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(Ansa)
Economia

Cosa ci insegnano i mercati azionari ai massimi di sempre

Analisi dei dati da record, soprattutto con Wall Street a fare la parte del padrone

L’indice MSCI World All Country, il più ampio a livello di composizione geografica, il 20 maggio ha toccato i 797,5 punti, nuovo massimo storico assoluto. Il progresso dai minimi di metà 2009, quando si registrarono i minimi di mercato post grande crisi finanziaria è del 628% (performance inclusiva dei dividendi incassati, e quindi total return, espressa in Euro) che significa aver moltiplicato per oltre 7 volte il capitale in 15 anni con un rendimento medio annuo che è più del doppio rispetto ai classici rendimenti azionari di lungo termine.

Strabiliante senza dubbio. Quali elementi possiamo mettere in evidenza oggi che molteplici mercati sono sui massimi storici?

  1. C’è una buona coerenza fra la crescita degli utili delle società che compongono l’indice e l’aumento di valore dell’indice stesso. Gli EPS, come si chiamano in gergo tecnico, sono il primo e più importante driver dell’andamento di un’azione in borsa e di conseguenza di un indice. Si sono mossi in modo abbastanza simile all’ Msci World AC (price return): utili saliti di circa 3 volte e indice che si è moltiplicato per 4 volte.
  2. La seconda componente che influenza il rendimento finale è la valutazione intesa come multiplo di mercato al quale gli utili prodotti sono valutati (rapporto Prezzo / utili o P/E in gergo). Quel valore è mediamente pari a 16 nel periodo considerato e oggi viaggia attorno a 19,5. Questo significa che il mercato ha una valutazione “generosa” specie se raffrontata con il livello elevato dei tassi di interesse attuale, con il quale si correla normalmente negativamente. E’ questo elemento che “congiunge” il x3 con il x4 del punto precedente.
  3. L’elemento che ha un impatto elevatissimo sono poi i dividendi incassati nei 15 anni trascorsi (nostro periodo di riferimento), la cui importanza è spesso sottovalutata. Essi infatti a livello cumulato e in ipotesi di costante reinvestimento, che sta alla base della performance total return, sono stati responsabili per gli ulteriori 228 punti percentuali di rendimento. Il numero sembra enorme ma se consideriamo l’effetto “cumulazione” nel tempo e appunto l’effetto di reinvestimento arriviamo a questo numero. D’altra parte è appena stato sottolineato dai media come il 2023 sia stato l’anno più ricco di sempre al livello di distribuzione di dividendi della storia con 339 miliardi di dollari totali a livello mondiale.
  4. La performance straordinaria ha un driver importante a livello geografico e cioè la performance eccezionale del mercato americano in questi 15 anni, in particolare dal 2016 in avanti. Un qualsiasi grafico che paragoni l’andamento dell’ Msci World con quello del più famoso indice americano, l’S&P500 lo mette molto bene in evidenza. L’investimento negli USA sullo stesso arco temporale di 15 anni ha prodotto rispettivamente un +730% di rendimento price return e un +1014% in termini total return, il tutto sempre espresso in Euro. Considerando che oggi il peso degli Stati Uniti all’interno dell’indice mondiale si avvicina al 70% potete ben comprendere il contributo.
  5. Se vogliamo mostrare l’andamento di altri indici ci rendiamo ben conto dell’eccezionalità del caso americano. Per non esagerare con i numeri ci limitiamo al solo dato total return, sempre eurizzato: Bloomberg 500 (Europa) + 417%, FtseMib (Italia) + 339%, Topix (Giappone) +298%, Msci Emerging Markets (mercati emergenti) +274%. Come dire, il vero mercato dei capitali azionari sono gli stati Uniti per tutta una serie di motivi settoriali, fiscali, di innovazione e probabilmente anche politici.

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Giacomo Chiorino