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Uomini (extracomunitari) che uccidono le donne

Sessantasei omicidi, 25 classificati come femminicidi. Con una componente di reati, commessi per mano di stranieri, che preoccupa e fa sempre più paura

L'ultimo caso, raccapricciante, è quello di Rovereto. Una donna di 61 anni stava rincasando quando, attraversando il parco cittadino, è stata aggredita da un uomo. Giù i pantaloni, calati con forza, e buttata a terra. Il tentativo, vano, di resistere. Calci, pugni, ancora calci e sempre più pugni. Spunta un sasso. Le grida e la scena richiamano l'attenzione dei residenti della zona che chiamano le forze dell'ordine e le ambulanze. Per la 61enne non ci sarà nulla da fare, morirà poco dopo essere arrivata in ospedale. L'uomo, invece, viene fermato. Bloccato con un taser, Nweke Chukwuk nigeriano senzatetto di anni 37, vagava nel quartiere Santa Maria. Indisturbato. L'uomo, se così possiamo definirlo, doveva essere espulso ma si trovava in Italia perché provvisto di "obbligo di dimora". Uno strumento in pieno contrasto con la sentenza di espulsione e che, addirittura, la annulla.

Il caso di Rovereto è solo l'ultimo di una lunga lista di omicidi ai danni di donne che hanno bagnato di sangue l'Italia in questa prima metà del 2023. I dati riportati su femminicidi.it, riportano un numero che inorridisce: 66. Da gennaio a oggi, sessantasei donne hanno perso la vita. Di questi casi, 25 vengono classificati come femminicidi. L'ultimo nella lista è quello di Sofia Castelli, 20 anni, brutalmente uccisa a Cologno Monzese dall'ex compagno, Zakaria Atqaoui, 23 anni.

Ma continuiamo. 28 giugno. Maria Michelle Causo, 17 anni, detta "Misci". Uccisa a Primavalle, quartiere di Roma, coetaneo della vittima, originario dello Sri Lanka, ma naturalizzato italiano. L'avrebbe uccisa per un debito di poche decine di euro. Morta per mano di stranieri e dell'ex marito, è anche la 72enne di Conegliano, Margherita Ceschin.

Il 7 maggio perde la vita a Torremaggiore in provincia di Foggia Jessica Malaj, 16 anni. A compiere l'omicidio (in cui è stato ucciso anche il compagno della ragazza) è stato il padre della giovane, Taulant Malaj, albanese di 45 anni, di professione panettiere che, non pago di aver già strappato al mondo due vite, avrebbe tentato di uccidere anche la moglie Tefta.

E ancora, 6 maggio. Danjela Neza, 28 anni, viene uccisa nel corso della notte a Savona. A compiere l'omicidio, l'ex compagno, Safayou Sow, 27 anni, originario della Guinea.

Arezzo, 13 aprile. Brunetta Ridolfi, 76 anni, e la figlia Sara Ruschi, 35 anni vengono uccise da Jawad Hicham, 38 anni, di origini magrebine ma da tempo residente in Italia.

Marzo. Zenepe Uruci, 56 anni, viene uccisa il 30 del mese nell'abitazione in cui risiedeva a Terni. A compiere il delitto è stato il marito convivente Xhafer Uruci, albanese. È il 7 di marzo quando invece Iulia Astafieya, 35 anni, originaria dell'Ucraina, viene uccisa a Rosarno, un comune della provincia di Reggio Calabria, dal compagno Denis Molchanov.

Arriviamo a febbraio. Yana Malyako, 23 anni e residente a Castiglione delle Stiviere in provincia di Mantova viene uccisa da Dumitru Stratan, 34 anni, originario della Moldavia.

Quelli che abbiamo riportato sono solo alcuni dei casi di femminicidio avvenuti in Italia nel 2023 per mano di stranieri. A dipingere un quadro ancor più raccapricciante è il Primato Nazionale che riporta come "dal 2018 al 2021, in Italia, i femminicidi sono stati 657, dei quali 27 sono ancora senza un colpevole. Dei 630 femminicidi dei quali sono stati arrestati gli autori, 142 erano immigrati, ben il 23 per cento".

Di un certo impatto anche i dati di Eurispes secondo cui l'aumento costante dei reati predatori, principalmente commessi da individui stranieri, è un fenomeno rilevante. Nel corso del 2022, la popolazione straniera residente sul suolo nazionale ha rappresentato circa l'8,5% dell'intero totale. Analizzando le informazioni relative alle azioni di contrasto intraprese dalle Forze di polizia a livello nazionale, emerge che nel corso del 2022 sono state registrate 271.026 segnalazioni riguardanti cittadini stranieri ritenuti responsabili di attività illegali. Questo valore costituisce il 34,1% del totale delle persone denunciate e arrestate. Tale dato presenta un lieve aumento sia in termini assoluti che in termini di incidenza rispetto all'anno precedente. Nel 2021, le segnalazioni erano state 264.864, rappresentando il 31,9% del totale complessivo. La maggioranza delle vittime coinvolte è di genere femminile, con una percentuale compresa tra il 74% e il 76% per quanto riguarda gli atti persecutori. Nei casi di maltrattamenti all'interno del contesto familiare e conviviale, la prevalenza femminile varia tra l'81% e l'83%, mentre per le violenze sessuali, tale predominanza raggiunge percentuali che oscillano tra il 91% e il 93%. Non vi è dettaglio riguardo alle nazionalità dei perpetratori, ma dati del ministero dell'Interno del 2019 indicavano che oltre il 41% di tali reati era imputabile a individui stranieri.



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Rita Galimberti