La caccia di Israele ai leader di Hamas, uno alla volta
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La caccia di Israele ai leader di Hamas, uno alla volta

I piani segreti, ma non troppo, di Tel Aviv che difficilmente si dimenticheranno di chi hanno messo nel mirino

Marwan Issa, vicecomandante dell'ala militare di Hamas noto come «l'individuo nell'ombra» per la sua abilità nello sfuggire alle Forze di difesa israeliane (Idf), è morto domenica scorsa durante un bombardamento mentre si nascondeva sottoterra nel centro di Gaza. Il cinquantanovenne di Gaza ha giocato un ruolo significativo in numerosi attacchi terroristici, dalla Prima Intifada fino al massacro del 7 ottobre, evento che ha segnato l'inizio della guerra in corso da sei mesi. Il corrispondente di Sky dal Medio Oriente, Alistair Bunkall, ha dichiarato: «Se Issa è morto, sarà il leader di Hamas di più alto grado ucciso finora in questa guerra, rappresentando un notevole successo per Israele». In qualità di vice capo dell'ala militare di Hamas, Marwan Issa è stato a lungo un obiettivo prioritario per Israele.

L'attacco aereo di domenica mattina rappresenta il culmine degli sforzi dell'Idf per eliminare il comandante senior del gruppo terroristico. Essendo il vicecapo delle Brigate Izz ad-Din al-Qassam, secondo solo al leader dell'ala militare Muhammed Deif, Marwan Issa era considerato «il capo di Stato maggiore di Hamas ed stato fondamentale nel collegare l'ala militare e politica di Hamas», come ha detto l'ex capo dell'intelligence militare Amos Yadlin al notiziario di Channel 12. Di certo Issa è stato uno dei cinque individui che sapevano dell’attacco del 7 ottobre ed erano a conoscenza di tutti i dettagli operativi. Come ha scritto Times of Israel, ex funzionari dello Shin Bet hanno affermato: «Issa era ascoltato dai dirigenti di Hamas a Gaza, in Cisgiordania e in Qatar», sottolineando l'importanza della sua posizione per le operazioni quotidiane dell'organizzazione terroristica.

Nel marzo 2023, Issa ha incitato i palestinesi in Cisgiordania e Gerusalemme Est a guidare la resistenza all'occupazione israeliana, ha esortato a sostenere finanziariamente, moralmente e nei media l'azione di resistenza in tutta la Palestina, predicendo anche «un futuro terremoto nella regione», cosa che poi è avvenuta. Issa ha trascorso del tempo sia nelle carceri israeliane che palestinesi. Arrestato per la prima volta da Israele nel 1987, ha trascorso cinque anni dietro le sbarre per le sue attività con Hamas durante la Prima Intifada. Dopo il rilascio nel 1993 è stato nuovamente arrestato nel 1997 dall'Autorità nazionale palestinese, scontando altri quattro anni di prigione prima del rilascio nel 2000, all'inizio della Seconda Intifada. Issa è considerato il terzo in comando di Hamas a Gaza, dopo Mohammed Deif e il leader del gruppo Yahya Sinwar, e insieme si presume abbiano pianificato l'attacco dell'7 ottobre. Prima dell'attacco aereo di domenica, Issa è stato oggetto di numerosi tentativi di omicidio falliti, a partire dal 2006, quando Israele lo ha attaccato mentre era ad un incontro in cui si trovava insieme a Deif. Si dice che Issa sia rimasto ferito in quell’attacco. Dopo il tentato omicidio del 2006, Issa è stato oggetto di almeno altri due tentativi di omicidio, uno durante la guerra di Gaza del 2014 e uno durante l'operazione Guardian of the Walls nel 2021. Nonostante la sua posizione di rilievo in Hamas, Issa ha sempre mantenuto un profilo basso, e solo dopo lo scambio di prigionieri di Gilad Shalit nel 2011 il grande pubblico ha conosciuto il suo volto. La mancanza di informazioni pubblicamente disponibili su Issa non ha impedito agli Stati Uniti di inserirlo nella lista del terrore nel 2019. L'Unione Europea ha seguito l'esempio nel dicembre 2023, aggiungendolo alla lista in seguito agli attacchi terroristici di Hamas in Israele del 7 ottobre 2023.

Nella Striscia di Gaza fin dai primi giorni del conflitto è stato distribuito un set di diecimila mazzi di carte da gioco ai soldati israeliani delle Idf operanti a Gaza. Ogni mazzo contiene 52 carte, ognuna con l'immagine di figure di spicco di Hamas, tra cui il leader del gruppo nella Striscia di Gaza, Yahya Sinwar, e il capo della sua ala militare, Mohammed Deif. Secondo quanto riportato dal portale israeliano Ynet, questa iniziativa è un modo per infliggere un colpo psicologico ai funzionari di Hamas nascosti nei loro rifugi sotterranei. Le carte hanno una duplice funzione: da un lato, vengono utilizzate come strumento di identificazione per i soldati impegnati nel combattimento, che mirano ad eliminare o catturare i leader di Hamas; dall'altro, rappresentano un metodo per ridicolizzare e provocare i membri del gruppo terroristico. Nel mazzo di carte relativo a Hamas, invece, alcune delle figure di spicco del gruppo sono state «degradate» intenzionalmente per umiliarle ulteriormente. Ad esempio, Yahya Sinwar è raffigurato come la Regina di Cuori, piuttosto che come Re, Asso o Jolly. Gli assi sono rappresentati da Ismail Haniyeh e Khaled Mashal, rispettivamente l'attuale e l'ex capo dell'ufficio politico di Hamas, entrambi residenti a Doha, in Qatar, e da Marwan Issa, un esponente dell'ala militare del gruppo. Il fratello di Sinwar, Muhammad, è rappresentato come il Jack di Picche, mentre Mohammed Deif è il Jolly. Inoltre, nel mazzo sono incluse dieci carte con le immagini di membri di Hamas che sono stati eliminati in passato. Visto lo stallo nelle trattative Doha ha minacciato di espellere i leader di Hamas dal Qatar se non riusciranno a convincerli ad accettare un accordo sugli ostaggi israeliani. Lo riferisce il Wall Street Journal che cita un funzionario di Hamas e uno egiziano. Il Qatar ospita l'ufficio politico di Hamas, compreso il suo leader, Ismail Haniyeh. Evidente come i capi di Hamas non vogliano lasciare l’emirato per andare (come da indiscrezioni) in Turchia, Tunisia o Algeria che sono pronti accoglierli perché qui il Mossad avrebbe gioco facile nell’eliminarli uno ad uno proprio come avveduto con l’operazione segreta denominata «Collera di Dio», organizzata dal Mossad per uccidere i soggetti ritenuti direttamente o indirettamente responsabili del massacro di Monaco di Baviera del 1972. Fra i bersagli, c’erano membri di Settembre Nero e dell'Olp. Autorizzata dalla premier Golda Meir sempre nel 1972, l'operazione è durata più di 20 anni. Sempre a proposito del 7 ottobre come abbiamo potuto appurare nel nostro recente viaggio in Israele, lo Shin Bet e il Mossad hanno identificato tutti i 3.000 terroristi che hanno agito nel sud di Israele quel giorno ed facile prevedere che dopo la fine della guerra nella Striscia di Gaza ne inizierà un’altra segreta, con la caccia ai colpevoli ovunque si trovino.

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Stefano Piazza