Le Festa delle Forze Armate (che piacciono agli italiani)
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Le Festa delle Forze Armate (che piacciono agli italiani)

Il 4 novembre è il giorno a loro dedicato, l'istituzione più amata dagli italiani

In questi giorni sto concludendo il capitolo di un volume tratterà di alcuni aspetti relativi alle Forze Armate. Tratterò appunto del rapporto di questa istituzione con la pubblica opinione e, in occasione del 4 novembre Giorno dell'Unità nazionale e Giornata delle Forze Armate, eccoene un anticipo.

Grazie ai dati Eurobarometro, il consorzio interuniversitario di ricerca europeo, possiamo fare un confronto tra l'Italia ed i più grandi paesi europei sulla fiducia che i cittadini ripongono nelle Forze Armate del proprio paese. 

L'ultimo dato disponibile, dice che il rapporto tra gli italiani e la propria istituzione di difesa, con il 65%, è meno entusiastico che in altre nazioni. Anzi, il meno entusiastico. Nella tavola qui sotto sono riportati i dati relativi agli ultimi dieci anni per le nazioni UE assimilabili all'Italia per dimensione e popolosità, ed è inoltre riportata anche la quota media di tutta l'Unione, che è del 70%. Si nota inoltre un andamento in controtendenza rispetto ai paesi analizzati, soprattutto nel periodo 2005-2009, quando l'immagine delle Forze Armate risulta in crescita in tutti i paesi, esattamente il contrario di quanto accade in Italia. La sintesi visiva trova poi conferma facendo una media per paese nel periodo considerato: con il 63% , contro il 68% dei ventisette paesi UE, il 70% della Germania o il 79% del Regno Unito, ancora una volta l'Italia si trova ultima in classifica. In termini assoluti, si potrebbe dire che in Italia, le proprie Forze Armate, non sono "viste bene" come negli altri paesi europei.

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Se però consideriamo solo il nostro paese e mettiamo in relazione le Forze Armate con altre importanti istituzioni, l'effetto è opposto: la fiducia è massima. Esse si trovano al primo posto. Sette punti in più rispetto alle Forze dell'Ordine, per definizione ancor più legate al territorio, e addirittura quindici punti ed oltre, rispetto ad organismi globalmente riconosciuti quali le Nazioni Unite o la stessa Chiesa.

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Una contraddizione? Non pare. Più semplicemente le Forze Armate sembrano pagare il generale calo di fiducia che caratterizza l'atteggiamento degli italiani nei confronti di tutte le istituzioni del loro paese. I dati a seguire, infatti, entrando nel dettaglio, sembrano mostrarci quanto sia radicata in Italia, la fiducia per le stellette.

Serve l'Esercito? Per esteso, dopo settanta anni di pace in Europa ha ancora senso che l'Italia mantenga un costoso apparato di difesa?

Sì, senza dubbio. Nonostante il paese sia attraversato da questa perdurante e grave crisi economica, di cui non si riescono a vedere soluzioni in concreto, ben due italiani su tre ritengono che avere delle Forze Armate efficienti e affidabili debba essere una priorità per qualsiasi governo. Dato che fino a pochi anni fa, ad esempio nel 2007, in condizioni economiche non d'emergenza,  risultava essere oltre del 77%. 

E' interessante notare come in questi anni il dato sia variato non solo nell'aspetto quantitativo, ma anche in quello qualitativo.  E' differente nelle due rilevazioni il profilo di coloro che più degli altri ci ricordano quanto sia importante per la nazione mantenere in efficienza l'apparato di difesa. Se nellasurveydel 2007 si tratta tendenzialmente di cittadini di eta più matura, oggi la situazione è invertita: sono i 18-35enni a superare il dato nazionale dei "molto d'accordo" di ben sei punti percentuali. Sei anni prima erano sotto di otto.

Un concetto non dissimile al precedente, sottende la domanda successiva: può l'Italia rinunciare ad un proprio robusto apparato di difesa in virtù della rete di alleanze (semplificate con "gli Americani").

