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(Ansa)
Salute

Cancellazioni e crisi economica. Un milione di italiani non si è curato

Un'indagine rivela come tra disdette del sistema pubblico e mancanza di soldi per pagare visite private c'è stata nel 2020 un pericoloso fenomeno sociale e sanitario

Se è vero che bambini e ragazzi fanno parte di quella categoria che statisticamente si ammala meno di Covid è altrettanto vero che l'epidemia non ha cancellato le altre patologie più o meno gravi delle quali soffrono i ragazzi come ad esempio allergie, difetti della vista, problemi ortopedici, mal funzionamento della tiroide o infermità pediatriche.

Eppure nell'anno della pandemia ottenere una visita medica per i minori è stata un'impresa che migliaia di famiglie hanno intrapreso portando a casa scarsi risultati.

Una recente ricerca condotta per Facile.it da mUp Research e Norstat su un campione rappresentativo della popolazione nazionale ha rivelato che tra marzo e dicembre 2020 circa 2,1 milioni di bambini e ragazzi si sono visti rimandare o annullare visite o esami medici. Questo significa che nei mesi caldi dell'epidemia 6 ragazzi su 10 hanno ricevuto una chiamata della struttura pubblica presso cui vevano prenotato la visita medica per spostare l'appuntamento che nel 16% dei casi è stato rimandato "sine dia".

Non si tratta solo di visite di routine o controlli pediatrici, ma anche di accertamenti cardiologici o importanti esami odontoiatrici che hanno messo le famiglie davanti a un bivio sociale di notevole spessore. Optare per le cure private oppure attendere il servizio pubblico.

Secondo la ricerca almeno 830.000 famiglie hanno dovuto rinunciare a curare i propri figli perché non si potevano permettere economicamente di mandarli presso strutture private dove il costo medio di una visita o esame si aggira intorno ai 339 euro.

Chi ha potuto (il 7% del campione) ha chiesto un prestito - nel 2020 l'importo medio dei finanziamenti personali richiesti ad una società di credito per far fronte a spese mediche è stato pari a 6.145 euro, da restituire in 53 rate (circa 4 anni e mezzo) – chi altri hanno dovuto fare i conti con le lungaggini di un sistema sanitario che non è stato in grado di far fronte all'emergenza da coronavirus e ha determinato ritardi medi di circa 51 giorni per ogni esame in cui il paziente era un bambino o un ragazzo.

La forbice dei rinvii va dai 22 giorni per gli esami ematici ai 76 giorni per una visita oculistica passando dai 36 giorni per un appuntamento in cardiologia, ai 54 giorni per vedere il dentista. Inoltre una visita pediatrica ha subito in media un ritardo di 44 giorni e una dermatologica di 61.

Non sono però solo economiche le ragioni che hanno spinto le famiglie con figli minori a rinunciare alle visite mediche in programma.

Un intervistato su 5 ha ammesso di aver disdetto spontaneamente l'appuntamento preso per paura di contrarre il Covid o perché consapevole che l'emergenza sanitaria che stavano vivendo e che stanno tuttora vivendo le terapie intensive degli ospedali italiani è talmente grave da imporre, per senso civico, un passo indietro ai cittadini che non abbiano reali urgenze mediche da risolvere.

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Barbara Massaro