La nostra letterina di Babbo Natale, in quest'anno da ricordare
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La nostra letterina di Babbo Natale, in quest'anno da ricordare

Il 2020 è iniziato, come da tradizione, in mezzo a brindisi, abbracci, trenini e fuochi di artificio e la consueta marea di messaggini di auguri, inconsci, per fortuna, della tragedia che stavamo per vivere. Mi viene in mente la drammatica scena del film Titanic quando, mentre la nave affondava, l'orchestrina continuava a suonare. Un anno bisesto e gemellare, l'unico in questo secolo, che ha segnato le nostre vite per sempre e, temo, anche quelle delle generazioni future. Ci ha privato della libertà personale e degli affetti ed ha dato "il colpo di grazia" alla nostra economia, già in affanno da anni.

Un anno vissuto in mezzo ad angosce infinite e paure, con il terrore che questa pandemia terribile possa travolgere anche noi ed i nostri cari.

Un anno che ci ha portato via anche tante icone e personaggi amati in tutti i settori, per citarne solo alcuni Gigi Proietti, Ezio Bosso, Sean Connery, Kobe Bryant, Diego Armando Maradona, Paolo Rossi. Personaggi che ci hanno fatto sognare, che hanno fatto parte delle nostre vite, e questo 2020 li ha portati via insieme ad altre tante certezze.

Ed ora? come trascorreremo le feste più intime dell'anno? Da soli a studiare gli ennesimi Dpcm? Cosa scriveremo negli auguri nel bel mezzo di questa pandemia?

Alla paura sanitaria si unisce la preoccupazione per il futuro: tante aziende sono state costrette a chiudere e molte altre non tarderanno, molte persone hanno perso il lavoro con scarse prospettive di ritrovarne un altro, insomma la crisi economica è e sarà profonda, con il ceto medio in grossa difficoltà e tantissimi poveri, di tutte le età ed estrazioni, ai quali abbiamo l'obbligo di dare una dignità.

Ma cosa avremmo dovuto celebrare con il Natale? Oltre ai regali e alle tradizionali abbuffate in famiglia?

Il 25 Dicembre corrisponde alla celebrazione pagana del solstizio d'inverno come riportato in un antico documento, il cronografo dell'anno 354. «Natalis Solis Invicti», cioè la nascita del nuovo sole che, dopo la notte più lunga dell'anno, riprende nuovo vigore. Per la tradizione pagana molto sentita dal popolo coincideva con le ferie di Saturno, durante le quali gli schiavi ricevevano doni dai loro padroni ed erano invitati a sedere alla stessa mensa, come liberi cittadini. Il Natale è la festa che nella tradizione cristiana celebra la nascita di Gesù.

In un anno come questo che segnerà la storia, il Natale arriva a ricordarci che non basta un buon panettone per sentirci meglio, ma serve un cambiamento interiore per superare questo momento: dobbiamo rinascere più generosi, più tolleranti e disponibili alla condivisione. Queste giornate ci riportano alla memoria profumi, luci, canzoni, abbracci e chiacchiere in famiglia, lo scambio dei regali tanto atteso dai bambini. Quest'anno sarà tutto diverso ed allora, forse, sarà più facile avvicinarsi alla vera essenza della festa e ritrovare quell'armonia interiore, che si riscopre proprio nei momenti difficili, iniziando a tendere la mano agli ultimi e prendendosi cura degli indifesi e dei deboli perché è solo così che possiamo superare questo momento e ritornare presto a sentir risuonare "jingle bells" nel nostro cuore.

«L'ora più buia è quella che precede il sorgere del sole», Paulo Coelho.

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Federico Minghi