Caro Renzi
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La lettera d'autore di Bruno Vespa al segretario del Partito Democratico - Le promesse di Renzi

Caro Matteo Renzi,

lei sa meglio di ogni altro quanto sia decisivo per l’Italia e per lei stesso l’anno che va a incominciare. Oggi nessuno può prevedere se avremo elezioni politiche abbinate alle europee di maggio, oppure se sarà rispettato il patto col governo di votare non prima del 2015. Ma lei sa per primo che gli italiani sono allo stremo e poco disposti a subire una campagna elettorale fatta di nuove parole e nuove promesse, mentre attendono la realizzazione di quelle fatte prima delle elezioni di febbraio e durante la campagna per le primarie del Pd.

Per lei e per il governo, caro Renzi, l’anno che si apre vale perciò quanto una intera legislatura. Una legge elettorale bene o male sarà fatta, e speriamo che non sia il pretesto per uno «sparo di Sarajevo» che mandi all’aria ogni altro accordo. Ma lei ha ragione quando ricorda che la durata non è certo la priorità di qualsiasi governo. Nell’annunciato «accordo tedesco di gennaio» si concentri allora su due temi decisivi: lavoro e burocrazia. Sul primo punto finora i governi, tutti i governi, sono rimasti impigliati nelle spire di quella lobby micidiale composta dai conservatori annidati nei sindacati e nella Confindustria e dalle loro «concertazioni», che hanno anestetizzato ogni tentativo di rendere normale il nostro Paese.

Si adoperi perché i giovani (e non solo loro) vengano assunti a tempo indeterminato, ma non necessariamente per sempre, salvo a riqualificarli per trovare nuove occasioni di lavoro. Ma perché gli imprenditori piccoli e grandi, italiani e stranieri, siano disposti ad assumere, disboschi senza pietà la foresta delle autorizzazioni, sostituendo 100 permessi preventivi (fonte fatale di corruzione) con severi controlli successivi. Se vuole davvero diventare un leader che lascia una traccia, faccia insomma quel che gli altri non hanno avuto il coraggio o la possibilità di fare. Buon anno.

Bruno Vespa

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