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(Ansa)
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Grano o pace, tutto passa dalla Turchia

Oggi incontro tra Erdogan e Putin a dimostrazione che il Cremlino trovi nel «Sultano» l'unico interlocutore attendibile dopo i fallimenti diplomatici dell'occidente e del Vaticano

«La Russia è aperta ai negoziati su un accordo sul grano». Lo ha detto il presidente russo, Vladimir Putin, durante il suo incontro a Sochi con l'omologo turco Recep Tayyip Erdogan. «So che volete mettere sul tavolo la questione e su questo punto siamo aperti a un negoziato». A lui ha replicato il presidente turco che all’agenzia Anadolu ha affermato: «Ci sarà un annuncio molto importante» sull'accordo per l'esportazione di grano nel Mar Nero. Erdogan ha aggiunto che ci saranno «messaggi molto importanti soprattutto per i Paesi dell'Africa. Il passo più significativo riguarda la questione del corridoio (per l'esportazione) del grano, credo che dopo i nostri colloqui, i messaggi che esprimeremo saranno molto importanti, soprattutto per i Paesi africani», ha detto Erdogan all’inizio del confronto con Putin. Aldilà della propaganda turca e russa l’incontro avrà un esito scontato ovvero che l’accordo sul grano si farà anche perché non farlo sarebbe uno schiaffo ai Paesi africani che la Russia tanto corteggia da tempo.

A questo proposito il portavoce della Commissione europea per gli Affari esteri, Peter Stano, nel briefing quotidiano con la stampa ha affermato: « L'aspettativa generale dell'incontro tra Putin ed Erdogan oggi a Sochi è che la Russia ritorni almeno all'accordo sul grano e che Mosca fermi la sua aggressione illegale contro l'Ucraina, che prende di mira soprattutto le esportazioni di grano ucraine». Poi Stano ha proseguito ricordando che ieri notte «la Russia ha lanciato un altro grande attacco su Odessa mirando esattamente proprio alle strutture per l'esportazione del grano ucraino, compresa l'area del Danubio, e questo dimostra ulteriormente come la Russia sta esacerbando la crisi alimentare globale con le sue azioni che mettono a rischio milioni di persone vulnerabili in tutto il mondo».

In ogni caso appare evidente come Vladimir Putin abbia scelto Recep Tayyip Erdogan come colui dal quale tutti senza eccezioni, devono passare se vogliono fare accordi con la Russia. A proposito di possibili trattative di pace Edward Luttwak esperto di strategia militare e consulente del governo americano a La Verità chiarisce come a nulla servono le iniziative estemporanee di questi ultimi mesi: «Putin non è vecchio e sta bene di salute: beve poco, non fuma, ha 70 anni, fisicamente non è in pericolo di vita, tantomeno politicamente. Potrebbe restare a governare per altri dieci anni a differenza di altri leader europei che invece saranno già in pensione. Per finire questa guerra parola c'è bisogno di diplomazia ma diplomazia fatta sul serio non con le dichiarazioni del Papa o cretinate del genere, come gli appelli della Commissione europea. Ci deve essere un leader che è disposto a finire questa guerra. Se ci fosse una persona alla Casa Bianca con più energia di Bidensi sarebbe chiusa questa guerra. Per finire la guerra occorre un presidente degli Stati Uniti che dica: «il nostro nemico è la Cina». Non ha senso combattere contro Cina e Russia, dobbiamo separare i due. I cinesi sono quelli che stanno attaccando dovunque nel nostro mondo quindi la finiamo con i russi per confrontarci con i cinesi. Quindi andiamo dai russi e finiamo questa guerra per il nostro interesse. Se fossi il Presidente americano vorrei uscire applaudito e non condannato e il presidente dell'Ucraina deve uscire come una persona responsabile non come un traditore».

Per tornare a Sochi in attesa del grande e scontato annuncio sul grano, il presidente turco turco ha affermato che sarebbe molto importate creare un nuovo hub del gas in Turchia che sarebbe utilissimo per suo il Paese. A Ria Novosti il leader turco ha affermato «Un altro elemento significativo per noi è la creazione di un hub in Tracia». Non a caso all’inizio di giugno, sempre Ria Novosti aveva rivelato che l'azienda russa Gazprom aveva presentato un progetto di hub del gas in Turchia e che erano in corso trattative in merito con Ankara.

L’incontro di Sochi si svolge mentre gli ucraini hanno reso noto aver finora liberato 47 chilometri quadrati di territorio vicino alla città occupata di Bakhmut, nell'Est del Paese, di cui tre la settimana scorsa: Sul suo canale Telegram la viceministra della Difesa, Hanna Malyar ha scritto: « Nel settore di Bakhmut, il nemico sta conducendo azioni difensive per frenare l'avanzata delle nostre truppe e sta tentando senza successo di riguadagnare il terreno perduto nelle aree di Klishchiyivka, Kurdyumivka, Ozaryanivka nella regione di Donetsk».

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Stefano Piazza