendente di cooperazione vantaggiosa per tante nazioni e, con l'aumento degli scambi commerciali con l’Europa degli ultimi anni, era migliorata anche la percezione dei paesi europei nei confronti di Pechino. Anche perché l’UE deve affrontare seri problemi in materia di energia, assistenza sociale, inflazione e immigrazione che impediscono il processo di integrazione.

Sulla scia del vertice del G7 di questi giorni, e in attesa del summit per l’Ucraina, in programma in Svizzera tra l’1 e il 5 luglio, i leader della Nato si riuniranno anche a Madrid da martedì a giovedì per il loro incontro annuale incentrato principalmente sulla Russia, ma con in agenda anche la richiesta di una posizione più severa nei confronti di Pechino. Non a caso in Spagna, all’assemblea Nato parteciperanno per la prima volta i leader di quattro paesi dell'area asiatico-pacifica, ovvero Giappone, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda. E l’argomento principale che interessa loro sarà l’identificazione della Cina nella sua nuova veste di potenza militare. Tanto che, nelle intenzioni, ci sarebbe la preparazione di un documento chiave sullo sviluppo militare da adottare nei prossimi anni per competere con la Repubblica Popolare. Intanto la Casa Bianca ha pubblicato i contenuti dell'incontro del presidente degli Stati Uniti Joe Biden con il cancelliere tedesco Olaf Scholz tenutosi domenica prima del vertice del G7, durante il quale i due leader hanno discusso proprio delle sfide poste dalla Cina, con Biden a chiedere una posizione più decisa al riguardo.

Vero è che l'attuale assetto strategico della Nato, concordato al vertice di Lisbona nel 2010, non menzionava neppure la Cina, mentre al vertice dello scorso anno a Bruxelles l’Alleanza aveva descritto in modo retorico la progressione militare cinese e la sua crescente influenza. Al proposito, il segretario della Nato Jens Stoltenberg il 22 giugno scorso ha dichiarato che includere Pechino nel programma strategico Nato è un passo importante poiché “la Cina sta apertamente contestando l'ordine internazionale basato sulle regole ponendo alcune sfide per i nostri valori, i nostri interessi e la nostra sicurezza”. Dunque, in seno alla Nato gli Stati Uniti vorranno mobilitare l'Occidente affinché consideri la Cina un avversario, principalmente evidenziando la posizione pro-Russia. Si tratta di una nuova versione della Guerra fredda che potrebbe costringere altri paesi a ridurre gli scambi economici con la Repubblica Popolare. Bisogna tuttavia considerare che per gli Usa il controllo dello scenario asiatico-pacifico è più urgente e sconveniente di quanto non sia la guerra tra Mosca e Kiev, poiché oltre alle basi militari presenti nell’area, come quelle a Guam e in Giappone, il pericolo sarebbe poter subire un attacco diretto sul proprio territorio e vedere attaccati – anche commercialmente – gli alleati oceanici. Considerare la Cina un avversario per tutta la Nato darebbe quindi legittimità agli Usa per essere maggiormente coinvolti nelle zone dell’Indo-Pacifico, quindi anche più a nord-ovest della regione sempre più “calda” di Taiwan. Tale posizione regalerebbe più sicurezza al Giappone, fondamentale per la presenza americana in quel teatro. Infatti, poco prima di arrivare in Europa, il primo ministro Fumio Kishida ha dichiarato che il Giappone spera di portare la cooperazione con la Nato “a un nuovo stadio”. Questo, unitamente alla linea Mosca-Pechino, porta una crescente ansia nei paesi europei riguardo alla Cina, con non poche divergenze tra i gli Stati Uniti e alcune nazioni. Le maggiori potenze europee vogliono far cessare il conflitto Russia-Ucraina portando le due parti al tavolo dei negoziati, mentre secondo parte dei Paesi membri della Ue, la Cina non sfiderà l'ordine internazionale visti i percorsi di sviluppo intrapresi negli ultimi decenni. La Francia, per esempio, ha sempre ritenuto che la Nato sia un’organizzazione fatta per proteggere l’area nord-atlantica, e che la Cina non sarebbe un problema di sua competenza.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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