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(Ansa)
Economia

Stellantis: vendite in calo, operai in cassa integrazione e Tavares si regala lo stipendio d'oro

Il mercato, soprattutto dell'elettrico, continua a frenare

Continua la frenata delle auto elettriche in Ue e in particolar modo in Italia. Gli ultimi dati, relativi al mese di marzo pubblicati da Acea, certificano il fallimento delle politiche green europee, con le immatricolazioni delle auto elettriche a batteria in calo dell’11,3%, rispetto all’anno scorso. La quota di mercato scende dunque dal 13,9% di marzo 2023 al 13% di quest’anno. Due dei principali parchi auto dell’Ue, Germania e Italia, hanno fatto registrare pesanti contrazioni rispettivamente del 28,9% e del 34,4% a sottolineare che l’auto elettrica non piace ai consumatori. Male anche le immatricolazioni delle ibride plug-in che sono diminuite del 6,5% il mese scorso in Ue, con Germania e Italia che hanno registrato cali rispettivamente del 4,5% e del 22%. Meglio invece il mercato dell’elettrico ibrido che sale dell’8%, in Italia, e del 12,6% in Unione europea.

La benzina resta la prima scelta. Le auto a benzina nel nostro Paese hanno infatti fatto registrare un'accelerazione del 5,7%. Ampliando lo sguardo al mondo dell’auto nel suo complesso possiamo osservare come a livello Ue l’alimentazione a benzina e diesel continua ad occupare la fetta maggiore del mercato automobilistico con il 35,4%, seguito dalle auto ibride al 29%, batterie elettriche 13%, diesel 12,4% e il Plug-in ibrido elettrico al 7%. Da aggiungere poi un altro dato estremamente rilevante. Il gruppo Stellantis ha registrato un calo dell'8,7% delle immatricolazioni di auto in Europa a marzo su base annua a 228.740 unità, con una quota di mercato scesa al 16,5% dal 17,6%.

Trend che evidenziano due aspetti. Il primo è la follia green dell’Ue sul solo elettrico. La politica dell’Unione secondo la quale solo una macchina elettrica non inquina si sta rivelando essere sbagliata e poco lungimirante. Non è possibile pensare ad un mercato solo elettrico. Il concetto di neutralità energetica e tecnologica è la chiave di volta per raggiungere gli obiettivi climatici anche includendo diverse alternative come i motori endotermici, alimentati con biocarburanti o all’idrogeno. Prevedere il divieto di vendita delle auto termiche entro il 2035 come con l’unica alternativa l’auto elettrica è un disegno utopistico e anche poco equo, perché non tutti i cittadini europei hanno il lusso di potersi comprare un veicolo elettrico. Gli obiettivi ambientali si possono raggiungere anche con maggiore razionalità, lasciando nel cassetto l’ideologismo. Il pensare che, se in un qualsiasi paese dell’Ue si dovesse riuscire a ideare un motore, non elettrico, che permette di centrare gli obiettivi ambientali prima del tempo, non lo si possa sviluppare, perché solo un motore elettrico può, è pura follia. Da ricordare infine che a guidare il mercato sono le scelte dei consumatori. E due dei più importanti parchi auto in Ue (Germania e Italia) stanno bocciando un'auto totalmente elettrica.

Altro aspetto, la questione Stellatis. Società che di italiano ha sempre di meno e che sta facendo di tutto per cercare di allontanarsi sempre di più dalle sue origini, viste anche le ultime decisioni di mettere più di 2.000 lavoratori dello stabilimento di Mirafiori, addetti alla Fiat 500 elettrica e alle auto Maserati, in cassa integrazione a partire da lunedì 22 aprile fino al 6 maggio. Aspetto che lascia esterrefatti se si pensa che il Ceo del gruppo, Carlos Tavares nel 2023, ha ricevuto uno stipendio di ben 36,5 milioni di euro l'anno, in aumento del 56% rispetto al 2022, e contemporaneamente ha ricattato, a inizio 2024, il governo italiano per ricevere più incentivi per produrre le auto elettriche, perché “senza aiuti due stabilimenti sono a rischio”. E meno male che il presidente, John Elkann, ha descritto il 2024 come “fantastico”. Da capire a chi si riferisse. Per i dirigenti sicuramente, per l’Italia, le fabbriche italiane e gli operai non tanto.TUTTE LE NEWS DI ECONOMIA

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Giorgia Pacione Di Bello