Il risultato, del tutto in linea con quanto appena visto, appare forse, nel confronto temporale, ancora più solido. Sia per il 2005 che per il 2012, una percentuale di poco superiore al 70%, sostiene, anche con una certa forza (si considerino i "per nulla d'accordo"), come l'Italia debba in buona sostanza essere in grado di muoversi anche in autonomia sul piano bellico. 

A livello sociodemografico, si riscontra una caratterizzazione ancora più marcata. Di nuovo una volta quel sentimento propensivo verso le FFAA italiane viene dai più giovani, ma in questo caso si delinea più chiaramente il profilo femminile (78%) e quello dei più istruiti (circa l'80% tra laureati e diplomati).

Sul piano politico, una considerazione che vale anche più in generale. Le questioni militari, come ci forse si poteva attendere, trovano generalmente più appoggio tra coloro che si collocano nel centrodestra. Ma non si commetta l'errore di considerare queste tematiche solamente legate al quel mondo. Per rimanere ai dati sopra citati, se la media nazionale di chi ritiene prioritario considerare l'efficienza delle FFAA è del 67%, tra gli elettori di centrosinistra il dato è del 60%, un valore solo di poco inferiore e certamente una maggioranza assoluta.

La forza militare non è condizione necessaria per imporsi in politica estera, ma dovrebbe essere sufficiente. Sembrano pensarla così la gran parte degli italiani. Non una maggioranza schiacciante come quelle viste in precedenza, ma pur sempre una maggioranza assoluta.

D'altronde si racconta che, in visita a Mosca nel maggio del 1935, il primo ministro francese Pierre Laval, chiese a Stalin di intervenire a favore dei cattolici russi, sostenendo che un tale provvedimento sarebbe stato fortemente apprezzato dal Papa. La risposta fu: "Il Papa? Quante divisioni ha?".

L'analisi del dato temporale ci indica un passaggio da opinione minoritaria a maggioritaria nel volgersi degli ultimi anni. Questo incremento di dodici punti percentuali, non può non avere a che fare con l'angosciosa vicenda dei due marò tenuti in ostaggio in India. E' ricordo di tutti, come le  dimostrazioni di forza militare, non solo da paesi di prima fascia come Stati Uniti o Russia, ma anche da medie o piccole potenze regionali, abbiano spesso portato a rivitalizzare dinamiche diplomatiche ormai smorzate.

Infine, la Tavola 6 vuole porre l'accento sul ruolo delle Forze Armate quali ambasciatrici all'estero dell'immagine dell'Italia quale paese efficiente, organizzato ed affidabile.

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Rilevato in due momenti distanti sette anni, determinati anche da condizioni socioeconomiche del paese molto diverse, il dato risulta stabile. E si può dire, quindi, che questa maggioranza sia ormai solida. E' comunque da rilevare una quota non piccola di cittadini in disaccordo, oltretutto in crescita nel tempo. 

Quest'ultimo dato mi favorisce su quanto volevo concludere. Se le Forza Armate sono l'istituzione che gode della più grande fiducia tra le altre; se si ritiene che debbano essere sempre in perfetta efficienza ed imprescindibile che la difesa del paese venga surrogata ad altri se non a loro; se migliorano e rafforzano l’immagine estera dell’Italia; allora perché non debbono assumere un ruolo sempre maggiore nell'immagine collettiva del Paese? 

D'altronde, in questo sempre più difficile momento politico ed economico, dell'esempio di persone serie, c'è n'è veramente un gran bisogno.

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Arnaldo Ferrari Nasi

"Arnaldo Ferrari Nasi; Sociologo, specializzato nel campo della Pubblica Opinione.
Membro della Società Italiana di Scienza Politica e della Società Italiana di Sociologia, è docente a contratto presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università di Genova. Collabora inoltre con il Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università di Bari e con la Scuola Superiore di S. Anna di Pisa. Fornisce consulenza ad alcune tra le più autorevoli istituzioni ed enti dello Stato, importanti nomi del mondo politico e di quello delle aziende private. E' Maggiore della Riserva dell'Esercito Italiano."

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