Novità da ChatGpt: l'intelligenza artificiale personale
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Novità da ChatGpt: l'intelligenza artificiale personale

La svolta di ChatGpt: chiunque potrà creare una AI generativa personalizzata per svolgere compiti specifici. E potrà anche guadagnarci, vendendola sullo store di OpenAI

Non una intelligenza artificiale generativa, ma una per ognuno che vuole averne una versione personalizzata. Sembra di giocare con le parole, invece ChatGpt sarà sempre più tra noi, anzi con noi. Perché OpenAI ha annunciato l'arrivo di una funzione che consente di creare versioni su misura, specializzate nell'attività voluta dal suo ideatore. Chi potrà farlo? Tutti, perché la compagnia guidata da Sam Altman ha puntualizzato che non servirà avere esperienza di coding, o comunque masticare la materia per mettere a punto un assistente personale da utilizzare in ambito privato, professionale o anche aziendale. Basterà avviare una conversazione e indicare istruzioni precise, insieme a informazioni di contesto e alla scelta di cosa potrà fare l'AI, come sondare il web o produrre immagini. In tal senso, l'azienda statunitense ha aggiunto che le chat generate durante lo sviluppo della propria AI resteranno private, con la possibilità per l'utente di scegliere cosa condividere con gli sviluppatori.

Quanto al tipo di GPTS (così OpenAI ha nominato le AI personalizzate), nel corso della presentazione tenuta nel primo giorno di conferenza dedicata agli sviluppatori in scena a San Francisco, Altman ha mostrato alcuni esempi pratici: dal Laundry Buddy che ci guida in lavanderia, al Sous Chef che propone ricette in relazione ai gusti e agli ingredienti disponibili, fino al Writing coach creativo, che regala consigli per migliorare la capacità di scrittura. Nulla di rivoluzionario dal punto di vista delle funzionalità, già disponibili con altri strumenti e servizi, ma un deciso passo in avanti a livello di praticità, poiché invece di dover cercare informazioni sulla singola attività tra i motori di ricerca o i tutorial di Youtube, ora il processo diventa più rapido e dettagliato, grazie a un aiutante creato da noi stessi. I primi a sperimentare la novità saranno gli iscritti alla versione Plus di ChatGpt (che pagano 24,40 dollari al mese, tasse incluse), insieme alle aziende abbonate alla versione Enterprise.

“Stiamo per dare agli utenti versioni personalizzate di ChatGpt che possono essere usate per scopi specifici e permettono a chiunque di creare versioni più adatte a determinati compiti nella vita di tutti i giorni, a casa e al lavoro”, si legge nella nota condivisa da OpenAI, dove si specifica che la disponibilità della nuova funzione arriverà entro la fine della settimana. Ma non è tutto, perché l'azienda ambisce a replicare quanto fatto (e guadagnato) da Apple con l'intuizione delle applicazioni mobili. Ecco, dunque, che in rampa di lancio c'è il GPT Store, negozio virtuale in cui ogni utente potrà pescare l'AI generativa utile per le proprie esigenze, ma anche offrire agli altri la propria creatura. All'interno dello store, oltre a rintracciare le GPTS, ci saranno classifiche divise per categorie e modelli in evidenza per la loro utilità, che consentiranno ai creatori di guadagnare in relazione al successo delle proprie AI.

In una giornata assai significativa per il futuro di OpenAI, locomotiva dell'intelligenza artificiale generativa, sono arrivati altri annunci importanti. Il primo riguarda ChatGpt-4 Turbo, versione che migliora le prestazioni del modello linguistico, con l'addestramento aggiornato ad aprile 2023 e una finestra di contesto allargata a 128.000 token (rispetto ai 32.000 di ChatGpt-4), che secondo l'azienda permetterà di inserire in un singolo prompt un testo di circa 300 pagine. In sostanza, quindi, si potranno fornire richieste molto più specifiche e complesse rispetto a quanto fatto finora. Due ultime e rilevanti novità: la società ha ideato nuove soluzioni per evitare che gli utenti condivideranno GPT dannosi tra incitamento all'odio, contenuti per adulti e attività fraudolente, mentre seguendo l'esempio di Microsoft e Google, grazie al programma Copyright Shield, anche OpenAI supporterà gli utenti in cause per violazione del diritto sull'opera di un autore.

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Alessio Caprodossi