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(Ansa)
Economia

La reazione, al rialzo, dei mercati alla «Terza guerra mondiale»

Chi pensava ad un crollo delle borse si è dovuto ricredere oggi, giorno di riapertura. E per ragioni molto concrete

No panic. Questo il messaggio che arriva dai mercati dopo un weekend all’insegna delle tensioni geopolitiche a causa dell’attacco dell’Iran a Israele. Per il momento il sentiment dei mercati non è dunque quotato su un possibile allargamento del conflitto nella regione. La settimana si è infatti aperta all’insegna dell’ottimismo e contrariamente alle aspettative “gli investitori hanno dimostrato una sorprendente resilienza di fronte ad una possibile escalation, impegnandosi in acquisti azionari sotto il peso di incertezze geopolitiche e pressioni dal settore obbligazionario”, spiega Gabriel Debach, italian market analyst della piattaforma di investimenti eToro. A rendere il tutto più reale c’è il rendimento del titolo decennale americano che ha visto un aumento superiore al 2%, raggiungendo livelli non visti da novembre dello scorso anno, il Volatility Index, che rappresenta uno degli strumenti più comuni per misurare il sentiment del mercato in calo, e l’oro e il petrolio, che solitamente, in situazioni di forte stress, sono in rialzo, che invece hanno subito correzioni al ribasso. “A sostenere questo clima ottimista, contribuisce anche il dato sulle vendite al dettaglio negli Stati Uniti, che hanno segnato un aumento dello 0,7% a marzo 2024, superiore alle attese (+0.3%) e viste in rialzo, inoltre, le precedenti stime di febbraio. Questi dati suggeriscono una persistente resilienza nella spesa dei consumatori, indicando che l'economia, guidata dai consumi, rimane forte”, sottolinea Debach.

La reazione di Israele non muove i mercati

La diffusione della notizia di una possibile risposta israeliana all'attacco iraniano ha innescato “decise fluttuazioni nei mercati, influenzando in particolare il petrolio, l'oro e il mercato azionario”, spiega Debach precisando però che “queste reazioni iniziali si sono rapidamente stabilizzate quando è emerso che l'intento di Israele sarebbe quello di limitare i danni all'Iran evitando un conflitto su larga scala”. La dichiarazione che Israele intende procedere con un'azione coordinata con gli Stati Uniti ha inoltre “ulteriormente influenzato i mercati, facendo rientrare il petrolio e l'azionario sulla traiettoria originaria”. Anche se è azzardato trarre conclusioni dopo una singola giornata i segnali attuali ci indicano che il mercato azionario potrebbe, per ora, escludere la possibilità di una immediata escalation militare, e dunque un possibile allargamento del conflitto.

Bilancio positivo a fine giornata arriva anche per i mercati finanziari del Vecchio Continente. Piazza Affari chiude infatti sulla stessa onda rialzista degli altri listini di Eurolandia e intanto a Wall Street lo S&P 500 segna un aumento dello 0,33%.

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Giorgia Pacione Di Bello