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(Ansa)
Economia

2022, l'anno nero per Borse e Mercati azionari

Solo il dollaro e il settore degli energetici resistono durante la tempesta economica perfetta del 2022

Lo spettro della recessione, la guerra in Ucraina, il crollo del valore delle obbligazioni, la crisi energetica, i rally del petrolio, l’impennata dell’inflazione, il crollo del comparto tecnologico, le misure anti-Covid in Cina: ecco servita la tempesta perfetta per far tremare i mercati.

Un 2022 da incubo per i mercati

Dopo il 2008 il 2022 si prospetta come il peggior anno del nuovo millennio per le Borse mondiali. Dopo un 2021 con rialzi da record, il 2022 è protagonista di ribassi da record su tutti i mercati con il Vecchio Continente che indossa la maglia nera delle perdite e gli Usa che guardono sempre più da vicino il – 25% della Borsa a Stelle e Strisce.

Un bilancio aggravato dal parallelo crollo del reddito fisso (-17%) per i governativi europei e del 22% per i bond emergenti. Negli Stati Uniti dall’inizio dell’anno l’indice Dow Jones è sceso del 11,4%, l’S&P500 del 15,6% ed il Nasdaq addirittura del 24,6%.

In Europa l’indice principale della Borsa francese ha perso da inizio anno l’11,3%, quasi un punto in più il ribasso degli indici di riferimento di Germania ed Italia che hanno registrato entrambi un calo del 12,1%.

Il crollo del mercato obbligazionario

Ma la cosa che più impressiona è il crollo avuto dal comparto obbligazionario. I prezzi dei titoli di Stato sono letteralmente sprofondati soprattutto negli ultimi due mesi. Il Btp italiano, che all’inizio dell’anno quotava 160, oggi ha chiuso a 140 un ribasso del 12,5%.

Ma la cosa che più impressiona è il crollo avuto dal comparto obbligazionario. I prezzi dei titoli di Stato sono letteralmente sprofondati soprattutto negli ultimi due mesi. Il nostro Btp, che all’inizio dell’anno quotava 160 oggi ha chiuso a 140 un ribasso del 12,5%. Malissimo anche i titoli di Stato spagnoli a 10 anni che perdono il 19,5% e i Bund tedeshi a -17,7%

I titoli di Stato Usa – grazie alle politiche Fed di aumento del costo del denaro – al momento perdono “solo” il 4,5%.

Le peggiori performance del 2022

Ma le performance in euro da gennaio a oggi dei principali asset mondiali (a parte gli energetici) sono tutti in territorio negativo. L’oro perde il 6,5%, la borsa di Londra il 6,6%; quella di Tokio il 9,4% mentre i listini asiatici in generale in 12 mesi hanno perso il 14,12%.

Analizzando le performance delle varie asset class da inizio anno, non si incontrano tipologie di comparti finanziari in positivo.

Come detto, a parte il petrolifero, l’energetico e il settore dei metalli industriali nessun comparto è stato immune dal tracollo. Vista la crisi delle materie e delle catene di approviggionamento tra i comparti più colpiti ci sono quelli esposti ai titoli tecnologici in stile growth. La tecnologia, soprattutto, soffre per le ripercussioni alle catene di approviggionamento. Il settore tecnologico, dicono gli analisti, paga anche il cambio di politica monetaria che ha messo in difficoltà le imprese growth con elevato indebitamento per supportare i processi di crescita aziendale, in cui la redditività viene spostata negli anni futuri.

Anche il Bitcon delude

Malissimo anche i Bitcoin che, invece di essere il nuovo oro digitale, si sono dimostrati inadeguatidi fronte alla turbolenza dei mercati finanziari tradizionali.

In attesa del giro dei boa

Secondo i trader perché i mercati ritrovino fiducia bisogna attendere il giro di boa dell’inflazione ovvero il momento in cui i mercati capiranno che il picco dell’inflazione è stato superato e che quindi, anche le politiche restrittive delle banche centrali, verranno ammorbite ridando spinta ai consumi e allontanando lo spettro della recessione.

Tra peggiori titoli a un anno quotati sulla Borsa Italiana secondo i dati diffusi dal portale Soldionline ci sono: Lila (-99,9%); Ki Group (-98,79%); Monte dei Paschi di Siena (-91,01%); Saipem (-88,25%); Netflix (-55,12%) e Juventus (-50,35%)

In questa tempesta resistono alcune aree legate al risparmio privato, le assicurazioni, il settore famaceutico oltre, naturalmente agli energetici e al biglietto verde. L’apprezzamento del 17% del dollaro sull’euro è l’unica notizia parzialmente positiva dell’ultimo anno.

I titoli migliori

In termini di titoli quelli che hanno i maggiori dividendi yeld su Piazza Affati secondo i dati elaborati da FactSet sono Saras tornata in ampio utile (+17,7%) grazie ai rallu del petrolio, Igd che si colloca al secondo posto con un dividend yield del 13,3%, a seguire BFF Bank con l'11,5% circa, Beghelli con il 10,68%, MFE con il 10,63%, DoValue con il 10,5%, Stellantis con il 10,25%, Equita Group con il 10%.

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Barbara Massaro