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I giovani d'oggi? Amano più la famiglia della democrazia

Uno studio complesso effettuato del Cnr regala uno spaccato dei nostri ragazzi che fa riflettere

Il tema è sempre lo stesso: analizzare il percorso formativo e sociale degli adolescenti di oggi, non solo attraverso l’uso che fanno di internet, ma anche cercando di capire in cosa credono, attraverso una scala di valori che spaziano dalla famiglia, alla religione fino alla politica. Un vero e proprio “corredo valoriale” elaborato da uno studio del Cnr che rivela come per gli adolescenti, la famiglia, l’onestà e l’amicizia siano a primi posti, mentre religione e politica si collocano in fondo alla classifica. L’analisi comprende anche la “fiducia sistemica”, ossia quali sono le figure sociali e istituzionali nelle quali i giovani ripongono fiducia.

«Tra i valori di cui sono portatori gli adolescenti italiani domina la famiglia mentre si indebolisce progressivamente la democrazia, e questo è un dato che deve essere letto alla luce della fiducia sistemica, quella attribuita dai giovani agli attori e alle organizzazioni sociali che governano la nostra vita, come il sistema sanitario, scientifico, politico e dell’istruzione, ma anche la giustizia, l’Unione Europea e le istituzioni religiose»-ci spiega Antonio Tintori referente del gruppo di ricerca MUSA (Mutamenti Sociali, Valutazione e Metodi) del CNR-IRPPS

Che può dirci del modello famigliare emerso dai vostri studi?

«Se sappiamo che la famiglia ha solide basi culturali nella nostra società dobbiamo anche essere consapevoli delle difficoltà che questa istituzione incontra oggi nell’educazione dei propri figli. Innanzitutto, la famiglia era e resta il principale luogo di riproduzione delle disuguaglianze, a partire da quelle di genere che per imitazione vengono apprese nei primi anni di vita e che danno vita ad asimmetrie relazionali che gerarchizzano sessualmente lo spazio sociale e le aspettative di vita dei futuri adulti. Essa è anche il luogo ove si sviluppa, o non si sviluppa, la prosocialità, che riguarda l’agire in favore di altri senza l’attesa di ricompense in cambio. È quindi bene inserire questi dati e queste considerazioni nel quadro generale della nostra società, che è scarsamente espressione di reciprocità e sempre più nichilista e ipercompetitiva, con un sistema di istruzione che cerca non sempre efficacemente di far fronte a mutamenti sociali rapidi e complessi, esposti all’incontrollata egemonia della nuova agenzia di socializzazione: internet».

Cosa emerge nello studio sul rapporto degli adolescenti con la scuola?

«La fiducia nel sistema dell’istruzione assume un trend decrescente nel tempo tra gli adolescenti. Ciò dona ulteriore forza alla famiglia, sempre più vista come stabile ancora di salvezza, ma delinea anche il rischio insito nei limiti di un’educazione genitoriale sempre più isolata dal supporto esperto delle istituzioni formalmente preposte alla socializzazione e alla formazione. La famiglia costituisce oggi un forte ideale valoriale in particolare per gli adolescenti che frequentano gli istituti professionali e tecnici, e tra chi ha un background familiare culturale basso e un orientamento politico di destra. Diversamente, la democrazia primeggia tra chi va al liceo e ha background familiare culturale elevato, ed è tra questi studenti e studentesse che si registra anche una più alta attenzione alla partecipazione sociale, che è sinonimo di reciprocità e cooperazione, e si connette a più alti livelli di fiducia sistemica, nella cui classifica, tuttavia, si colloca ormai pericolosamente all’ultimo posto la politica, testimoniando anche una radicale disaffezione degli adolescenti da chi amministra il nostro paese e le nostre vite».

L’onestà e l’amicizia sono in cima alla scala dei valori degli adolescenti…

«Rincuora certamente sapere che l’onestà e l’amicizia si collocano in cima al corredo valoriale adolescenziale. Proprio per questo non dovremmo dimenticare di proteggere questi valori, in particolare sapendo che negli ultimi anni le relazioni reali si sono corrotte, trasposte sul piano relazionale, e che stanno crescendo fortemente l’isolamento sociale e proprio per effetto del deterioramento della qualità dell’interazione tra pari i disagi psicologici e le ideazioni suicidarie».

Lo studio “Lo stato dell’adolescenza 2023. Indagine nazionale su atteggiamenti e comportamenti di studentesse e studenti di scuole pubbliche secondarie di secondo grado”

IL DOCUMENTO

STUDIO CNR ADOLESCENZA ITALIA.pdf

L’indagine campionaria nazionale sullo stato dell’adolescenza è stata realizzata su studenti e studentesse di scuole pubbliche secondarie di secondo grado. La rilevazione dei dati è avvenuta tra ottobre 2021 e aprile 2022. Lo scopo del lavoro, che ha preso spunto da risultanze scientifiche nazionali e internazionali in tema di condizione adolescenziale e dall’esperienza dei ricercatori del gruppo MUSA quali Antonio Tintori, Loredana Cerbara e Giulia Ciancimino.

