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(Ansa)
Economia

La Brexit è costata alla Gran Bretagna 160 mld di euro

La Brexit è ormai sempre più Bregret. Il rimpianto (regret), per l’uscita dall’Unione Europea, sembra aver preso il posto delle grandi aspettative in Gran Bretagna. Sono passati tre anni da quando il Paese ha rotto con Bruxelles e quasi otto anni dal referendum. Il 23 giugno 2016 il 52% della popolazione votò per l’uscita dall’Europa. Oggi il 48% degli inglesi ammette che l’economia ne ha risentito pesantemente (sondaggio Observer). Niente effetto boom per il Regno Unito sciolto dai vincoli europei. Ma anzi, un salasso, stando ai numeri presentati dal sindaco di Londra Sadiq Khan: “L’economia nazionale ha perso 140 miliardi di sterline, più di 160 miliardi di euro con la Brexit”.

Sono passati tre anni da quando la Brexit è diventa realtà. Con le elezioni alle porte e i laburisti di Starmer pronti a tornare a Westminster dopo oltre 14 anni, la Brexit torna prepotentemente sul tavolo della discussione. I laburisti, avanti di 15/25 punti nei sondaggi, stanno parlando di “ripensare (e migliorare) il rapporto tra Londra e Bruxelles” in caso di vittoria alle elezioni. E quindi è tempo di conti. Il sindaco di Londra ha commissionato alla Cambridge Econometrics un rapporto indipendente e nel presentarlo è stato molto chiaro: “È inutile continuare a nasconderci. La Brexit non sta funzionando. Sta danneggiando la nostra economia e la vita dei nostri cittadini”.

Secondo lo studio l’economia britannica ha perso 140 miliardi di sterline (circa 160 miliardi di euro), Londra 30 miliardi di sterline (oltre 36 miliardi di euro). E sono calati anche i posti di lavoro: quasi 2 milioni in meno nel Paese, 290mila nella sola capitale. Continuando così l’economia britannica potrebbe mandare in fumo 350 miliardi di sterline entro il 2035 (60 miliardi sono quelli di Londra).

E cresce l’impoverimento. I cittadini inglesi nel 2023 hanno abbassato di 2mila sterline il proprio reddito, oltre 3400 sterline in meno rispetto al 2022 (circa 4mila euro) per i londinesi. Colpa dell’inflazione, ma l’aumento dei prezzi qui è stato amplificato dalle conseguenze dell’uscita del Paese dall’Unione Europea. A Londra dal 2019 al 2023 i beni alimentari sono rincarati del 30%. “La Brexit sta affondando la nostra economia e aumentando il costo della vita dei cittadini: ha reso il cibo più caro, aumentando la pressione finanziaria sulle famiglie. Non solo: sta avendo un effetto negativo su vari settori della nostra economia, come la ristorazione, l'ospitalità, l'edilizia e i servizi finanziari”, ha commentato il primo cittadino londinese.

È vero che il Pil inglese dal 2021 al 2023 è cresciuto del 4,5%, contro una media europea del 3,3%. Quindi la Brexit ha un risvolto positivo? Quindi bisogna partire dal dato del 2020 quando, con la pandemia, l’uscita dal mercato unico e i negoziati per il Trade and Cooperation Agreement – TCA in corso, il Pil inglese era calato del 10,3%, contro il 5,8% medio dei Paesi dell’Unione europea. Il 4,5% di aumento del Pil letto così ha un significato un po’ diverso.

Ai numeri si unisce la delusione di moltissimi inglesi. L’ultimo sondaggio dell’Observer dice che solo due britannici su dieci pensano che la Brexit abbia mantenuto quegli effetti economici positivi attesi e solo uno su dieci crede che abbia migliorato la propria situazione finanziaria. Ciò significa che la Brexit ha deluso, economicamente, nove inglesi su dieci.

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Cristina Colli