Parma, salvataggio possibile con maxisconto
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Economia

Parma, salvataggio possibile con maxisconto

Per ripartire dalla serie B, ai ducali potrebbero bastare una decina di milioni cash e un piano di rientro con i creditori. Pizzarotti e Unindustria già al lavoro

La vittoria nell’anticipo di sabato contro la Juventus ha riacceso l’entusiasmo e l’interesse attorno al Parma, anche se la situazione finanziaria del club, in procedura di liquidazione dallo scorso 19 marzo, resta critica. Quasi 200 milioni di euro di passivo (ma in questa vicenda neppure le fredde cifre tribunalizie sono del tutto affidabili) hanno spalancato alla società ducale le porte del tribunale fallimentare, senza dimenticare che anche la Eventi Sportivi srl, che controlla il centro di allenamento di Collecchio oltre al 90 per cento del Parma Fc, e che teoricamente prtesentava bilanci in salute, è stata dichiarata fallita nei giorni scorsi.

Eppure, secondo quanto risulta a Panorama.it, l’incubo di sprofondare fra i dilettanti, come prevederebbero le norme vigenti, può ancora essere evitato. Per ripartire dalla serie B basterebbe trovare qualcuno disposto ad accollarsi i debiti sportivi e a concordare un piano di rientro ambizioso (ma che sicuramente troverebbe sponde in città e Figc) con i curatori fallimentari nominati dal tribunale parmense, Angelo Anedda e Alberto Guiotto. E naturalmente con Demetrio Albertini, che sta dando loro una mano sul fronte sportivo e si è già espresso favorevolmente sul tema.

I debiti sportivi, quelli cioè contratti dalla società con calciatori, staff tecnico, parte dei dipendenti e Lega Calcio, ammontano infatti a “soltanto” 50 milioni. Ma potrebbero anche ridursi, se i creditori accettasero una transazione. Chi in queste ore sta seguendo da vicino il tentativo di salvataggio starebbe trattando con gli aventi diritto una decurtazione del 50 per cento, fatti salvi i contributi previdenziali. E a quel punto la squadra, con i conti in regola dal punto di vista delle normative federali e di quelle Covisoc, potrebbe riuscire a partecipare al campionato di competenza, cioè quello dove si troverà il Parma, o meglio la sua good company sportiva, dopo l’ormai certa retrocessione.

Tradotto in termini operativi, significa che chi fosse interessato a rilevare i gialloblu potrebbe cavarsela, almeno inzialmente, coprendo una cifra compresa tra i 25 e i 28 milioni. Trovare qualcuno disposto a mettere sul piatto una somma simile, di questi tempi, non è impresa facile, certo, ma appare comunque meno arduo rispetto alla necessità di sborsarne quasi dieci volte tanto. Senza contare che chi si trovasse in mano la squadra e i suoi asset non alienati (i giocatori che accetteranno la transazione avrebbero minori possibilità di rescindere i loro contratti) potrebbe rapidamente fare cassa, anche se magari a prezzi low cost, con i vari Mirante, Cassani, Belfodil, Mauri e Palladino. Non con Biabiany, ennesimo pezzo pregiato che ha comunicato proprio lo scorso weekend la sua rescissione.

Alla fine, forse, si tratterebbe di tirare fuori, per assicurarsi la prossima stagione cadetta, appena una decina di milioni cash. E forse non è un caso se proprio questa è la cifra che pochi giorni fa Anedda e Guiotto sono riusciti a farsi promettere dalla Lega come paracadute post retrocessione. La corsa contro il tempo per “vincere” la serie B adesso è lanciata, ma servirà comunque l’intervento di un imprenditore (o di una cordata di investitori) serio, possibilmente legato alla città e gradito a tutti i creditori. Lo scenario, tuttavia, alla luce delle nuove cifre e del fatto che, contrariamente a quanto ipotizzato in un primo momento, il marchio sportivo è ancora nella titolarità del club, è molto più di una semplice ipotesi. Tanto che il sindaco Federico Pizzarotti e l’Unione industriali cittadina, dopo un vertice segreto tenutosi venerdì, sarebbero già a buon punto con il loro piano. Le modalità di una nuova offerta, tuttavia, saranno discusse solo dopo il 15 aprile, quando sarà fatta più chiarezza sulle scadenze debitorie e lo stato patrimoniale.

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Gianluca Ferraris

Giornalista, ha iniziato a scrivere di calcio e scommesse per lenire la frustrazione accumulata su entrambi i fronti. Non ha più smesso

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