Al primo stadio di campionamento il territorio nazionale è stato suddiviso in 5 macro-aree geografiche (Nord Ovest, Nord Est, Centro, Sud e Isole), nell’ambito delle quali, attraverso un criterio casuale, sono state selezionate tre città con un numero di abitanti superiore a 100.000 unità, per un totale di 15 città. Al secondo stadio di campionamento, per ciascuna città, sono state estratte tre scuole secondarie di secondo grado tra quelle presenti negli elenchi ministeriali, una per ogni tipologia scolastica: istituti professionali, istituti tecnici e licei. Per ciascuna delle scuole selezionate sono state intervistate cinque classi (con scelta casuale operata dall’istituzione scolastica) relative a ciascuno dei cinque anni di corso.

L’indagine ha così coinvolto 15 città, per un totale di 45 scuole , 225 classi e 4.288 rispondenti.

Tra gli argomenti trattati abbiamo scelto il corredo valoriale degli adolescenti che colloca ai primi posti la famiglia, l’onestà e l’amicizia. Questi valori sono seguiti dalla cultura, dalla partecipazione sociale e dal successo.Il valore della democrazia, nonostante presenti quote mediamente alte, si posiziona in fondo alla classifica, anticipando soltanto la fede religiosa e quella calcistica (variabile utilizzata a scopo solo esplorativo e nella consapevolezza che non possa definirsi un valore sociale). Le differenze per sesso si notano in relazione ad onestà, cultura, partecipazione sociale, democrazia e fede religiosa, che sono valori lievemente più importanti per le ragazze, mentre i maschi si distinguono per un maggiore consenso verso il successo e il tifo della propria squadra di calcio

Orientamento politico e religioso

Tra i possibili orientamenti adolescenziali è stato sondato quello politico e quello religioso. Rispetto all’orientamento politico, rilevato chiedendo ai rispondenti di collocarsi lungo un asse i cui estremi corrispondevano a destra e sinistra estrema, si evidenzia che la netta maggioranza ne è priva (65,9%). Tale quota è maggiore tra le femmine (74,6% contro il 60,1% dei maschi), tra gli stranieri (73,7% contro il 65,5% degli italiani), tra chi frequenta un istituto professionale (76,6% contro il 67,9% di chi frequenta un istituto tecnico e il 57,0% di chi frequenta un liceo), tra gli studenti più giovani (il 74,1% di chi frequenta le classi I contro il 57,5% di chi frequenta le classi V) e tra chi ha uno status culturale familiare basso (78,6% contro il 54,6% di chi ha uno status culturale familiare alto). Il resto del campione si distribuisce tra chi si riconosce nella politica di centro (5,2%), di sinistra moderata (7,6%), di destra moderata (5,8%) e chi invece si colloca agli estremi dell’asse, posizionandosi su sinistra (6,1%) ed estrema sinistra (1,4%) oppure su destra (5,7%) ed estrema destra (2,3%). Diversamente da chi si posiziona su estrema sinistra e sinistra, che non presenta differenze nelle scelte per sesso, in corrispondenza delle posizioni di estrema destra e di destra la quota dei maschi è rispettivamente del 3,5% e del 7,8% mentre quella delle femmine corrisponde allo 0,6% e al 2,6%.

Rispetto all’orientamento religioso si dichiara non credente il 24,5% del campione, indifferente il 21,6%, abbastanza credente il 19,1%, credente tiepido il 14,3%, credente convinto il 10,0% mentre il restante 10,5% ha preferito non indicare il proprio posizionamento. La quota dei non credenti è maggiore tra i maschi (28,2% contro il 19,2% delle femmine), tra gli italiani (25,1% contro il 16,7% degli stranieri), tra i liceali (27,8% contro il 24,8% di chi frequenta un istituto tecnico e il 19,6% di chi frequenta un istituto professionale), tra i rispondenti del Nord Est (28,5%), del Centro (28,0%), del Nord Ovest (25,7%) (contro il 16,3% dei rispondenti del Sud e il 24,2% dei rispondenti delle Isole) e tra chi ha uno status culturale familiare alto (27,8% contro il 19,4% di chi ha uno status culturale familiare basso).

Nonostante solo 1 adolescente su 10 si proclami credente convinto, il 43,2% del campione ritiene che sia importante dare un’educazione religiosa ai figli, il 28,2% che sia importante essere in sintonia sulle questioni religiose con le persone più vicine, e infine il 12,8% che in Dio ci credono solo le persone più ingenue e sprovvedute. Tra i credenti, ad esclusione di matrimoni e funerali, partecipa settimanalmente ai riti della propria religione il 7,6% dei rispondenti, mentre l’8,0% vi partecipa più volte al mese, il 12,1% più volte all’anno, il 24,3% una o due volte all’anno, e il 48,0% non vi partecipa mai.

Fiducia sistemica

Ai vertici della classifica della fiducia sistemica, si posizionano gli scienziati, seguiti dal mondo della sanità e dell’istruzione. Agli ultimi posti di tale classifica si collocano invece il governo, la chiesa cattolica e i politici. Le maggiori differenze per sesso riguardano la fiducia riposta nel mondo della scienza e nell’Unione Europea, che trovano maggior consenso tra i maschi, mentre il mondo dell’istruzione, della giustizia, dell’informazione e la chiesa cattolica godono di maggiore fiducia tra le femmine.

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Linda Di Benedetto