bambini smartphone
(iStock)
Social network

Bloccare l'accesso ai siti porno per i minori: le difficoltà di un traguardo obbligato

La ministra Roccella rilancia una sfida complicata che per il momento viene scartata dal Consiglio dei Ministri, anche se ci sono soluzioni percorribili, come i sistemi di riconoscimento dell'età e il parental control

Il porno è un pericolo per i giovani, che vivono il sesso in maniera distorta e ansiosa. Il problema è che con la diffusione degli smartphone e dei siti che ospitano contenuti riservati agli adulti, l'avvicinamento al sesso avviene a un'età sempre più bassa rispetto al passato. Ricerche sul tema dimostrano come la forbice 14-17 anni che rispecchiava l'età degli spettatori più giovani quando sono nati i primi siti di riferimento, si sia gradualmente ridotta fino all'attuale fascia 8-11 anni. Che corrisponde al periodo in cui gli adolescenti ottengono il primo telefono personale. L'impennata di aggressioni sessuali firmati dai minori ai danni delle coetanee ha spinto il ministro per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella, a ipotizzare di limitare l'accesso dei minorenni ai contenuti pornografici online, trovando supporto in Rocco Siffredi, l'attore hard più popolare del mondo. L'idea è frenare l'onda mediante la verifica dell'età, con un processo che dovrebbe gravare sulle stesse piattaforme per adulti, che a loro volta sarebbero costrette a pagare aziende specializzate per garantirsi il rispetto dell'eventuale legge. “Possiamo impedire l'accesso dei bambini ai siti pornografici attraverso la certificazione dell'età. Dobbiamo rendere i siti responsabili dell'accertamento della certificazione dell'età, ma dobbiamo farlo senza affidare ai siti i dati dei fruitori, degli utenti, quindi attraverso servizi terzi che dovranno monitorare l'applicazione della legge”.

Al momento il governo ha deciso di non applicare questa norma ma il progetto resta sempre più di attualità.

Tutto giusto in teoria e meno in pratica, anche ma non solo perché immagini e video porno circolano in abbondanza anche su social network e chat delle app di messaggistica, non interessate dal provvedimento allo studio del governo e terreno fertile per favorire lo spostamento del traffico verso simili piattaforme. L'attuale ostacolo è il necessario equilibrio da trovare tra l'accesso ai siti in questione e la salvaguardia della privacy degli utenti, che forniscono parecchie informazioni personali ogni volta che accedono a un sito per adulti. Al momento per certificare la maggiore età è sufficiente dichiarare di avere 18 anni, tanto basta a qualsiasi utente per accedere alla maggior parte dei siti porno mediante telefono. Di fatto non c'è nessun tipo di blocco, che invece arriverebbe affidandosi a sistemi digitali che certificano l'età dell'utente, negando l'autorizzazione ai minori.

Uno delle soluzioni più diffuse è Yoti, nato nel 2014 del Regno Unito per accelerare la trasformazione digitale dei documenti d'identità, utilizzato da anni in molteplici settori, incluso il supermercato londinese senza casse di Aldi, dove è entrato nel 2022 come sistema di riconoscimento facciale per stimare l'età degli acquirenti di bevande alcoliche e sigarette (ma usato anche dal servizio sanitario inglese, per consentire di comprare alcuni tipi di farmaci e prodotti). La sua diffusione si deve alla percentuale di errore, perché secondo l'azienda proprietaria ci sono lo 0,05% di probabilità che un 17enne riesca ad aggirare il sistema, ma anche e soprattutto perché la foto che scatta non permette a Yoti di collegare il volto a un'identità, una differenza sostanziale rispetto alla maggior parte dei sistemi di riconoscimento. In Italia si potrebbe tentare di sfruttare alte soluzioni già diffuse, a cominciare dallo spid e dalla carta d'identità digitale, ma il problema a quel punto sono la quantità di informazioni raccolte e conservate dai siti pornografici.

Frenare la facilità con cui gli adolescenti entrano a contatto con contenuti sessualmente espliciti è un punto su cui si stanno interrogando tutti i governi. Negli Stati Uniti ci sono stati come la Louisiana che hanno imposto un documento di identità come lasciapassare per l'accesso ai siti porno di Mindgeek, gruppo proprietario di molte delle più diffuse piattaforme video per adulti (come Pornhub, Tube8, YouPorn, SexTube, RedTube), acquisito la scorsa primavera da Ethical Capital Partners, società di private equity con sede in Canada. In Texas la stessa legge è stata però dichiarata anticostituzionale, poiché proibisce agli adulti di accedere a materiale esplicito ma legale. Al di là delle norme in procinto di entrare in vigore (Regno Unito in prima fila), uno dei nodi più complessi è proprio bilanciare la tutela dei minori con la libertà degli adulti. Un passaggio semplice solo in apparenza.

Andando oltre le leggi, la soluzione più efficace ma anche difficile è impostare una buona relazione genitori-figli, in modo da accompagnare gradualmente i ragazzi alla scoperta del sesso. Tema complicato dall'alba dei tempi, può essere in parte agevolato dalla tecnologia, in particolare dai sistemi di Parental Control che permettono di impostare delle restrizioni sui dispositivi usati dai bambini limitando la ricerca sul web e vietando l'accesso a determinati siti. Si tratta di rimedi efficaci ma che tanti papà e mamme conoscono appena o per nulla. Su questo si può e si deve lavorare, promuovendo il loro uso, tra l'altro pressoché intuitivo. Senza dimenticare di riflettere su un altro tema, forse più importante: c'è un età giusta in cui affidare lo smartphone ai propri figli? Abituarli sin dalla tenera età a trascorrere molte ore al giorno davanti ai video di YouTube come impatta sulla loro crescita, tenendo a mente che poi ai loro occhi risulti incomprensibile il divieto di utilizzo dello stesso strumento prima di compiere 10-11 anni. Trovare risposte univoche è impossibile, provare a farlo è però quantomai doveroso.

TUTTE LE NEWS SU INTERNET E SOCIAL NETWORK

I più letti

avatar-icon

Alessio Caprodossi