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(Ansa)
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Come cambia la strategia militare dell'Ucraina con Oleksandr Syrsky, il nuovo comandante

Zelensky ha di fatto nominato un generale celebre per i massacri subiti: si mette male per le truppe di Kiev, spinte al combattimento anche quando la tattica suggerirebbe prudenza e attesa

Cattive notizie per le truppe ucraine, almeno stando ai giornali occidentali come Telegraph, Guardian ma anche altri, che hanno ripreso la notizia e i commenti diffusi sui canali Telegram e sui blogger ucraini, della nomina del generale Oleksandr Syrsky a nuovo comandante in capo delle forze armate di Kiev al posto del generale Valery Zaluzhny, il quale paga un atteggiamento prudente e l'aver saggiamente ritirato e poi rischierato le unità del Decimo corpo d’armata ucraino dotato di carri Leopard e di veicoli corazzati da combattimento Bradley, a seguito delle pesanti perdite subite nel settore di Zaporizhia. Secondo queste stesse fonti, Syrsky, soprannominato per i suoi trascorsi Kotlovoy, che significa crudele, senza cuore, non sarebbe l'uomo giusto per affrontare questa fase della guerra con Mosca, poiché, almeno stando a quanto riporta l'Economist, altra testata critica con la scelta, il generale sarebbe tipo da sacrificare uomini e mezzi senza scrupoli e soprattutto troppo vicino ai politici ucraini, tanto da obbedire a Zalensky senza neppure tentare mai un dialogo o porre obiezioni.

Classe 1965, nato a Novinki, in Russia con il nome Aleksander (la “O” è successiva e in lingua ucraina), allievo dell'Istituto per alto comando militare multiforze di Mosca (Moskovskoye VVOKU), dai blog viene descritto come una persona che in passato si è mostrata indifferente alle perdite umane in combattimento e finanche corresponsabile della perdita di diversi ottimi ufficiali dell'esercito, nonché decisore del fallito tentativo di controffensiva dell'estate scorsa. Mosca poi lo considera un traditore, poiché ha origini russe, ha studiato nelle accademie militari di Mosca ed è figlio di un colonnello decorato e oggi in pensione, al quale avrebbe voltato le spalle, tanto da non avere più contatti con la sua famiglia.

Politica e obbedienza a parte, viene quindi da chiedersi perché Zelensky lo abbia ritenuto persona valida sul piano militare tanto da affidargli le forze armate, e la risposta starebbe nel successo delle battaglie iniziali per la difesa della capitale e per l’offensiva di Kharkiv, cancellando con un colpo di spugna il disastro combinato a Debaltsevo nel febbraio del 2015, in piena guerra del Donbass, dove l'ufficiale perse tremila uomini e buona parte dell'arsenale. Inoltre, con il suo predecessore Zaluzhny, non erano mancati attriti in altre battaglie (come a Soledar), nelle quali l'ormai ex capo dell'esercito ucraino aveva raccomandato una ritirata tattica mentre Syrsky decise di sacrificare inutilmente un migliaio di unità. Insomma un tipo che considererebbe vigliacco qualsiasi ripiegamento anziché una possibile strategia per risparmiare forze, riorganizzarle e quindi contrattaccare da posizioni strategiche diverse e migliori.

Lo vedremo presto, poiché l'idea che emerge dai Telegram pare essere quella di una prossima avanzata nei pressi di Avdiivka, località poco più a nord del centro di Donetsk, per tentare di impedire alle forze russe di completare l'accerchiamento dell'importante cittadina. Una strategia alla quale il suo predecessore Zaluzhny era contrario, propendendo per un ritiro temporaneo. Ma per farlo, Syrsky dovrà spostare truppe da altre posizioni e i russi ovviamente approfitteranno della situazione. Così in Ucraina circola sempre con maggiore insistenza la voce che la decisione dellos corso anno di continuare a combattere a Bakhmut nonostante i consulenti militari occidentali e Zaluzhny stesso avessero chiesto a Zelensky di potersi ritirare, sia stata presa per mostrare al vertice Nato di Vilnius 2023 che le forze ucraine stavano ottenendo risultati vittoriosi. Appare quindi sempre più evidente che per cercare di mantenere gli aiuti occidentali, soprattutto oggi con la mutata e ambigua posizione degli Stati Uniti, Zelensky non si faccia problemi a sacrificare soldati. Per poi celebrarli chiamandoli eroi.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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