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Ansa
Calcio

Scudetto, scatto Juve (Lazio e Inter si buttano via)

Altro che bianconeri in crisi, Sarri si trova già in fuga scudetto approfittando degli errori di Inzaghi e Conte

Settimane a parlare della crisi della Juventus, di Sarri a rischio e indigesto a parte dello spogliatoio, della possibilità di vivere una volata scudetto lunga ed emozionante. E poi, al primo vero incrocio della nuova stagione che cosa succede? Che la Juventus, magari non bella ma molto pratica e comunque in ripresa vince a Bologna, mentre Lazio e Inter si fanno male da sole e lasciano spazio alla prima vera fuga dei campioni d'Italia. I punti di vantaggio sulla seconda (4) non sono una sentenza con ancora 11 giornate da giocare, ma la sensazione è quella del colpo duro da incassare soprattutto a livello emotivo.

LAZIO BELLISSIMA E SCIAGURATA

Nel giudicare la sconfitta della Lazio non si può non considerare il peso del fattore Atalanta perché i bergamaschi a tratti sono il peggiore degli avversari. Però le chance sprecate da Immobile con il doppio vantaggio e il progressivo rintanarsi dei biancocelesti nella ripresa devono far riflettere perché una squadra in corsa scudetto non può mostrare deficit o cali di personalità.

E' vero che ci sono assenze che pesano e la rosa della Lazio non ha la stessa profondità di quella della Juventus. Ed è vero che il sogno scudetto passa da un sentiero strettissimo nel quale tutto dovrà essere fatto alla perfezione, ma il segnale è di un'occasione persa per dare il segnale di sfida definitivo e mettere Sarri e i suoi spalle al muro. Il peso di una vittoria a Bergamo sarebbe stato immenso e dopo il bellissimo gol di Milinkovic Savic alzi la mano chi non ha pensato all'imminenza di un golpe anti bianconeri.

IL SUICIDIO DI CONTE

Diverso il discorso per l'Inter. L'harakiri casalingo con il Sassuolo non si può spiegare solo con la montagna di errori individuali che ha caratterizzato una partita folle nel suo andamento. Se lo rimetti lì, Gagliardini segnerà il gol del 3-1 e non lo sbaglierà più dovesse riprovarci anche cento volte, però il suicidio è cominciato prima e chiama in causa anche Antonio Conte.

Il tecnico aveva evocato la possibilità di rientrare nella corsa scudetto, aveva spiegato di non potersi pernettere alcun margine d'errore e aveva chiesto la partita della vita subito, già contro il Sassuolo. Ebbene, ha partorito una formazione con 5 cambi rispetto alla Sampdoria stravolgendo soprattutto il centrocampo e in corso d'opera non è stato capace di correggersi rinunciando ad esempio a Barella, vera anima oggi dell'Inter, e chiudendo con Agoumè-Gagliardini-Borja Valero.

Il flop in senso generale è quello delle riserve. Analizzando più freddamente, però, non si può non riconoscere una responsabilità anche al tecnico che sta vedendo scivolare via uno dopo l'altro tutti gli obiettivi stagionali. Anche l'Inter ha delle assenze pesanti concentrate a centrocampo e anche l'Inter ha bisogno di tempo per costruirsi una rosa adeguata. Eppure aveva il dovere di non buttarsi via come invece ha fatto.

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Giovanni Capuano