Bard arriva in Italia, la risposta di Google a ChatGPT
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Bard arriva in Italia, la risposta di Google a ChatGPT

L'intelligenza artificiale generativa di Big è disponibile in italiano e continua ad arricchirsi di nuove funzionalità che velocizzano e semplificano il lavoro. Ed è solo l'inizio perché il potenziale è enorme

È arrivata dopo ma punta a fare meglio di ChatGPT, mettendo insieme creatività e immaginazione, oltre alla capacità di pescare le risposte più aggiornate su internet. Con Bard infatti Google vuole riprendere il comando delle operazioni e guidare l'avanzata dell'intelligenza artificiale generativa. Per questo ha accelerato lo sviluppo e dopo il primo annuncio dello scorso febbraio e gli esperimenti avviati nel mese seguente in Usa e Regno Unito, ampliati poi a maggio in occasione di Google I/O, adesso rende disponibile la sua AI conversazionale anche in Italia e in italiano. Nel complesso, Bard è ora disponibile in più di 40 lingue (dall'arabo al tedesco, dallo spagnolo al cinese e all'hindi) e in 239 tra paesi e territori, con la fresca aggiunta di Brasile e 27 paesi dell'Unione Europea.

L'espansione è importante perché nonostante i dubbi di alcuni esperti e le ipotesi di blocco dell'AI generativa, ChatGPT corre veloce (insieme a Microsoft che ci ha investito 10 miliardi di dollari), quindi è importante rispondere a tono. Google lo fa con un approccio "ambizioso e responsabile, dopo essersi confrontata con legislatori ed enti regolatori", inclusi i garanti per la protezione dei dati per evitare passi falsi, in particolare in Europa, dove le norme sono più restrittive rispetto agli States. Già disponibile per tutti senza lista di attesa, Bard arriva da noi con alcune piccole modifiche per rispettare il GDPR, tenendo a mente che quando si interagisce con l'AI Big G raccoglie dati come "conversazioni, posizione, commenti e altre informazioni sull'utilizzo" al fine di "migliorare il prodotto". In questo caso si può però scegliere per quanto tempo Bard archivierà i dati sul proprio account: di default Google memorizza le attività su Bard per massimo 18 mesi, ma chi vuole può ridurre la durata a 3 mesi oppure allungarla a 36 mesi. O ancora disattivare la funzione ed eliminare quanto fatto grazie all'intelligenza artificiale.


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Seppur ancora in fase sperimentale, e quindi come evidenzia Google in grado di "fare affermazioni imprecise in risposta a una richiesta dell'utente", Bard arriva da noi in una versione più ricca grazie a nuove funzionalità per personalizzare l'esperienza d'uso. A ciò concorre la possibilità di ascoltare le risposte che fornisce l'AI ai vari prompt, cioè alle richieste testuali che gli vengono rivolte: per farlo basta selezionare l'icona dell'altoparlante, identica a quella che si trova su Google Traduttore, con una voce in italiano o altre 40 lingue che leggerà il testo in questione. Sullo stesso binario si inseriscono le risposte multiple, con la possibilità di cambiare tono e stile delle repliche di Bard in relazione al risultato che si desidera: un testo lungo, corto, informale, professionale o più semplice, così da adeguarsi alla specifica situazione. In questo caso, però, per ora il software lavora solo in lingua inglese.

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L'intelligenza artificiale consente di divertirsi a ideare prompt e creare testi, però nasce per essere d'aiuto in ambito lavorativo, quindi per aumentare o perlomeno affinare e agevolare la produttività. Ecco perché Big G lancia quattro nuove opportunità d'uso per Bard: fissare e modificare le conversazioni, usare le immagini nei prompt, condividere le risposte ed esportare codice in più posti. L'intento è semplificare le mosse per velocizzare il da farsi, così rinominare e riprendere le conversazioni più recenti permette di unire risultati diversi ottenuti in momenti differenti.

Bard sposa anche Google Lens per caricare le immagini nei prompt e trovare l'ispirazione giusta per un determinato messaggio grazie ai suggerimenti dell'AI (al momento solo in inglese): per capire le potenzialità, immaginate di avere la foto di una bottiglia di vino e voler conoscere quali siano i piatti più indicati da abbinare. Una scoperta continua che si può condividere con i propri contatti in modo da offrire spunti utili agli amici, mentre per i programmatori arriva la possibilità di esportare codice Python in Replit oltre che in Google Colab.

Jack Krawczyk, Senior Director Product Googlephoto: Michéle Cardamone

Tante sono le implicazioni che già ora consente Bard e considerando l'ecosistema Google il potenziale per aggiungere funzionalità che aprano frontiere ancora inesplorate è davvero enorme. Al di là delle integrazioni già in parte possibili con il motore di ricerca o Gmail e più avanti quelle che arriveranno per tutti gli altri servizi targati Big G, la sintesi più illuminante l'ha fornita Jack Krawczyk, Senior Director of Product di Google, che ci ha illustrato lo sviluppo dell'AI e il suo significato: “Si tratta di un nuovo paradigma per le persone e del modo in cui ognuno di noi potrà usare il computer”.

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Alessio Caprodossi