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(Ansa)
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Non basta la violenza; ci vuole anche la morbosità

La Rubrica - Lessico Familiare

Siamo alle solite: si spergiura solidarietà alle donne vittime di violenza ma, all’atto pratico, le prime indiziate di un comportamento quantomeno ‘agevolatore’ sono sempre loro.

Vuoi perché indossavano jeans troppo stretti – come sostenne la Cassazione nel 1999 – o perché troppo poco avvenenti – come nella discussa pronuncia della Corte d’Appello di Ancona del 2017– o per altre amenità del genere che si registrano nel bestiario della giurisprudenza.

Pur tralasciando discorsi su un clima ‘’tossico intriso di machismo” di cui parla la segretaria del Partito Democratico, a tutt’oggi la tentazione di passare ai raggi X la vittima - e non già il carnefice - continua a farsi largo, scoraggiando le denunce, se il rischio della donna è poi quello di vedersi esporre alla gogna mediatica.

E’ successo, da ultimo, per la giovane milanese che accusa il terzogenito del Presidente del Senato.

E’ diventato di dominio pubblico il suo consumo di cocaina e benzodiazepine e sono state persino pubblicate su tutti i giornali le chat con l’amica che l’accompagnava quella sera in discoteca, dove è possibile leggere lo sgomento e l’apparente sincero stupore della ragazza nel trovarsi nuda in un letto di una casa che non conosceva.

La regola aurea di un Paese civile imporrebbe che, di fronte a un’ipotesi di reato, le indagini e gli atti istruttori fossero secretati, che della vicenda si occupassero solo i magistrati inquirenti e che su di essa calasse il doveroso riserbo per tutelare tutte le parti coinvolte.

Peccato che, quando la vicenda riguarda personaggi pubblici (o parenti degli stessi), la fuga di notizie sia all’ordine del giorno e gli stessi giornalisti si gettino voraci sui particolari più scabrosi e piccanti.

Se poi è lo stesso padre dell’accusato, nella comprensibile (ma solo sul piano umano e genitoriale) verve difensiva del figlio, a mettere sul tavolo il ‘carico da novanta’, svelando le insane abitudini della presunta vittima, l’effetto è esplosivo.

Il paradosso è che proprio quest’ultima scriveva all’amica, nelle concitate fasi del risveglio dopo la notte di bagordi, una frase che oggi suona beffarda: “Che non esca la cosa”.

Non solo è ‘uscita’, ma è diventata il palinsesto di ogni TG e rotocalco o programma di approfondimento, televisivo e radiofonico.

E’ davvero il caso di darsi una regolata e stringere maggiormente le briglie che sacrificano la tutela della privacy in nome del diritto di cronaca e dell’interesse pubblico alla conoscenza dei fatti.

Bene ha fatto quindi la Premier Giorgia Meloni, da Vilnius dove si trovava al vertice NATO, a dire la sua (“«Comprendo da madre la sofferenza del presidente del Senato anche se non sarei intervenuta nel merito della vicenda») ed esprimere con fermezza la propria solidarietà alla ragazza, nel suo ruolo di parte debole di questa brutta storia.

Ancora meglio ha fatto la madre di quel ragazzino di Firenze, nel cui cellulare ha intercettato i video della violenza di gruppo su amiche poco più che bambine, in un festino di Capodanno a base di alcool e droga: portando tutto alla Polizia la donna ha permesso di far iscrivere sul registro degli indagati 24 minorenni, innescando un’indagine dove persino le vittime, per vergogna, erano rimaste inerti e omissive con le loro famiglie.

Bravissima questa mamma che non si è fatta pervadere dallo spirito di difesa aprioristica del proprio pargolo, sublimando quella che la legge definisce, non a caso, responsabilità genitoriale, che va esercitata a tutela di un figlio fino a che tale tutela non sfoci nella lesione di un diritto altrui, nel caso di specie quello delle ragazzine vittime di violenza sessuale.

Un piccolo grande segnale di civiltà in un Paese che ha ancora molta strada da percorrere e ancora troppi retaggi culturali da superare.

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Daniela Missaglia

Avvocato matrimonialista e cassazionista, è specializzata in Diritto di famiglia e in Diritto della persona. Grazie alla sua pluridecennale esperienza è spesso ospite in trasmissioni televisive sulle reti Rai e Mediaset. Per i suoi pareri legali interviene anche su giornali e network radiofonici. Info: https://www.missagliadevellis.com/daniela-missaglia

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