pallone spia
(Us Department)
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Riecco i palloni spia della Cina, stavolta su Taiwan

Aumenta la pressione di Pechino sull’isola a cinque giorni dalle elezioni. Ma la storia di “una sola Cina” non tiene: Xi-Jinping vuole il dominio dei microchip più avanzati al mondo. E usati negli usa per l'intelligenza artificiale

Nella giornata di sabato il ministero della Difesa di Taipei ha nuovamente accusato la Cina di minacciare la sicurezza aerea e di condurre una guerra psicologica contro la popolazione dell’isola lanciando una serie di palloni, potenzialmente spia, proprio nei giorni prima delle elezioni chiave di Taiwan. Dopo i casi accaduti negli Usa ormai quasi un anno fa (era febbraio), Pechino non ha mai smesso di utilizzare aerostati per missioni di vario tipo – anche scientifiche – ma è stata molto attenta a non creare con essi nuove tensioni. Ora però le cose cambiano, anche perché, proprio in vista delle presidenziali del 13 gennaio prossimo, Taiwan è in massima allerta per l’attività militare e politica cinese, che punta a favorire un cambio di posizione dall’interno interferendo nelle elezioni. Il messaggio pre-elettorale di Xi-Jinping a Taiwan sarebbe molto semplice: “Ti stiamo osservando da vicino e non puoi nasconderti”.

Il vicepresidente di Taiwan, Lai Ching-te, candidato alla presidenza del Partito democratico progressista al potere, ha dichiarato che la Cina sta usando le sue navi da guerra, i suoi aerei da guerra e le notizie false per dividere Taiwan: “Vi esorto tutti con i vostri sacri voti a dire al mondo che Taiwan non si arrenderà a un regime autoritario ma continuerà a scegliere la democrazia e la libertà”. In realtà è dal mese scorso il ministero della Difesa di Taiwan segnala diversi casi di palloni cinesi che hanno sorvolato lo stretto di Taiwan, ma arrivando, appunto sabato scorso, sei gennaio, a sorvolare l'isola vicino alle principali basi militari.

Nella dichiarazione del ministero degli esteri e della difesa, Taipei sottolinea la pericolosità e la “seria minaccia” di queste sonde per la sicurezza dei passeggeri sui voli internazionali e attraverso lo Stretto di Taiwan. Di fatto l’intensificazione dell’azione militare cinese, con aerei da combattimento che sorvolano regolarmente lo stretto come parte di una strategia di presidio della “zona grigia”, è ormai in corso da quattro anni e gli Stati Uniti, il più importante sostenitore internazionale e fornitore d’armi dell’isola, hanno sempre tenuto i radar accesi su quello è che il maggior produttore di semiconduttori al mondo. Pechino si è fatta sentire replicando al portavoce della sicurezza nazionale della Casa Bianca John Kirby, il quale, interrogato su quanto sta accadendo, ha dato una risposta molto prudente: “Noi ovviamente sosteniamo la democrazia e le istituzioni democratiche di Taiwan e vogliamo vedere elezioni libere, giuste, aperte e trasparenti. Ma siamo certamente consapevoli che attori esterni potrebbero tentare di interferire”.

La Cina ha affermato che le ripetute accuse d’interferenza elettorale sul governo di Taiwan sono “sporchi trucchi” volti ad aumentare le possibilità di vittoria del Partito democratico progressista al potere che Pechino detesta, definendolo separatista. Ma è chiaro che un governo più vicino a Pechino cambierebbe anche le sorti della Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (Tsmc), il più grande produttore di chip al mondo che raggiunge quote di mercato del 90%. Ma che, soprattutto, è leader di quelli utilizzati per applicazioni d’intelligenza artificiale e calcolo quantistico, ovvero i sottosettori più pregiati e al momento richiesti dall’industria informatica e dalla ricerca, impiegati negli Stati Uniti. Fondata nel 1987, l’azienda di Taiwan ha effettuato investimenti enormi rispetto ai rivali, arrivando a dedicare oltre il 18% dei ricavi alla sola ricerca e sviluppo nel 2018. Di conseguenza, nel corso del tempo l’azienda è diventata nota per essere stata pioniera nelle tecnologie di processo per la miniaturizzazione, conquistando il primato di arrivare da 0,25 micron a 0,18 e infine a 7 nm, cioè di ottenere innovazioni che le hanno permesso di mantenere una posizione dominante nel settore dei semiconduttori. Tsmc ha stretto forti legami con i giganti Apple e Qualcomm, in modo da comprendere meglio le loro esigenze e adattare rapidamente le tecnologie di processo in base alle mutevoli condizioni del mercato o personalizzare i prodotti appositamente per i singoli clienti. Ovvio, quindi, che Pechino voglia prenderne il controllo e non certo per le questioni territoriali storiche che va ribadendo.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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