Beppe Grillo
(Ansa)
Politica

«Le frasi di Grillo sulle donne e lo stupro sono raccapriccianti»

La responsabile di un Centro Antiviolenze di Roma, con mille casi di violenze e molestie seguiti attacca il leader grillino: «le donne molto spesso denunciano dopo settimane. Poche lo fanno subito»

Beppe Grillo ieri un video ha difeso il figlio Ciro dalla presunta accusa di stupro nei riguardi di una ragazza Italo-svedese avvenuta nella sua villa in Sardegna nel 2019, insieme a tre suoi amici. Nel filmato il leader dei 5 stelle ha cercato di perorare, l'innocenza del figlio attaccando duramente la ragazza che ha denunciato 8 giorni dopo e non subito la violenza (presunta). Insomma, una sorta di nuova norma giuridica: lo stupro va denunciato subito, altrimenti è inventato.

Una tesi ed una conclusione che si scontra con la realtà e con la coscienza delle vittime di violenze ed abusi come racconta la responsabile di BeFree, Oria Gargano che gestisce case rifugio in diverse regioni italiane e che ha raccolto nella sua vita professionale migliaia di denunce e racconti di donne e ragazze violentate.

«Vedere un uomo usare il suo potere mediatico tra urla e occhi di fuori è abominevole. È indegno che lui stia attaccando questa ragazza. La vittima è stata messa alla gogna alimentando una solidarietà imbarazzante. Qui si parla di un reato grave e c'è una persona che sta male. Non possiamo mettere la lettera scarlatta sulle donne vittima di violenza».

Solitamente dopo quanto tempo mediamente una donna o una ragazza denunciano uno stupro?

«Solitamente in tutti i reati ci sono tre mesi di tempo per denunciare. Nel caso dello stupro la legge prevede 12 mesi proprio perché ci si è resi conto che è difficile elaborare una violenza simile. La ragazza ha aspettato di tornare a Milano per denunciare ma c'è chi ci mette più tempo. C'è la vergogna di essere vittime, la paura di denunciare, la mortificazione personale ed interiore per non aver saputo capire il rischio, aver dato fiducia alla gente sbagliata. Ogni donna ha bisogno del suo tempo per capire, comprendere e trovare coraggio e forza di denunciare. Questa cosa degli 8 giorni, ripeto è indegna ed irrispettosa».

Ha ritrovato nella difesa di Grillo qualcosa di analogo ad altri casi di violenza di cui si è occupata?

«Quando Grillo dice che c'è il video in cui si vedono i ragazzi ridere, divertirsi, in mutande dice una cosa che spesso nasconde proprio una violenza. Tutto sembra sereno felice ma in realtà manca ogni tipo di controllo. In più c'è il fattore alcol: Grillo ha affermato che erano ragazzi che si divertivano ma in realtà dovrebbe sapere che per la Legge uno stupro di gruppo è assai più grave dello stupro del singolo individuo. La ragazza sostiene di essere stata costretta a bere wodka, fino ad ubriacarsi e questa è considerata un'altra aggravante per la legge, non un'attenuante».

Cosa pensa del video, da un punto di vista tecnico e comunicativo?

«Nel video il linguaggio è studiato. Ha usato un meccanismo plateale per mistificare la realtà e fare disinformazione sul piano della legge. C'è una costruzione per me dietro a tutto questo per arrivare al cuore dei papà. Il video ha ricevuto oltre 17mila like, una vergogna, per non parlare della serie di commenti che lo hanno accompagnato tutti a favore di Grillo e nessuno per la vittima.».

Cosa dice solitamente alle donne e ragazze che chiedono il suo aiuto?

«Quello che voglio dire è che le donne devono vivere la loro vita senza paura, perché nessuno le deve toccare e devono denunciare. Vivano la loro vita tranquilla».

I più letti

avatar-icon

Linda Di Benedetto