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Tecnologia

Armi Laser, che cosa c'è di vero

Tra fantascienza e realtà a che punto è la ricerca, produzione ed utilizzo di armi laser

Se nel settore medicale e in quello industriale il laser ha ormai un ruolo consolidato, nell'ambito militare, nel quale l'immaginario collettivo e la letteratura da sempre immaginano i "raggi della morte", l'applicazione di questa tecnologia è relativamente recente, con i primi esperimenti di successo su dispositivi prodotti in serie che sono stati compiuti soltanto nell'ultimo decennio. Eppure i principi del laser hanno ormai più di cento anni.

Era il 1917 quando Albert Einstein pose le basi del fenomeno fisico alla base del Laser, ovvero l'emissione "stimolata" di un fascio di luce ad alta energia, ma soltanto 22 anni dopo di lui, nel 1939, il russo Valentin Fabrikant teorizzò l'uso di questa stimolazione per amplificare la radiazione, ovvero per produrre il cosiddetto "raggio". In seguito, nonostante il premio nobel per la fisica 1955 ricevuto da Charles Townes, Nikolay Basov e Alexander Prokhorov per la pubblicazione della teoria quantica sull'emissione di luce stimolata, bisognerà aspettare la fine del 1959 perché Gordon Gould della Columbia University prepari un "risuonatore ottico" in grado di produrre quello che lui ha chiamato: "Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation", in italiano "amplificazione di luce attraverso l'emissione stimolata di radiazione", in sigla Laser. La tecnologia iniziale degli anni '60 porta alla costruzione di laser generati mediante rubini sintetici, quindi a quelli più economici ad anidride carbonica, per mezzo secolo i più diffusi nel campo industriale.

Distruggere senza uccidere

Per essere considerate armi i laser devono avere potenze elevate. Si pensi che se per leggere un comune CD l'emettitore laser necessario ha una potenza che varia da 4 a 8 millesimi di Watt (mW), e che i puntatori per lavagne usati durante le conferenze arrivano a 50 mW, potenza già sufficiente per danneggiare la retina oculare, mentre le armi esistenti hanno potenze che variano da 25 a 300 Kilowatt (25.000-300.000 Watt), ovvero sono più potenti di sette/otto ordini di grandezza. Ebbene, le aziende della Difesa Usa per prime, ma anche quelle europee come il consorzio MBDA, negli ultimi vent'anni hanno raccolto l'esigenza delle forze armate per armi basate su questa tecnologia fatte per poter distruggere con precisione oggetti volanti e galleggianti in movimento veloce. Molti i vantaggi: niente rumore di cannoni, niente fiamme né fumi sul ponte della nave, nessun accumulo di proiettili pericolosi nella stiva né di bossoli residui da smaltire, niente più operazioni di rifornimento al molo. Ma soprattutto finché c'è energia si possono sparare un numero infinito di "colpi" al costo di circa dieci dollari l'uno al posto di centinaia o migliaia per ogni proiettile complesso.

I limiti attuali restano però la portata del raggio, che attraversando l'atmosfera perde potenza e precisione, i sistemi di puntamento da perfezionare e l'elevata quantità di energia necessaria. Limiti che tuttavia non hanno impedito alla Marina Usa di rendere operativo il sistema LAWS (poi Helios), un laser da 30 Kilowatt che dal 2014 al 2016 è stato installato per i collaudi sull'unità navale USS Ponce (oggi dismessa) e che si è rivelato in grado di abbattere droni, danneggiare elicotteri e natanti in avvicinamento, ma anche di rendere ciechi i sistemi d'arma avversari.

L'utilizzo tipico dei laser per combattimento è quello di contrasto di un missile. Il laser che lo colpisce può distruggere il suo sistema di guida, provocare l'esplosione della carica bellica o il motore del razzo, ed anche danneggiare l'aerodinamica. In tutti i casi facendolo precipitare.

Il LAWS Helios è il capostipite di una famiglia di armi i cui derivati equipaggeranno l'Esercito Usa dal 2024, quando i reparti della fanteria meccanizzata avranno a disposizione mezzi dotati di una versione alleggerita dello stesso sistema. L'investimento del Dipartimento della Difesa Usa in questa tecnologia ha già visto la nascita di commesse per circa un miliardo di dollari (942,8 milioni) attualmente per la maggior parte destinati a Lockheed-Martin e ai suoi fornitori.

Naturalmente anche i russi hanno l'arma equivalente, ma sostengono che il loro sistema Filin 5P-42 possa colpire anche truppe in movimento con potenze inferiori rendendole inermi, provocando ai soldati nausea e disorientamento, non per forza uccidendoli.


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Il direttore dell'agenzia russa per la vendita di armi Rostec, Sergey Abramov, nel 2017 aveva dichiarato: "Quando si svolgono operazioni speciali, l'opportunità di accecare il nemico offre un significativo vantaggio tattico. Questo rende impossibile per gli intrusi condurre il fuoco mirato o monitorare il movimento delle unità di combattimento. Usando radiazioni luminose ad alta intensità il Filin, cambiando costantemente la frequenza della luce, influenza i nervi ottici dei combattenti e causa disturbi oculari temporanei, tra cui allucinazioni. Questa capacità è attualmente efficace fino a una distanza di 500-700 metri."

Sul fronte europeo il progetto Dragonfire di MBDA presentato nel 2017 è un Laser realizzato nel Regno Unito sul quale sono stati investiti 30 milioni di dollari da parte del Ministero della Difesa britannico.


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I vantaggi del laser Dragonfire includono convenienza rispetto al concorrente fatto negli Usa, precisione e adattabilità alla tecnologia esistente, come la piattaforma che orienta il fascio che è realizzata dall'italiana Leonardo. Si tratta però non soltanto di un "cannone", ma anche di un sistema per la designazione dei bersagli, ovvero del dispositivo che identifica il punto da colpire e consente ai missili con sistema di guida ad esso compatibile di distruggere con precisione. Anche l'israeliana Elbit ha sviluppato simili sistemi per la marina a seguito dell'acquisizione di Elop, azienda specializzata in elettro-ottica. Proprio il direttore generale di Elop, l'ingegner Adi Dar, ha dichiarato: "La crescente domanda di sistemi laser avanzati, in particolare i progettisti miniaturizzati, è dovuta alla loro capacità di operare con elevata precisione e prevenire danni collaterali. Il nostro designatore di bersagli miniaturizzato Rattler è adatto per piccole applicazioni aerotrasportate e di terra, e consente oggi di mantenere il puntamento di armi a guida laser, e presto potrà ospitarne una a fascio concentrato."

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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