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(Ansa)
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Il terrorista Isis arrestato a Milano dice dei rischi che corriamo, e che alcuni non vogliono vedere

Il tunisino fermato in metropolitana era un uomo pericoloso e pronto a colpire

Due settimane fa alla stazione Cadorna gli agenti della Polizia di Milano hanno arrestato un algerino di 37 anni su mandato di cattura internazionale per associazione terroristica. La notizia è stata resa nota solo oggi per ragioni investigative. «Durante i servizi predisposti dal questore Giuseppe Petronzi sulle metropolitane - spiega la Questura - il trentasettenne si era mostrato aggressivo con gli agenti che lo controllavano, gridando ‘Allah Akbar’ e ha cercato di afferrare dallo zaino un coltello con una lama di oltre 12 centimetri». I poliziotti della Digos hanno scoperto che l'uomo, sconosciuto alle Forze di Polizia italiane, era ricercato in Algeria perché ritenuto organico alle milizie dello Stato Islamico per le quali aveva combattuto sul fronte siro-iracheno. Evidente come si tratti dell’ennesimo terrorista islamico arrivato in Italia illegalmente attraverso il Mediterraneo.

Come scritto più volte sulla nostra testata: nessuno è in grado di sapere quanti jihadisti dell’Isis o di al-Qaeda siano in mezzo a noi oggi. Grazie alle comparazioni foto-dattiloscopiche è stato possibile accertare che l'uomo è ricercato dalle autorità algerine che lo ritengono sin dal 2015 appartenente alle milizie dello Stato Islamico. L'uomo, su disposizione della Corte d'Appello di Milano competente per la procedura di estradizione, per la quale il Ministro della Giustizia ha già dato l'assenso, è stato portato nel carcere San Vittore, in attesa dell'imminente espulsione in Algeria che farà salire a 59 il numero delle espulsioni dall’Italia per il 2023. Vicenda analoga è accaduta lo scorso 24 ottobre a Barcellona (Spagna), capitale europea del jihadismo, dove è stato arrestato su un mezzo pubblico Said B., 25 anni, a sua volta irregolare ricercato da più di un anno per terrorismo internazionale.

A tradirlo è stato un post pubblicato su Tik-Tok dove ha 400.000 followers e da dove minacciava di sgozzare i nemici dell'Islam, oltre a continui riferimenti di odio contro gli ebrei e il collettivo di gay e lesbiche.

Said B. pubblicava tutto utilizzando la rete wi-fi pubblica e ciò ha permesso agli investigatori di localizzarlo e di seguirlo per una settimana (per comprendere quale fosse la sua rete di conoscenze) e infine di arrestarlo poco prima che passasse all’atto di forza. Secondo il quotidiano El Espanol, il Commissariato Generale dell'Informazione (CGI) della Polizia Nazionale ha scoperto che stava cercando di comprare armi bianche e giubbotti antiproiettile utili a compiere un attacco terroristico in Spagna.

Originario del Marocco, era in una situazione irregolare in Spagna. Il 22 ottobre scriveva che «il regime di Israele deve essere rovesciato»; il 23 che «i leader arabi devono essere assassinati perché il califfato torni.» Il 26, critica che nonostante le relazioni tra Israele e Marocco, Israele non farà mai nulla per il Sahara. E che «ci sarà una rivoluzione in Marocco, che il regime sarà rovesciato. Che dobbiamo porre fine a Mohamed VI, perché è complice di quello che sta succedendo in Palestina. È importante che sappiate che il vostro primo ministro in Marocco è ebreo». Ed ancora: «Se siete veri uomini, non abbiate paura di combattere con le vostre armi. Se siete uomini, uscite nella realtà. Non abbiamo paura di voi, siete dei vigliacchi». Gli specialisti dell’antiterrorismo di Madrid seguivano le sue orme da più di un anno e quando hanno scoperto che era disposto a passare dalle parole ai fatti, dopo l'appello alla «jihad globale», convocata ai quattro venti dai leader di Hamas in Medio Oriente, sono riusciti ad arrestarlo. Tra i suoi ultimi post c’è uno sulla sua famiglia: «Per l'Islam ucciderei anche i miei genitori e i miei fratelli, se fossero politeisti».

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Stefano Piazza