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(Ansa)
Economia

Poste sospende la cessione del credito e mette in crisi il Superbonus

La notizia, comunicata oggi con lo stop a nuove pratiche, obbliga il Governo ad un intervento strutturale e rapido nella prossima finaziaria

Continua la saga del superbonus 110% e la cessione dei crediti di imposta. Norma che da quando è entrata in vigore ha creato distorsioni a causa di diverse lacune presenti nel documento, che lasciavano spazio ad azioni illecite, soprattutto nei confronti dei crediti d’imposta. Ed è proprio su questo aspetto che ruota l’ultimo stop annunciato dal sito di Poste italiane ai suoi clienti: “Gentili clienti, il servizio di acquisto di crediti d’imposta ai sensi del Dl 19 maggio 2020 n.34, convertito con modificazioni nella legge 17 luglio 2020 n.77 e s.m.i., è sospeso per l’apertura di nuove pratiche”. Il motivo? Norme che non sono state in grado di aggiustare la situazione sulla cessione dei crediti di imposta e l’attesa per le nuove decisioni del governo Meloni sulla questione 110%.

Per quanto riguarda il “passato” si può sicuramente annotare come una delle ultime circolari dell'Agenzia delle Entrate sul tema non ha risolto il problema dei crediti di imposta: ha solo "ammorbidito le norme, purtroppo sbloccando ben poco", sottolinea la presidente dell'Ance, Federica Brancaccio, secondo cui Poste sarebbe ferma praticamente da un anno nell'acquisto dalle imprese ed ora avrebbe chiuso i rubinetti anche nei confronti dei privati che hanno crediti di minore entità, tra i 100.000 e i 150.000 euro. "Le banche affermano di aver esaurito la capacità fiscale, ma Poste, Cdp e le altre partecipate non hanno questo problema - spiega Brancaccio - la capacità loro la hanno, ma non comprano. E' un problema grave. Ci dicano se vogliono distruggere la misura". L'Ance chiede quindi nell'immediato "un input del governo" e poi la convocazione di un tavolo con l'Abi e le associazioni di categoria per trovare le soluzioni possibili. Per il momento dunque, stando anche a quanto scritto dal sito di Poste è possibile “seguire l’avanzamento delle pratiche in lavorazione e caricare la documentazione per quelle da completare". La decisione di Poste poi deve essere sicuramente contestualizzata anche alla luce delle ultime sentenze della Corte di Cassazione (una sentenza vedeva coinvolta proprio Poste) che hanno evidenziato un’ulteriore lacuna nel meccanismo di cessione dei crediti d’imposta, andando a confermare la possibilità per l’Agenzia delle entrate di effettuare il sequestro dei crediti nel caso sia stata avviata una procedura per sospetto di frode.

Le mosse del nuovo governo

Lo stop di Poste ai nuovi crediti di imposta produce delle conseguenze anche sui contribuenti, che avevano già avviato un intervento di superbonus 110% potendo optare anche per la cessione dei crediti. In questo modo si ritrovano ad aver speso soldi per pagare consulenti e professionisti, per avviare le pratiche, e poi dover ripiegare (se si dispone di liquidità sufficiente) verso altri bonus edilizi come quello al 50% scontabile sul 730 in 10 anni. Agevolazione ben diversa rispetto alla cessione del credito alla società. Il problema sarà ovviamente oggetto dell’agenda del governo Meloni che stando alle ultime dichiarazioni fatte del sottosegretario all’Economia su Radio 24, Federico Freni, il superbonus dovrà essere rivisto in chiava di sostenibilità, anche per i conti dello Stato: “sul fronte dei crediti c’è una sola cosa che non possiamo più accettare, che ci siano imprese con cassetti fiscali pieni di crediti che non riescono a scontare. Risolto il problema delle imprese che non possono scontare i crediti si valuterà subito come gestire il decalage che certamente dovrà essere diverso. Ci sarà un nuovo intervento sui crediti, qualcosa per sbloccarli in modo definitivo. Se c’è una cosa che non è accettabile è che questa normativa cambi ogni mese e mezzo”. In aggiunta Freni ha anche spiegato come il governo sta seriamente pensando di ridurre l’agevolazione dal 110 al 90% e di estenderla anche per le villette unifamiliari che avevano come termine per poter richiedere il superbonus il 30 settembre. Sulla questione degli interventi governativi sul 110%, Giorgio Spaziani Testa, Presidente di Confedilizia avverte come “prima di pensare a modifiche normative sul superbonus bisogna verificare se siano stati risolti - per tutti gli incentivi riguardanti gli interventi sugli immobili - i molti problemi relativi alla cessione del credito e allo sconto in fattura. Dopodiché, la nostra idea è che si debba dar luogo a un sistema stabile ed equilibrato di sostegno agli interventi finalizzati a riqualificare il nostro patrimonio immobiliare, anche in vista dell'imminente approvazione della nuova direttiva Ue sul rendimento energetico nell'edilizia, che si preannuncia molto gravosa”, soprattutto per gli immobili italiani e il loro valore.

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Giorgia Pacione Di Bello