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(Ansa)
Tecnologia

Rinnovabili: la rivolta delle aree interne

Continua la battaglia ideologica su fotovoltaico ed eolico tra chi pensa solo ad utopie e chi invece vuol far conoscere come stanno le cose. Anche per il (vero) bene della Terra

Su eolico e fotovoltaico a terra si accende lo scontro tra le diverse anime dell’ambientalismo italiano. Se da un lato il WWF e Legambiente criticano aspramente l’azione del Governo che, con il Decreto Agricoltura, ha posto lo stop al fotovoltaico sui terreni agricoli, dall’altro ci sono altre storiche associazioni, riunite nella #CoalizioneArticolo9, che hanno posizioni divergenti circa l’efficacia dell’energia eolica e fotovoltaica per la mitigazione del riscaldamento globale del pianeta e sull’importanza culturale dei paesaggi nazionali, della biodiversità e dell’agricoltura .

La sensazione è che Legambiente e WWF utilizzino l’emergenza climatica come grimaldello per favorire l’arrembaggio degli speculatori che cavalcano il lucroso business delle fonti eolica e fotovoltaica. Al 31 marzo in tutto il territorio nazionale in base ai dati forniti da Terna, il gestore della rete elettrica nazionale, sono state presentate istanze di connessione di nuovi impianti alla rete pari a 336.000 megawattora (MW) di potenza: un valore che secondo la Soprintendenza speciale per il PNRR, organo del Ministero della Cultura, rappresenta 4,7 volte l’obiettivo previsto a livello europeo per il 2030.

La #ColazioneArticolo9 fonda la sua battaglia sulla difesa del valore culturale dei paesaggi identitari italiani, messi a rischio dalla cementificazione delle installazioni eoliche e del fotovoltaico a terra. Senza, peraltro, che il sacrificio, culturale ed economico, del principale asset del Bel Paese, il suo paesaggio, possa sortire qualche effetto al rallentamento della crescita del CO2 nell’atmosfera (le emissioni italiane rappresentano appena lo 0,8% delle emissioni globali). Oggi la salvezza dei paesaggi italiani dipende dalla crescente opposizione di tante realtà territoriali: da quelle Comunità, spesso accusate di rinchiudersi nella sindrome Nimby, che si oppongono all’invasione di migliaia e migliaia di impianti eolici e fotovoltaici a terra e di tutte le strutture di cui necessitano, elettrodotti, stazioni elettriche, impianti di accumulo, imposti per legge come strutture di “pubblica utilità, indifferibili e urgenti”.

Si oppongono alla costruzioni di strade in luoghi impervi e fragili o in pianure fertili, per il trasporto dei giganteschi manufatti che trasformeranno paesaggi unici, agricoli o naturali, in una unica ed estesa zona industriale.

Comunità e territori che sono rimasti senza alcuna difesa dopo che numerosi provvedimenti normativi di “semplificazione” hanno demolito la legislazione di tutela territoriale e paesaggistica costruita in settanta anni, ispirata al pensiero di Benedetto Croce e al rispetto dell’articolo 9 della Costituzione.

La #CoalizioneArticolo9 è costituita da una parte importante dell’ambientalismo fra cui alcune antiche e autorevoli sigle in difesa del paesaggio e degli insediamenti culturali, come Italia Nostra, le associazioni più sensibili alla tutela della fauna selvatica e della biodiversità, come Altura o Mountain Wilderness, e quelle, come gli Amici della Terra, da sempre attente ai temi dell’energia e della sostenibilità ambientale. Affiancate da AssoTuscania, AltrItalia Ambiente, Associazione Bianchi Bandinelli, Rete di Resistenza dei Crinali, GRIG, LIPU Puglia e Basilicata, ProNatura, Forum salviamo il paesaggio, Comitato per la Bellezza, Comitato per il Paesaggio.

Rappresenta gli abitanti delle campagne, delle colline, dei monti degli Appennini e delle grandi isole e tutti coloro che abitano sotto i crinali, nelle valli, sugli altopiani e sulle coste affacciate sul Mediterraneo, ospiti di terre e città antiche dove natura e cultura, bellezza e civiltà sono inscindibili, da secoli. Custodi di una identità comune, costituita da luoghi e comunità di quell’Italia minore: una realtà unica al mondo per l’opportunità che offre di testimoniare il passato e, insieme, di promettere un futuro singolare e innovativo.

Per tutte queste ragioni il 22 maggio 2024 a Roma, i Sindaci e i rappresentanti delle Comunità aggredite da eolico e fotovoltaico a terra, insieme alle Associazioni della #CoalizioneArticolo9 manifesteranno il loro dissenso verso una transizione energetica che occupa gli spazi naturali e agricoli, non aiuta la decarbonizzazione, pesa sulle bollette e sulle tasse dei cittadini e va ad esclusivo beneficio del business internazionale delle fonti elettriche intermittenti.

Chi desidera partecipare può registrarsi al seguente link: Locandina 22 maggio (amicidellaterra.it).

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Giovanni Brussato