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Pugno duro del Regno Unito contro i deepfake porno: carcere per chi crea e condivide immagini e video

Le clip artefatte sono in grande aumento grazie all’IA ma oltremanica hanno scelto un approccio forte per frenare una tendenza pericolosa che rovina la vita delle vittime

Il carcere come deterrente alla creazione e diffusione di deepfake porno. È la soluzione su cui punta il Regno Unito per placare un fenomeno pericoloso e in grande ascesa, specie con la moltiplicazione dei programmi di intelligenza artificiale, che consentono di confezionare clip a proprio piacimento anche a chi con informatica e computer spartisce poco o nulla. Il giro di vite è stato annunciato dal governo inglese, con il ministero della Giustizia che in una nota ha specificato chi e cosa verrà perseguitato dalla legge.

“Creare immagini sessualmente esplicite senza consenso diventerà un reato, anche se l'autore non ha intenzione di condividere il contenuto ma vuole solo causare allarme, umiliazione o angoscia alla vittima”. Al di là dei dubbi di alcuni legali, esperti di pornografia e abusi online, sulla difficoltà di dimostrare l'intento di generare malessere nel suo bersaglio senza condividere in rete l'oggetto dell'abuso, è chiaro il messaggio che arriva da Londra. Mano pesante contro chiunque abbia voglia di colpire le donne, sfruttando immagini e video inventati, spesso generati dall'intelligenza artificiale, ma così ben fatti da apparire realistici e quindi disintegrare la reputazione delle vittime. Dopo una prima legge sulla sicurezza online approvata lo scorso anno, adesso i deepfake diventano una priorità da estirpare, poiché parte integrante dei reati violenti contro le donne che il governo d'oltremanica considera come minaccia nazionale, alla stregua del rischio terrorismo.

Per questo, il disegno di legge sulla giustizia penale che sarà discusso dal Parlamento britannico ingloba una serie di nuovi reati penali per punire chi scatta, registra e installa apparecchiature per consentire ad altri di ottenere immagini intime senza il consenso dell'interessata. Multe salatissime, definite “illimitate” perché al momento non è stato fissato un tetto specifico sulle cifre, e carcere sono le sanzioni previste per chi sarà condannato per aver creato e/o condiviso un deepfake. Che sono considerati come due reati differenti, quindi puniti con un aumento della pena in caso il colpevole sia la stessa persona. “La creazione di immagini sessuali è spregevole e inaccettabile, indipendentemente dal fatto che il contenuto sia condiviso. È un modo per degradare e disumanizzare gli altri, soprattutto le donne. Non tolleriamo un atto così immorale, perché difendere le donne da abusi fisici, emotivi e online è una nostra priorità”, ha dichiarato Laura Farris, ministro per le Vittime e la salvaguardia e sottosegretario del ministero della Giustizia del governo guidato da Rishi Sunak.

L'approccio inflessibile va oltre il deepfake, come ha di recente scoperto Nicholas Hawkes, 39 anni, che trascorrerà un anno in prigione per aver inviato un'immagine dei suoi genitali a una ragazza di 15 anni. Davanti alla pervasività dei dispositivi e alla diffusione delle storture a sfondo sessuale, reagire è obbligatorio e il Regno Unito ha scelto di farlo in maniera forte, con una visione che potrebbe presto essere imitata da molti altri paesi, europei e non.

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Alessio Caprodossi