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(Photo by S. Granitz/WireImage)
Lifestyle

Hollywood e la glorificazione delle relazioni tossiche

Da Megan Fox e Machine Gun Kelly, passando per Pamela Anderson e Tommy Lee. Amori tormentati o esempi di come la nostra società non riesca più a riconoscere quando ci troviamo davanti a un problema?

I ragazzi carini sono velenosi. Pretty Boys are Poisonous. Il titolo del libro di Megan Fox, pubblicato lo scorso 7 novembre, sembra fare eco a quel «bravo ragazzo» così tante volte utilizzato per descrivere Filippo Turetta.

Una raccolta di poesie - 70, per un totale di 176 pagine, edite da Simon & Schuster - in cui l’attrice racconta di relazioni tossiche, abusi fisici e psicologici. Senza mai fare un nome, e sottolineando come gli uomini di cui parla non siano mai usciti pubblicamente con lei, Fox parla di un compagno che la picchiava fino a farle riconoscere «il familiare sapore del sangue sulla lingua».

Nonostante le rassicurazioni da parte dell’autrice che l’attuale compagno, la rockstar Machine Gun Kelly, l’abbia supportata - anzi, persino incoraggiata - a pubblicare le sue poesie, è difficile non ricollegare a lui alcuni dei testi più difficili da digerire. Come in Funerals are for lovers, dove scrive: «Sto realizzando / che quesa favola / non avrà / un per sempre felici e contenti / piuttosto / finirà prima del suo tempo / con uno di noi due / a leggere un’eulogia».

(Photo by Mike Coppola/Getty Images)

Fox non è però stata l'unica a raccontare pubblicamente gli abusi sofferti. Nei rispettivi memoir, Britney Spears e Pamela Anderson ripercorrono le loro relazioni, raccontando episodi in cui quello che sembrava un grande amore si è rivelato ben altro.

Stupisce allora come queste storie d’amore siano ancora prese ad esempio. La stessa Anderson chiama ancora il batterista Tommy Lee il più grande amore della sua vita - la sua anima gemella - nonostante nel febbraio 1998 la stessa abbia sporto denuncia contro di lui per averla picchiata mentre teneva in braccio il figlio di due mesi Dylan.

Viene da chiedersi se non sia ormai troppo facile romanticizzare le relazioni tossiche, specialmente a Hollywood. Gli esempi di abusi sono tristemente numerosi. Da Rihanna e Chris Brown, passando per Whitney Houston e Bobby Brown, fino al più recente caso di abuso che vede protagonisti Amber Heard e Johnny Depp, quest’ultimo condannato dal tribunale della Gran Bretagna, ma non da quello degli Stati Uniti.

Ma quando questi esempi negativi escono dai confini dello schermo e finiscono in prima pagina sui magazine di gossip, cosa può davvero accadere? Da una parte, il coraggio di queste donne che hanno deciso di farsi avanti e denunciare gli abusi subito, mostrando la loro debolezza sotto la facciata dorata che Hollywood chiede loro di mantenere, è commendevole. Dall'altra il rischio che il loro nobile tentativo non venga capito, anzi, finisca per essere trasformato in una idea malsana di come l’amore vero dovrebbe essere, è sotto gli occhi di tutti.

In una società che si erge ad avvocato e giudice e “cancella” chi commette errori considerati imperdonabili, qualcuno paga mai davvero per i suoi peccati? O l’essere cancellati è solo un modo per preparare un grande ritorno sulle scene?

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Mariella Baroli